Alle 7.30 di oggi, sabato 11 novembre, la nave Life Support di Emergency ha fatto ingresso nel porto di Brindisi con a bordo 118 persone soccorse in alto mare due giorni fa.
Poco dopo un’ora sono scesi i primi tre migranti, tra cui l’unica donna tra i naufraghi: una ragazzina minorenne che da quanto accertato è stata vittima di violenza sessuale in Libia.
Come da protocollo, sulla banchina era stato predisposto il sistema di accoglienza, coordinato dalla Prefettura di Brindisi.
I medici Usmaf del Ministero della salute sono saliti a bordo della nave per effettuare lo screening sanitario, mentre il personale del 118 ha allestito un piccolo ospedale per i primi interventi.
I volontari della Croce Rossa italiana e della Protezione civile si sono occupati dell’assistenza e dell’accoglienza dei migranti.
Tutte le forze dell’ordine, Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia locale, hanno presidiato l’area.
Il prefetto di Brindisi, Michela La Iacona, ha ringraziato tutti gli attori del sistema di accoglienza, rimarcando il grande senso di solidarietà dimostrato.
“Sono grata a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo sbarco in sicurezza. Il grande senso di solidarietà dimostrato è un’ulteriore conferma della generosità dei cittadini di Brindisi”.
“Si può lavorare in tutti i modi, però qui si lavora non soltanto per dovere. Ogni volta continuo a registrare una partecipazione emotiva e un senso di responsabilità che fa onore alla città”, ha detto il prefetto.
Tutte le persone portate a Brindisi sono in buone condizioni di salute, accertato solo qualche caso di scabbia.
Tra i naufraghi ci sono quattro minori non accompagnati, oltre alla minorenne. Provengono da Eritrea, Etiopia, Sudan, Bangladesh, Pakistan, Siria, Egitto, Palestina.
Da quanto annunciato dal prefetto, i minori resteranno a Brindisi, mentre gli altri verranno portati in Emilia Romagna e Campania.
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