May 13, 2025

BONGALLINOIeri pomeriggio gli agenti del Commissariato di P.S. di Ostuni, diretto dal Commissario Capo Gianni Albano, hanno arrestato Rosalba Bongallino, 51 anni.
L’arresto è stato eseguito su ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari che ha condannato la donna a 13 anni, 6 mesi e 21 giorni di reclusione per l’omicidio del marito.

 

I fatti risalgono al 1998 quando la Bongallino uccise il marito, Beniamino De Meo che, all’epoca dei fatti, aveva 36 anni.
Secondo quanto riferito dall’arrestata, l’uomo l’avrebbe oppressa per più di 18 anni costringendola a subire diverse forme di violenza all’interno delle mura domestiche. Per spezzare la spirale di vessazioni subite, la Bongallino decise di uccidere il marito con la complicità della madre e della figlia più grande.
Camuffò nel cibo una potente dose di sonnifero e, una volta fatto addormentare profondamente il marito, facendosi aiutare dalla figlia maggiore, lo strangolò nel sonno con un cappio intorno al collo.
Successivamente il corpo dell’uomo fu trasportato e bruciato in un casolare ad Acquaviva delle Fonti, adibito a deposito di attrezzi agricoli.

 

A distanza di un anno dall’omicidio, la Bongallino ammise le sue colpe e, dopo la celebrazione del processo, fu condannata alla pena di 13 anni, 6 mesi e 21 giorni di carcere.

 

Nel 2004 la donna ottenne dal Tribunale di Sorveglianza di Lecce l’ammissione alla misura della detenzione domiciliare al fine di potersi occupare della figlia minorenne, nata dalla convivenza col nuovo compagno, nativo del foggiano, ma residente in Ostuni.
Il beneficio prevedeva che al compimento del decimo anno di età della bambina, la Bongallino sarebbe dovuta ritornare in carcere per ivi scontare il residuo di pena sino all’anno 2023.

 

Pertanto nella giornata di ieri, costituente termine finale di scadenza della durata del periodo di ammissione al beneficio di legge della detenzione domiciliare, la donna è stata prelevata dagli operatori del Commissariato ostunese che la traducevano in ufficio per le dovute formalità.

La donna è stata tradotta presso il carcere di Lecce.

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