Nei giorni scorsi abbiamo appreso dagli organi di stampa dell’ennesimo calo del traffico passeggeri dell’Aeroporto del Salento e ciò in netta controtendenza rispetto al trend di molte altre realtà italiane e della vicina Bari.
Solo una settimana fa l’intero Salento si è ritrovato isolato a causa del sold out dei voli di Alitalia per Roma e Milano, senza considerare i prezzi esorbitanti degli ultimi biglietti disponibili.
Ciò ha determinato un grave pregiudizio ai collegamenti con le nostre località turistiche, ma anche la oggettiva difficoltà degli imprenditori delle provincie di Brindisi, Lecce e Taranto di raggiungere le ‘capitali’ italiane dell’economia e della finanza, costretti così a rivedere la propria agenda ed annullare appuntamenti già fissati a causa di un’estenuante quanto vana corsa al biglietto!
Le incognite legate al destino di Alitalia piuttosto che la eliminazione del volo serale di Ryanair da Roma …. hanno fatto il resto.
A questo si aggiunga poi la notizia, ancor più devastante, degli interventi di potenziamento della linea ferroviaria sull’asse Adriatico, che seppur nei prossimi mesi permetteranno un aumento della velocità con conseguente miglioramento dei tempi di arrivo in Puglia, ad oggi e fino a settembre vedranno Frecce e Intercity terminare la loro corsa a Foggia invece che a Lecce, in pieno periodo estivo , in spregio alle legittime aspirazioni di un territorio a fortissima vocazione turistica !
Pur considerando la necessità di maggiore sicurezza, impossibile dimenticare le ultime tragedie ferroviarie accadute in Puglia, e senza voler fare mero campanilismo, ci si chiede come non si possa considerare sacrosanto il diritto di questo territorio di riscontrare una sorta di “abbandono” di Brindisi e dell’intero Salento, dovuto all’assenza di una visione d’insieme e condivisa che si prenda cura e disegni le strategie future necessarie alla crescita del territorio.
Non basta parlare di opportunità di sviluppo, così come accade da anni, rilanciare proposte come quella sulle Zes, le zone economiche speciali, che potrebbero vedere la ns provincia nuovamente protesa, competitiva, protagonista di una nuova idea di sviluppo economico, se manca poi nei fatti la volontà di mettere a sistema il patrimonio infrastrutturale brindisino, che deve essere invece l’imprescindibile punto di partenza del rilancio economico, sociale e culturale, che troverebbe in un sistema integrato dei trasporti l’asso nella manica della riscossa del tacco d’Italia!
Abbiamo perso in passato alcune opportunità perché è mancato il coordinamento interistituzionale, il confronto, il “fare sistema” tra gli stakeholder interessati, tra le associazioni datoriali e gli enti economici locali .
Se non invertiamo la rotta, oggi e tutti insieme, non potremo che continuare a piangerci addosso per il resto dei nostri giorni e non potremo che immaginare un futuro lontano dalle radici per i nostri figli e nipoti.
Ed è con questo auspicio che il consorzio ASI di Brindisi, riconoscendo la pressante complessità della questione, si propone di promuovere un tavolo di confronto in cui possano interagire tutti gli attori sociali e coinvolgendo naturalmente, per la loro funzione di collegamento i parlamentari e i consiglieri regionali brindisini , finalizzato a definire una proposta condivisa di risoluzione della tematica trasporti-logistica-infrastrutture, che se non affrontata nei tempi e nelle modalità corrette, rischia di vanificare i tenui segnali di ripresa palesatisi negli ultimi tempi.
Domenico Bianco
(Presidente CdA ASI Brindisi)
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