Una sfida, una rivoluzione dai mille risvolti: così in sintesi l’introduzione di aerei a pilotaggio remoto nel sistema dell’aviazione civile, commerciale e militare cui assisteremo nei prossimi anni, alla quale la Puglia intende dare un contributo fondamentale con la promozione dell’aeroporto di Grottaglie a “test bed” per la messa a punto e la sperimentazione sul campo di tutte le tecnologie e le procedure necessarie a garantire la sicurezza nell’uso di questi velivoli che, dal 2016, potrebbero cominciare a solcare i nostri cieli.
A presentare i primi risultati di questa iniziativa, già sul campo da circa un anno, è servito il convegno “Grottaglie Airport Test Bed”, svoltosi oggi all’interno dell’aeroporto pugliese. «Non è un punto di partenza, ma di condivisione del lavoro fatto finora», ha spiegato il Presidente di Aeroporti di Puglia e del DTA (Distretto Tecnologico Aerospaziale) pugliese, Giuseppe Acierno. «L’ambizione – ha detto – è di posizionarci a livello europeo mettendo assieme aerospazio e aeroportualità, che sono due facce di una stesa medaglia».
«Questo incontro, dopo il primo anno di attività, ci mette in condizione di condividere insieme ad un platea più ampia i risultati finora conseguiti che hanno visto come obiettivo ultimo la realizzazione in Puglia di una grande infrastruttura a servizio dello sviluppo dell’industria nazionale in chiave aeronautica. Abbiamo sostanzialmente seguito quello che dice il programma europeo Horizon 2020, ponendoci il tema della competitività, della coesione, della capacità di aumentare la qualità delle produzioni nazionali e difendere l’industria europea».
Così, insieme ad una serie di stakeholder nazionali, cioè la Difesa, i Trasporti, la grande industria come Finmeccanica, gli enti regolatori come ENAC, Enav, la Regione Puglia (con la nuova regolamentazione 2014-2020), «abbiamo definito un percorso – dice Acierno – che ci permetterà di ridondare sull’integrazione degli strumenti comunitari della prossima programmazione e dall’altro ci mette in condizione di realizzare o pensare da subito alcune attività, come le iniziative manifatturiere, la grande piastra per lo stoccaggio e la distribuzione della fibra di carbonio per gli stabilimenti aerospaziali ed aeronautici nazionali e la messa in campo di soggetti industriali nazionali che oggi si misurano con lo sviluppo di tecnologie per lo sviluppo di velivoli a pilotaggio remoto».
«Riteniamo – ha proseguito – che qui ci sia molto da fare, che ci sia una richiesta del mercato europeo che qualifica la realizzazione di una infrastruttura e d’altro lato offre la possibilità di sostenere un percorso di crescita dell’industria nazionale che, in infrastrutture di questo tipo, trova l’occasione di realizzare nuove soluzioni tecnologiche, divenendo così più competitiva. L’applicazione del modello praticato in Puglia in questi anni tra pubblico e privato, dove per pubblico oltre alle amministrazioni troviamo Accademia, CNR, ENEA, riteniamo che possa generare nel tempo una famiglia di nuove competenze che successivamente possono diventare attrattori per l’utilizzo di queste nuove tecnologie sul mercato civile dove le attività di monitoraggio e controllo avranno sempre modalità di attuazione proprio grazie allo sviluppo di tecnologie per velivoli non pilotati».
In ultimo, ha concluso Acierno, «immaginiamo di fare tutto ciò seguendo gli indirizzi comunitari e Horizon 2020, che danno indicazione di sviluppare e definire nuove tecnologie sulla base di bisogni pubblici, maggiore competitività, produzione e inclusione sociale».
Si tratta, ha detto Marco Franchini (DG di Aeroporti di Puglia) di «una piattaforma assolutamente innovativa con risvolti positivi per l’Europa». Oggi, ha ribadito Alessio Quaranta, direttore generale dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), «parte un progetto concreto. Siamo stati i primi in Europa ad aprire alla sperimentazione in aree segregate di aerei a pilotaggio remoto a studiare regolamentazioni per il volo suborbitale. Su questa eredità dobbiamo costruire e per questo abbiamo accolto subito la proposta di utilizzare questa infrastruttura come test bed».
Tanto più che il centro di controllo del programma europeo SESAR sarà a Brindisi, ha ricordato Massimo Garbini, amministratore unico di ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo), e «vogliamo essere i primi in Europa a dimostrare la possibilità di far coesistere aeri a pilotaggio remoto con aviazione commerciale, civile, generale e militare».
Il volo a pilotaggio remoto ha anche un grande risvolto economico, un mercato che si stima di 40 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, come ha sottolineato Giovanni Soccodato, vicepresidente esecutivo di Finmeccanica. «un mercato – ha detto – con applicazioni prevalenti per la Difesa, ma con un mercato civile in crescita che si attesterà intorno ai quattro miliardi di euro».
Per il Senatore Salvatore Tomaselli, Capogruppo PD alla Commissione Industria “il progetto della Regione Puglia, illustrato oggi presso l’aeroporto di Grottaglie, per fare di quella infrastruttura un centro specializzato per lo sviluppo e i test di collaudo delle più avanzate soluzioni tecnologiche a sostegno dell’industria italiana dell’aerospazio è una sfida ambiziosa e straordinaria.
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