May 6, 2025

giannello-pizzi-toscano La commedia relativa al futuro calcistico della maggiore società di calcio cittadina si arricchisce dell’ennesimo capitolo farsesco.
Era atteso per oggi l’incontro tra il primo cittadino Mimmo Consales e l’industriale tarantino portato dall’Associazione “Per Brindisi” in collaborazione con un imprenditore brindisino.
L’incontro, però, non è avvenuto perché il rappresentante dell’azienda jonica ha dato forfait. Assieme allo stato maggiore dell’associazione c’era, invece, Antonio Giannelli, brindisino con esperienze nel settore delle costruzioni e della metalmeccanica.

 

La cosa che ha lasciato più stupefatti, però, è che lo stato maggiore della Per Brindisi,  l’avvocato Epifani e lo stesso Sindaco hanno dichiarato di non conoscere l’imprenditore che sarebbe dovuto entrare nella stanza del Primo Cittadino. Attenzione, non è che hanno dichiarato di voler tenere il nome top secret, ma hanno proprio detto  di essere all’oscuro  su chi sia l’imprenditore che sarebbe intenzionato a rilevare il pacchetto di maggioranza della società “Città di Brindisi Calcio”.

E meno male che avrebbero dovuto essere i garanti per non far più avvicinare falchi ed avventurieri. Come fanno ad esserlo se non conoscono il nome di chi hanno invitato a Palazzo Nervegna?

Delle due l’una. O siamo in presenza di gente che vuole nascondere la verità (quindi poco trasparente). O siamo in presenza di persone che non comprendono l’importanza del ruolo che centinaia di cittadini hanno affidato loro.

Non ce ne voglia lo stato maggiore della “Per Brindisi”. E non ce ne voglia lo stesso Sindaco. Passi anche che l’imprenditore abbia avuto un contrattempo o sia rimasto impaurito dalle minacce, ma non è possibile che si sostenga apertamente di non conoscere la persona che deve dialogare con l’Amministrazione della Città di Brindisi.

 

La trasparenza necessaria per dare una sterzata al calcio brindisino mal si addice con quanto si è verificato nella giornata odierna.
Se davvero si vuole dare un taglio netto rispetto al passato occorre instillare una mentalità che rifugga le vecchie pratiche di bugie, sotterfugi, dei “non detto” o – peggio – delle minacce.
Una mentalità che regali al calcio brindisino un approccio completamente diverso. Anche – e soprattutto – di coraggio rispetto ai soprusi ed alle prevaricazioni.

E’ troppo chiedere trasparenza completa? E’ troppo pretendere di conoscere il nome di chi è stato invitato nella casa di tutti i brindisini ma poi non si è presentato senza degnarsi nemmeno di avvertire con una telefonata il Primo Cittadino o chi aveva intercesso per lui?

Qui non chiediamo quello che da qualsiasi altra parte sarebbe logico.

Ci rendiamo conto che ad un ambiente calcistico malridotto come quello brindisino sarebbe troppo chiedere che si mettessero nero su bianco i debiti societari e che, al cospetto del Sindaco, ci si presentasse con un imprenditore capace di redigere un piano economico contenente sia il progetto di ripiano delle perdite sia il “business plan” per come tirare fuori il calcio brindisino dalle secche del dilettantismo.

Sarebbe naturale in qualsiasi altro contesto. Ma comprendiamo benissimo che qui siamo ancora lontani dall’anno zero
E allora quello che chiediamo è soltanto un po’ di sincerità.

Se vi sono difficoltà a trovare un imprenditore coraggioso e capace di garantire “pila pulita sul tavolo” fate una piccola, sincera, ammissione di impotenza. Sarà sempre meglio di una soluzione rabberciata o mal valutata. Sarà sempre meglio che dare visibilità ed affidarsi “anima e core” a personaggi che non ispirano alcuna fiducia per un futuro roseo.
Nessuno potrà dire nulla e sarà applaudito l’innegabile impegno per la causa.

In quel caso nulla sarà compromesso perché – come ha ribadito oggi Consales – “si farà piazza pulita ad ogni livello, si raderà al suolo una gestione che ha rappresentato una vergogna per la città e potrebbero verificarsi le condizioni per ripartire tutti insieme”.

 

 

E questo che abbiamo appena descritto è il meno peggio della giornata.
Oggi quelli della “Per Brindisi” e molti osservatori sono rimasti storditi dal pessimo gesto della scritta minacciosa lasciata sul muro dello studio legale dell’Avvocato tarantino Antonio Marrone, l’uomo che “radiotifo” identifica come il deus ex machina delle eventuali trattative per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della società biancazzurra.

Marrone – come sa chi frequenta bacheche e social network – è persona invisa ai capi ultras. Capi ultras che sono notoriamente vicini a Giberto Niccoli e agli ex collaboratori di Flora.

Tutto ciò dimostra quello che in molti avevano capito: che vi sono due fazioni contrapposte che lavorano per obiettivi diversi. Da una parte “Per Brindisi”, con la sua (finora) evanescente soluzione tarantina; dall’altra il binomio “Niccoli/Ultras” che intende gestire il Brindisi con le sue sole forze e con l’aiuto (presunto) di qualche piccolo imprenditore locale.

 

Quanto accaduto nei pressi dello Studio Legale Marrone è un fatto gravissimo e rappresenta una circostanza che non ha alcuna necessità di essere rimarcata.

 

Da queste pagine abbiamo stigmatizzato i comportamenti che gettavano ombre e discredito sul pallone locale. Spesso lo abbiamo fatto da soli e, sovente, siamo stati accusati di voler sfasciare tutto. Salvo, poi, che il corso degli eventi dimostrasse da quale parte stava la ragione e l’onestà e da quale parte stava, invece, tutto il torto ed il marcio che ha realmente sfasciato il giocattolo.

Chi continua a pensare che a Brindisi si possa fare calcio in questo modo, senza prendere nettamente e sinceramente le distanze da certi comportamenti, prima o poi dovrà assumersi le proprie responsabilità.

 

La circostanza che la Digos tarantina, in collaborazione con i colleghi di Brindisi, si è già attivata per risalire ai responsabili del gesto minaccioso nei confronti dell’Avv. Marrone, la dice lunga su come parte la “nuova” stagione del calcio brindisino. E a quanto pare non sarà né la prima né l’ultima inchiesta destinata a lasciare il segno nell’ambiente calcistico locale.

In queste condizioni ci sembra alquanto velleitario parlare di calcio giocato, di acquisti, di avversarie da affrontare, di passaggi di quote, di aleatori imprenditori che affiancherebbero quel gruppo che si propone di guidare il Città di Brindisi, etc. etc.

Solo gli stolti non capirebbero che è un’offesa all’intelligenza dei cittadini ed all’onore di una città continuare ad affrontare le cose come se tutto fosse normale, come se il passato non avesse ancora insegnato nulla.

 

 

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