May 13, 2025

Sono Pomigliano-Brindisi del 14 novembre 2014 (0-4) e Brindisi-San Severo del 23 novembre 2014 (2-1) le due partite dei biancazzurri che – secondo gli investigatori -sarebbero state truccate.
E’ quanto emerge dall’indagine dalla DDA di Catanzaro che stamane ha portato all’arresto di 50 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l’aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose, la ndrangheta in particolare.
Nelle oltre 1200 pagine emerge un calcio malato fino al midollo, con dirigenti e calciatori pronti a comprare e a vendere gli incontri alle spalle dei tifosi che credono nel sogno di un puro e sano divertimento all’insegna dell’agonismo e del fair-play.
Non è una novità nemmeno l’intromissione delle mafie, in questo caso la ‘Ndrangheta, con il clan Iannazzo di Lamezia Terme che – secondo gli investigatori – avrebbe arricchito le proprie casse con le scommesse, dopo aver imposto le combine. Così come non è una novità la presenza di mafie estere (slave, turche, maltesi russe e cinesi).

 

Per quanto concerne il Città di Brindisi è stato arrestato tutto lo stato maggiore della dirigenza. A partire da Antonio Flora, maggiore azionista e amministratore unico fino a meno di due mesi fa, a suo figlio Giorgio. Poi ci sono il neo presidente Vito Morisco, già direttore sportivo, “fido” uomo di Flora al quale era stato ceduto il 98% del pacchetto azionario, ed il consulente di mercato Savino Daleno.

Sia Morisco che Daleno erano già stati coinvolti in altre combine e per tali episodi erano già stati squalificati dalla Procura Federale. Ciò nonostante Flora aveva deciso di affidare loro la gestione sportiva della maggiore squadra di calcio cittadina.

 

Gravi e circostanziate le accuse per i dirigenti del Città di Brindisi, società che ora rischia la responsabilità diretta e, quindi, la retrocessione, se non proprio la radiazione.

Scrive il pm di Catanzaro: «Antonio Flora, Giorgio Flora, Vito Morisco e Savino Daleno, rispettivamente presidente, vice presidente, direttore sportivo e consulente di mercato del Brindisi, si avvalgono dell’opera di Antonio Ciccarone per combinare due partite di campionato in cui era impegnata la loro squadra, il Brindisi. La dirigenza del Brindisi, pienamente a conoscenza dell’esistenza di un’organizzazione criminale dedita alla frode sportiva e facente capo alla dirigenza del Neapolis, ne sposava i fini organizzativi condividendoli e comprava la vittoria della loro squadra corrispondendo un lauto compenso in denaro a Ciccarone che lo impiegava per remunerare i calciatori, di volta in volta, assoldati per falsare gli incontri».

 

Questi i filmati delle due partite incriminate (fonte TeleBrindisi.tv):

Partiamo dal facile successo del Brindisi in terra napoletana. Al ritorno il Pomigliano, in piena zona retrocessione, vincerà a Brindisi – impegnato nella corsa playoff – per 0-1.

 

 

 

Qui, invece, il filmato di Brindisi-San Severo, con la “papera” del portiere foggiano Carotenuto (indagato nell’ambito dell’operazione della Dda di Catanzaro)

 

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