«Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del Ministero della Salute sul CBD perché non ci sono prove che sia una sostanza che crea dipendenze o rischi di abuso». Questa è la motivazione con cui il giudice amministrativo ha deciso di bloccare un provvedimento che avrebbe arrecato un grave danno a un settore agricolo vitale per l’economia del nostro territorio e dell’intero Paese.
La CGIL di Brindisi esprime piena soddisfazione per questa decisione, che conferma quanto sosteniamo da tempo: il CBD, il cannabidiolo estratto dalla canapa industriale, non determina dipendenza psicofisica e non ha effetti psicoattivi che ne giustifichino l’inclusione tra le sostanze stupefacenti. È evidente che il decreto ministeriale, ora sospeso, era privo di fondamenti scientifici e basato su una logica ideologica che nulla ha a che fare con la realtà del settore agricolo.
Il Ddl Sicurezza, già approvato alla Camera e in via di discussione al Senato, rischia di portare conseguenze devastanti per tutto il settore della canapa industriale. Sono migliaia le aziende agricole coinvolte in Italia, centinaia nel Salento e 61 a Brindisi le imprese che vedono la loro attività e i loro investimenti messi in pericolo da questa legge ingiusta. Un intero comparto che genera lavoro per migliaia di persone e che contribuisce in maniera significativa all’economia locale rischia di essere cancellato con un colpo di penna.
Ricordiamo che il Tar del Lazio ha già precedentemente annullato decreti simili, riconoscendo l’importanza delle infiorescenze e del CBD per le industrie delle piante officinali e cosmetiche. La stessa Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza C-663/18 del 19 novembre 2020, ha stabilito che il CBD non è una sostanza stupefacente e deve godere della libertà di circolazione tra gli Stati membri. Questi precedenti legali non possono essere ignorati e dovrebbero rappresentare un faro per le decisioni future.
La recente sentenza del Tar del Lazio rimette in discussione molte delle norme contenute nell’articolo 18 e successivi del Ddl Sicurezza, norme che la CGIL di Brindisi ha già condannato come inutilmente punitive e ideologiche. Abbiamo manifestato in piazza Santa Teresa per denunciare il pericolo di un disegno di legge che, senza alcuna base scientifica, minaccia di distruggere un settore economico importante per la nostra provincia e per il Paese intero.
È ora che il governo riconosca l’errore e stralci le norme dall’articolo 18 in poi del Ddl Sicurezza. Non possiamo permettere che una scelta ideologica danneggi così pesantemente chi lavora e produce rispettando la legge, ignorando le normative europee e mettendo in pericolo il futuro di migliaia di famiglie italiane.
Continueremo a lottare per difendere i diritti dei lavoratori, delle aziende e di un settore che rappresenta un esempio di innovazione e sostenibilità. La sospensione del decreto ministeriale sul CBD è un passo importante, ma la battaglia continua. Chiediamo con forza lo stralcio delle norme ingiuste dall’articolo 18 in poi del Ddl Sicurezza, per proteggere il lavoro, l’ambiente e l’economia del nostro territorio.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi
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