Dagli anni del Covid e per gli effetti delle guerre che sono oggi alle nostre porte, l’economia mondiale, specie quella dei Paesi manifatturieri come l’Italia, continua a misurarsi con le cosiddette transizioni – industriali, ambientali, energetiche, tecnologiche, digitali, culturali – le cui prospettive travalicano la presente generazione.
Il nostro territorio è l’emblema di tali transizioni i cui effetti, insistiamo ostinatamente come Cisl Taranto Brindisi, non devono mai prescindere dalla loro compatibilità sociale, cioè dalla salvaguardia occupazionale diretta e indiretta, dalla formazione e professionalizzazione per le nuove competenze richieste, dalla sostenibilità dei nuovi cicli produttivi, dalla qualità della vita e da un welfare appropriato.
Un recente Ordine del giorno allegato al Decreto Industria, approvato dal Senato ed ora all’esame della Camera, impegna il Governo a rinviare la chiusura fino al 2038 delle centrali a carbone di Brindisi, Civitavecchia, Sulcis gestite da Enel e la Termoelettrica EP Produzione di Fiume Santo.
Si legherebbe, tale scelta, al probabile avvio di nuovi impianti nucleari di ultima generazione o a forme alternative di produzione energetica.
Riteniamo che detto orientamento possa correttamente contestualizzarsi in un quadro di pianificazione politico-istituzionale, dalla visione di medio-lungo termine, per consentire all’Italia di non arrancare più, rispetto ai Paesi europei concorrenti e di affrancarsi finalmente dall’attuale dipendenza energetica.
Va chiarito allora che, per quanto riguarda Brindisi, anche per la lunga tempistica normalmente riservata agli esiti definitivi degli Ordini del giorno, specie in materia di profondi cambiamenti di sistema, non vanno affatto azzerati i processi in corso, connessi alla reindustrializzazione e alla tutela del tessuto economico del territorio.
E’ fondamentale, dunque, a questo punto, attivarsi per dare concretezza alle quarantasette manifestazioni di interesse pervenute al Mimit, in seguito alla consultazione pubblica.
Risulta sterile, oggi, discutere ancora dell’inopportunità dello slittamento del phase-out del carbone, poiché Brindisi è risultata impreparata e sprovvista di alternative produttive che salvaguardassero l’occupazione.
Oggi è il tempo in cui, come comunità, dobbiamo essere capaci di non dividerci né farci dividere, su temi concreti che nulla hanno di ideologico, evitando che gli stessi siano strumentalizzati in modalità di eterna campagna elettorale.
Sono i temi legati ai nuovi processi produttivi, alla buona sanità, al buon ambiente, alla buona occupazione ed a quella aggiuntiva, necessari per costruire e consolidare opportunità che rendano attrattivo il territorio.
Sarà questa la condizione per ritenere il phase out occasione propizia per un vero cambio di passo, verso una economia green ed una coesione sociale vera, esigibile e resiliente.
Ci appartiene, come Cisl Taranto Brindisi, la consapevolezza che solo con la partecipazione, la concertazione ed il dialogo costante, nonché il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, a partire dalle parti sociali, saranno possibili risposte appropriate a problematiche complesse.
Luigi Spinzi
Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi
No Comments