Il Comune di Civitavecchia rompe gli indugi e invia una formale richiesta di confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con copia alla Regione Lazio, sulla prospettiva di estendere l’attività della centrali a carbone fino al 2038. Una mossa che segna una presa di posizione netta contro il rischio di rallentamento della transizione energetica e che, al momento, non trova un’analoga iniziativa a Brindisi, città alle prese con problematiche identiche.
Nel documento firmato dal sindaco Marco Piendibene, l’amministrazione comunale esprime “viva preoccupazione” per gli scenari delineati dal recente ordine del giorno accolto dal Governo nell’ambito del DL ex Ilva. Una proroga fino al 2038, infatti, “comporterebbe inevitabili e profonde implicazioni sul percorso di transizione energetica e sul futuro industriale ed economico del territorio”, si legge nella nota.
Civitavecchia rivendica inoltre il lavoro già svolto: 28 manifestazioni di interesse per la riqualificazione delle aree ex ENEL, ancora in attesa di riscontro da parte del MiMIT, la nomina del commissario straordinario per la riconversione post-carbone e la definitiva rimodulazione della Zona Logistica Semplificata. Sul tavolo anche i ritardi procedurali per il progetto di eolico offshore, considerato un volano di sviluppo economico e occupazionale.
“Chiediamo un confronto urgente – conclude Piendibene – per definire una strategia nazionale che non si discosti dalle scelte di decarbonizzazione già intraprese dal nostro territorio e che garantisca certezze alle comunità locali”.
Se a Civitavecchia il Comune si muove in maniera chiara e strutturata, a Brindisi la situazione resta ferma. Eppure, nella città pugliese sono state presentate 47 proposte di riconversione e reindustrializzazione dell’area dell’ex centrale a carbone nel porto di Brindisi, ancora in attesa di una risposta da parte del Governo. I progetti riguardano settori strategici: energia da fonti rinnovabili, logistica, trasporti, ICT e datacenter, aeronautica, agroalimentare, turismo, economia circolare, navale e cantieristica.
Nonostante questo potenziale, il sindaco di Brindisi non ha ancora assunto un’iniziativa analoga a quella del collega di Civitavecchia.
La differenza di approccio è evidente: mentre Civitavecchia prova a dettare l’agenda, Brindisi resta in attesa, rinunciando a chiedere con forza risposte certe e tempi definiti per il futuro economico della città e dell’intero territorio.
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