February 13, 2025

Il 31 Maggio i lavoratori sono scesi in corteo per protestare contro la crisi occupazionale conseguente alla chiusura della centrale Federico II Enel di Cerano. Già si vedono i primi effetti con l’annuncio di 78 licenziamenti da parte della Sir, e i lavoratori avranno diritto solo a un anno di cassa integrazione.
A raccogliere le preoccupazioni dei lavoratori diretti e dell’indotto della centrale di Cerano, Cgil e Uil hanno organizzato la manifestazione intitolata “Industria e lavoro. Riprendiamoci il futuro.”

Il corteo è partito alle 9:30 da Piazza Crispi ed ha raggiunto Piazza Matteotti. Qui i lavoratori hanno incontrato il sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, per discutere delle gravi preoccupazioni occupazionali.

Promossa da Cgil e Uil di Brindisi, la manifestazione denuncia la crisi occupazionale che affligge il territorio. La chiusura della centrale Enel Federico II e le vertenze in corso mettono a rischio migliaia di posti di lavoro. La situazione è insostenibile e richiede risposte immediate.

La decarbonizzazione della centrale Enel di Cerano sta generando effetti devastanti. I lavoratori temono un effetto domino che potrebbe colpire altre realtà industriali come Basell e Euroapi. La desertificazione industriale è un rischio concreto. I lavoratori chiedono certezze sul futuro e interventi concreti.
Il Prefetto di Brindisi, Luigi Carnevale, ha recentemente incontrato una delegazione di lavoratori e sindacalisti, garantendo la massima attenzione al problema. È necessario un dialogo costruttivo e soluzioni rapide.
Cgil e Uil, con il segretario generale Antonio Macchia (Cgil) e il coordinatore provinciale Fabrizio Caliolo (Uil), hanno lanciato una chiamata alla mobilitazione con l’obiettivo di portare all’attenzione tutte le crisi in corso a Brindisi. “La città – dicono – non può permettersi di perdere ulteriori posti di lavoro. Uniti possiamo fare la differenza”.

Qui il video dell’incontro con il Sindaco Marchionna:

NOTE CGIL E UIL DOPO LA MANIFESTAZIONE:

Antonio Macchia, Segretario generale della Cgil di Brindisi
La manifestazione odierna ha visto una partecipazione massiccia di lavoratori che hanno sfilato in corteo fino al Comune di Brindisi. Al sindaco Giuseppe Marchionna, Cgil e Uil hanno esposto le preoccupazioni per una gravissima crisi di tutto il comparto industriale della città. Hanno chiesto una forte interlocuzione con il governo e tutti i livelli istituzionali per portare nuove politiche industriali, progetti e finanziamenti a Brindisi, al fine di rassicurare i lavoratori che rischiano il licenziamento in massa. Siamo in presenza di uno tsunami industriale e una desertificazione demografica. È il momento di investire, di usare tutte le risorse possibili provenienti dal Pnrr, dal Just Transition Fund e da ogni altra fonte disponibile. Occorre costruire nuove filiere per ridare occupazione.

Il tavolo della decarbonizzazione deve prendere in carico tutte le vertenze del territorio prima che sia troppo tardi. Oltre a quello energetico, sono in crisi i settori chimico e farmaceutico, quindi non ci possono più essere tavoli aleatori. È arrivato il momento di approvare i progetti, stanziare i fondi e dare lavoro buono. Il nostro territorio deve essere al centro dell’attenzione del governo.

La vertenza non è chiusa. Faremo nuove iniziative. Chi verrà a parlarci per le prossime elezioni europee dovrà dirci quali soluzioni e quale impegno metterà in campo per Brindisi. È il momento delle risposte concrete e immediate.

La manifestazione, promossa da Cgil e Uil, ha messo in luce la necessità di interventi urgenti per evitare il collasso del sistema industriale brindisino. I lavoratori chiedono certezze sul futuro e interventi concreti per salvaguardare l’occupazione e rilanciare l’economia locale.

Fabrizio Caliolo
Coordinatore provinciale UIL Brindisi

Siamo grati al Sindaco Marchionna per aver accolto l’invito dei sindacati ed aver condiviso in modo chiaro e limpido la visione della sua Amministrazione Comunale sul futuro prossimo e venturo di Brindisi, in modo particolare sul Sistema Industriale brindisino. L’idea del Sindaco – la sintetizziamo per economie di tempo e spazio – è che l’Industria a Brindisi debba progressivamente scomparire, lasciando spazio ad altri settori come l’economia turistica e quella culturale. Una idea totalmente in linea con il grande investimento che l’Amministrazione Marchionna ha avviato con la candidatura a Capitale della Cultura. Una iniziativa lodevole e che il Sindacato sostiene con forza e convinzione del tutto compatibile con altri settori economici da sempre propri di Brindisi come l’Industria. Dalle parole del primo cittadino invece appare come se la “vecchia e non più moderna” economia a base industriale debba completamente lasciare il passo ad altri settori. Pazienza se le aziende chiudono senza alternative per i lavoratori, l’Industria e le industrie vanno smantellate. Letteralmente smantellate: gli stabilimenti industriali che non sono ritenuti più vantaggiosi – prima fra tutti la Centrale Enel di Cerano – devono essere smantellati pezzo per pezzo per lasciare spazio ad altre e diverse iniziative che verranno. Lo smantellamento degli stabilimenti industriali per il Primo Cittadino costituirebbe il primo concreto passo verso la Transizione Green ed una occasione di lavoro per gli operai in licenziamento che sarebbero impegnati per qualche anno a smantellare quelle realtà che garantivano loro la certezza di un salario con cui sostenere le proprie famiglie.
E dopo qualche anno? Non si sa. Forse la Cultura a Brindisi sarà cresciuta così tanto da dare lavoro a centinaia di operai ed alle maestranze specializzate che nel frattempo saranno divenute guide turistiche, librai o bravi ristoratori. Abbiamo i nostri dubbi su questa prospettiva.
Al Sindacato tale visione appare insostenibile. Conosciamo abbastanza il mondo del lavoro per osservare che difficilmente vi potrà essere un pieno e totale assorbimento delle centinaia di lavoratori industriali che oggi rischiano di perdere l’occupazione in altri settori con competenze e caratteristiche totalmente diverse dall’Industria; ancora più improbabile è che ciò accada in un tempo tanto breve da non lasciare alcuno senza stipendio. Non comprendiamo davvero come un politico preparato ed attento come Marchionna possa realmente sostenere tale “strategia”, come da egli stesso definita nell’incontro con i Sindacati, di “de-commissioning” che se realmente messa in campo avrebbe come unico risultato il deserto industriale, economico ed occupazionale nella città e nel territorio di Brindisi. Una Brindisi più green e con meno ferraglia nelle foto dello skyline ma nella quale migliaia di famiglie non avrebbero di che sopravvivere. Così Brindisi potrebbe finalmente compiere la sua Transizione… verso il nulla!
NO! Tale prospettiva è inaccettabile per il Sindacato. Non è “de-commissionando” che si salva il lavoro e l’economia di questa terra. È “commissionando”, investendo in nuovi progetti industriali – certamente rispettosi dell’Ambiente ma progetti ed investimenti Industriali – che la rotta della disoccupazione e del decadimento economico può essere invertita.
La visione del Sindaco e della sua Amministrazione ci ha fortemente deluso. Se già le Istituzioni Locali chiedono che l’Industria lentamente scompaia, quale supporto potrebbe arrivare da Roma o Bruxelles?
Il Sindacato continuerà nella sua battaglia, nel coinvolgimento di tutte le altre Istituzioni Locali e Nazionali perché l’Industria abbia a Brindisi un futuro, perché i suoi lavoratori possano continuare ad essere degni figli di questa terra e Brindisi possa continuare a “commissionare” sviluppo e benessere.

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