Dopo il question time alla Camera dei Deputati, con domanda del deputato Mauro D’Attis e risposta del Ministro Provenzano si è riaperta la polemica sul Contratto Istituzionale di Sviluppo delle province di Brindisi e Lecce.
Scrivono Roberto Cavalera e Gianluca Quarta (del gruppo consiliare di Forza Italia): Grazie ad una interrogazione parlamentare dell’on. Mauro D’Attis, adesso i brindisini conoscono la verità in relazione al Contratto Istituzionale di Sviluppo Brindisi/Lecce. Una realtà diametralmente opposta rispetto a quello che ha detto per mesi il sindaco Rossi, il quale ha descritto una situazione che si è rivelata inesistente.
Intanto, va detto che, come ha affermato in aula il ministro Giuseppe Provenzano, la dotazione finanziaria del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014/2020 è totalmente esaurita e quindi Brindisi tutt’al più potrà tentare di inserirsi nella programmazione dello stesso Fondo per le annualità 2021/2027. Non c’è, quindi, nessun assegno che il Governo era pronto a staccare per la città di Brindisi.
Dal rappresentante del Governo, poi, è emerso con chiarezza che saranno finanziati solo CIS che comprendono aree vaste e quindi è una mera illusione la possibilità che si vari un Contratto che comprenda progetti dei soli capoluoghi di provincia di Brindisi e Lecce.
Da ultimo, il Ministro ha precisato che il Contratto da proporre al Governo non dovrà essere un semplice “progettificio”, nel senso che si dovranno individuare quelle opere infrastrutturali la cui realizzazione costituisca un serio volano per l’economia e lo sviluppo del territorio. A tal proposito, Forza Italia, in sede di conferenza dei Capigruppo, aveva già evidenziato come le schede presentate dall’amministrazione Rossi rischiavano di non trovare il consenso del Governo, in quanto concernenti, per la gran parte, mere opere di ristrutturazione di immobili, inidonee a costituire un volano per l’economia. Rischio che oggi, sulla base delle puntualizzazioni del Ministro, diventa reale e concreto.
Come dire, insomma, che quanto fatto fino ad oggi dall’Amministrazione-Rossi vale zero e, quindi, le legittime aspettative della comunità locale a vedersi riconosciute condizioni di sviluppo rischiano concretamente di essere disattese.
E’ l’ennesima dimostrazione di come questo sindaco intende continuare a governare Brindisi. Nel frattempo la città sprofonda nei debiti ed il futuro è sempre più a tinte fosche.
Mauro Vizzino – consigliere regionale: “L’intervento in aula del Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano fa finalmente chiarezza sul futuro del Contratto Istituzionale di Sviluppo di Brindisi e Lecce.
E’ ormai certo che non ci sono più risorse derivanti dalla programmazione 2014/2020 del Fondo di Sviluppo e Coesione ma, al contempo, ci sono tutti i presupposti per candidare il nostro Contratto per la programmazione 2021/2027 dello stesso Fondo.
Sarà necessario, però, tenere in debita considerazione le ulteriori indicazioni fornite dal Ministro e che riguardano la necessità di evitare che si presenti un semplice elenco di progetti non finalizzati ad una crescita economica ed occupazionale del territorio e che si programmi un pieno coinvolgimento di un’area vasta.
Proprio per questo, superando ogni inutile forma di dualismo e logiche di campanile, occorre insediare in tempi brevi un tavolo di lavoro in cui sindaci, parlamentari e consiglieri regionali, esponenti del mondo produttivo e del lavoro lavorino per dar vita ad una richiesta articolata di intervento dello Stato che sia in grado di generare sviluppo, utilizzando al meglio le potenzialità del nostro territorio.”
“Esprimo totale soddisfazione per il contenuto della risposta data quest’oggi in aula a Montecitorio dal Ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano, al question time proposto dal collega Mauro D’Attis, che ringrazio per la sua iniziativa, riguardante lo stato del Contratto Istituzionale di sviluppo di Lecce e Brindisi. La risposta è così chiara da porre fine alle polemiche pretestuose scatenate contro l’incontro da me promosso con il Sottosegretario Mauro Turco insieme alle istituzioni e associazioni produttive locali tenutosi venerdì scorso al Palazzo della Città di Mesagne.” È quanto si legge in una dichiarazione rilasciata dal deputato Giovanni Luca Aresta del M5S.
“Non solo non c’è stata alcuna sgrammaticatura istituzionale nella nostra iniziativa – prosegue Aresta – ma proprio questa iniziativa ha avuto il merito di sollevare la questione che rischiava di finire in un binario morto o nel dimenticatoio. Sono significative e importanti le parole del Ministro, quando afferma che i CIS devono coinvolgere non una singola città ma una area vasta e devono servire allo sviluppo dell’intero territorio. Esattamente le cose che abbiamo sostenuto quando abbiamo parlato della necessità di un percorso includente in grado di coinvolgere tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici di Brindisi città e della sua provincia.”
“Mi auguro – conclude Aresta- che adesso si ponga fine ad anacronistiche guerre di campanile e si cominci a lavorare collegialmente per l’interesse di tutta la nostra comunità. Non si tratta di disfare il percorso fino ad oggi fatto, ma semmai di implementarlo con progetti che rispondano maggiormente ai requisiti necessari previsti per accedere ai fondi dei Contratti Istituzionali di Sviluppo.”
Questo l’intervento di Claudio Niccoli (Idea per Brindisi): “Ma insomma , state governando ? State giocando sulla pelle della città? Avete messo in moto meccanismi di illusione pericolosissimi, per la tenuta sociale.
Il C I S, Brindisi –Lecce , sbandierato ai 4 venti , con conferenze stampa , interviste , delibere di giunta , che prevedeva 250 milioni di euro per le due città , non esiste più.
Se lo sapevate già , avete preso in giro un popolo e la città.
Se non lo sapevate, siete in una bruttissima fase di deresponsabilità, di vacatio di autorevolezza , di mancanza di collegamenti istituzionali, siete chiusi nella vs. corte dei miracoli a cantare a parlare del nulla a proporre il nulla a realizzare il nulla.
Peccato avreste potuto rappresentare una diversità nella gestione amministrativa , avete solo fatto casini dapertutto, dal bilancio , all’urbanistica , alla programmazione , al confronto anzi scontro con altre istituzioni del territorio.
In Italia governano Il Partito Democratico e i 5 stelle , a Brindisi governano il PD e tante anime civiche e non della sinistra fondamentalista , il fallimento non può riguardare solo Riccardo Rossi , utilizzato come una icona di cambiamento , di diversità , in una città assetata di proposte di nuovismo al di là di tutto .
Il fallimento è politico soprattutto del partito di maggioranza relativa , al di là dei soggetti che ora governano quel partito , la sconfitta è politica di una intera classe dirigente che ha mostrato tutti i suoi limiti , di capacità ,, autorevolezza e competenza .
Nessuno si illuda di cambiare solo gli uomini che ora rappresentano il Pd , per imbrogliare gli elettori dicendo che loro non c’erano , che loro non hanno nulla a che fare con il fallimento politico del Comune di Brindisi e della Provincia di Brindisi.
Il fallimento è del Partito democratico ad ogni livello di rappresentitività.
Bisogna voltare pagina , non ci sono più le competenze per gestire una città difficile , che si trova a dover decidere sul proprio futuro, con un presente disastroso, c’e’ bisogno di autorevolezza , c’è bisogno di riaprire i confronti seri,politici tra la maggioranza e le opposizioni , mantenendo ognuno il proprio ruolo,abbiamo il gravoso compito di decidere il futuro di questa città , in un periodo stretto che andrà ,dal 2021 /2026, dove si dovrà decidere con autorevolezza sul , Porto, sull’Industrie,sul comparto energetico , sul turismo,sull’innovazioni tecnologiche ,sull’agricoltura e tanto altro.
Ci auguriamo che Il governatore Emiliano rispetti l’impegni presi in campagna elettorale e nomini nel governo regionale un rappresentante del territorio brindisino.
Abbiamo letto tanti stucchevoli e stereo tipati , comunicati stampa tesi a prendersi la primogenitura della scoperta di una non esistenza di fondi per il Cis, noi ci sentiamo di ringraziare il parlamentare brindisino Mauro D’Attis, che coordinandosi con tutti i partiti e i rappresentanti istituzionali del Centro destra, nessuno escluso, nella sua funzione di parlamentare del territorio e non come rappresentante di un partito, ha voluto intervenire sulla vicenda Cis, interrogando ,per un dato oggettivo , come parlamentare di F.I. il Ministro Provenzano ,scoperchiando quello che tutte le forze politiche del Centro destra dicono da un anno e più, pur nella diversità di posizioni.
Inviterei tutti ad ascoltare un intervista rilasciata ad una testata giornalistica dal ex Sen. Salvatore Tomaselli del Partito Democratico, uno dei responsabili nazionali del comparto Energia ed Industria, per capire come la politica del territorio e la politica di chi governa oggi le istituzioni, sia lontana e non abbia interlocuzione con i livelli decisionali di quel partito e con il governo del Paese.
Fatto gravissimo per BRINDISI.
Abbiate uno scatto di dignità e fate ciò che è meglio per la città ed il territorio, riconoscete le vostre gravissime colpe e siate consequenziali, fatelo per il bene di Brindisi e dei brindisini.
Per l’On. Andrea Caroppo, Parlamentare Europeo “I progetti delle sole città di Brindisi e Lecce non sono nè sufficienti nè coerenti con lo strumento del CIS: quel contratto istituzionale di sviluppo va assolutamente ripensato, includendovi la zona cerniera che ricomprende i comuni a Sud di Brindisi e a Nord di Lecce, peraltro da sempre caratterizzata da una vocazione produttiva», è quanto dichiara in una nota l’europarlamentare di Sud in Testa Andrea Caroppo intervenendo nel dibattito sul CIS di Lecce e Brindisi sollevatosi a seguito delle dichiarazioni in Aula del Ministro Provenzano in risposta all’interrogazione dell’On. D’Attis.
«Ci sono due fatti insuperabili – spiega Caroppo. Il primo è che i contratti istituzionali di sviluppo devono coinvolgere un’area vasta e non una singola cittadina; il secondo è che i relativi progetti devono conseguire il fine specifico della misura ovvero rappresentare un volano per l’economia e lo sviluppo industriale e occupazionale di quel territorio.
A questo punto è evidente che quel CIS va ripensato, includendo l’area del sud brindisino e del nord leccese peraltro da sempre caratterizzata da una specifica vocazione produttiva, oggi mortificata dalla crisi di sistema.
Mi auguro – conclude Caroppo – che i rappresentanti dei territori interessati avviino con senso di responsabilità un percorso in tal senso, individuando, insieme agli altri enti interessati, progetti strategico e che abbiano un effetto moltiplicatore per l’economia di un’area che necessita di essere valorizzata“.
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