July 31, 2025

CONTESSA (ANCE BRINDISI): “BRINDISI PUÒ ESSERE IL TERRITORIO PILOTA PER IL PIANO CASA DI CONFINDUSTRIA E ANCE. LE CONDIZIONI CI SONO. FACCIAMOLO INSIEME”
Brindisi ha tutte le carte in regola per diventare un modello nazionale di rilancio territoriale attraverso l’edilizia. È un territorio che, dopo anni segnati da crisi industriali da fine ciclo e transizioni ancora incompiute, oggi offre le condizioni ideali per attrarre investimenti, creare occupazione e fornire risposte concrete al bisogno abitativo.
Come ANCE Brindisi crediamo che il nostro settore – l’edilizia – possa essere l’elemento chiave di questa rinascita. A partire dalla disponibilità di alloggi a basso costo, la provincia di Brindisi presenta valori immobiliari tra i più accessibili d’Italia: secondo i dati più recenti, il prezzo medio al metro quadro per le abitazioni di tipo economico si attesta tra i 1.000 e i 1.250 €/mq, ben al di sotto delle medie nazionali e regionali. Un valore così contenuto da rendere, di fatto, gran parte del nostro patrimonio immobiliare comparabile – sotto il profilo economico – a quello dell’housing sociale di aree più ricche del Paese, pur non essendolo formalmente. Questo fattore rappresenta un’opportunità strategica: il nostro territorio può offrire soluzioni abitative accessibili e di qualità a lavoratori, famiglie, giovani e professionisti impiegati nei settori produttivi, nella logistica e nei servizi avanzati, diventando così un polo attrattivo per nuovi insediamenti e investimenti.
In tal senso il Piano Casa – da tempo proposto dal Presidente di Confindustria Emanuele Orsini e condiviso dalla Presidente di ANCE Federica Brancaccio – qui in parte è già esistente e si può fare davvero. Anzi: Brindisi può essere il territorio pilota per realizzarlo perché qui esistono le condizioni economiche e sociali ideali, le risorse, le competenze tecniche e imprenditoriali necessarie. C’è solo bisogno di una visione di sviluppo concreta, condivisa e orientata al futuro.
Nel territorio di Brindisi c’è poi un patrimonio di manodopera specializzata: possiamo contare su lavoratori esperti, molti dei quali provenienti da grandi realtà industriali che hanno dismesso o ridimensionato le proprie attività. Un bacino di competenze che oggi chiede solo di essere valorizzato in nuove filiere e in nuovi progetti.
Le infrastrutture sono un altro asset decisivo: porto e aeroporto, veri motori della mobilità e della logistica, sono entrambi oggetto di interventi di potenziamento e ammodernamento. Il porto di Brindisi, in particolare, è sempre più proiettato verso un ruolo strategico nel Mediterraneo, mentre l’aeroporto “Papola Casale” rappresenta una porta d’accesso internazionale, efficiente e connessa.
Il tutto si completa con le ampie aree disponibili nella zona industriale di Brindisi, pronte ad accogliere nuovi insediamenti. In queste aree non mancano nemmeno le utilities: disponibilità idrica garantita dal bacino del Cillarese, rete elettrica consolidata, connessioni digitali e viarie già operative.
Ma per far sì che questa spinta diventi sistema servono strumenti urbanistici adeguati, regole chiare e stabili, certezza del diritto. I potenziali investitori devono sapere con chiarezza cosa si può fare, dove, con quali tempi e quali vantaggi. Non c’è attrattività senza trasparenza amministrativa, tempestività nelle procedure e convenienza economica.
E c’è un’urgenza in più: dobbiamo farlo anche per salvaguardare il settore delle costruzioni, che rappresenta oltre un terzo del PIL nazionale e che rischia oggi un drastico rallentamento dopo la fine della bolla dei bonus edilizi e della stagione straordinaria del PNRR. Senza nuove politiche strutturali e visioni territoriali concrete, rischiamo di disperdere competenze, occupazione e opportunità.
Per realizzare tutto ciò serve una concertazione vera tra tutti gli attori del territorio: istituzioni, associazioni di categoria, sindacati, imprese, sistema creditizio. Ognuno con il proprio ruolo e responsabilità sociale, ma lavorando insieme. Perché insieme valiamo di più.
Brindisi può rinascere, come una fenice dalle sue ceneri, e diventare un laboratorio di rigenerazione urbana, produttiva e sociale. Perché è proprio dalle aree di crisi che può germogliare lo sviluppo più autentico, quello che nasce dalla volontà condivisa di costruire il futuro.

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