December 9, 2023

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Pratiche edilizie e piani di recupero in variante: sì alla pdl in quinta Commissione

Sì a maggioranza della quinta Commissione permanente del Consiglio regionale (ambiente) alla proposta di legge dei consiglieri della maggioranza Fabiano Amati, Alessandro Leoci e Mauro Vizzino “Piani di recupero in variante definitivamente approvati. Norme per la definizione delle pratiche edilizie”. Sul provvedimento hanno espresso il consenso i rappresentanti del
Centrosinistra, Fratelli D’Italia e Forza Italia, contrario il Movimento 5 Stelle, astenuta la Lega. Nella riunione convocata dal presidente Francesco Paolo Campo è stato anche approvato, con la stessa votazione, un emendamento proposto dal consigliere Amati, che rimuove le questioni di possibile incostituzionalità, segnalate dall’ATN, l’analisi tecnico normativa dell’iniziativa legislativa.
L’articolo unico consente la definizione sollecita delle pratiche edilizie – di conformità in variante agli strumenti urbanistici – relative ad incrementi volumetrici negli immobili, consentiti da leggi regionali vigenti (come il piano casa 2009), ma effettuati prima della definizione formale della pratica originaria in variante. La norma è rivolta alla generalità dei casi di varianti di recupero approvate definitivamente dalla Regione Puglia, ma la cui domanda di condono è in corso di definizione presso gli uffici comunali. Scongiura il verificarsi del paradosso di dover demolire le modifiche edilizie, pur rispettose del volume massimo d’incremento consentito, “apportate alla parte dichiarata conforme allo strumento urbanistico con la variante di recupero”, per poi ricostruirle dopo il rilascio dell’abilitazione edilizia, che autorizza l’incremento della volumetria demolita. “Una situazione irragionevole, oltre che paradossale”, hanno commentato i proponenti, causata dalle lungaggini nella definizione di pratiche edilizie relative ai piani di recupero in variante adottati dalla Regione Puglia nel 2005, rispetto alle quali leggi regionali successive come il piano casa hanno autorizzato ulteriori addizioni di volumi edilizi, fino al limite del 20%.
Di fatto, si sono già verificate situazioni di allarme igienico-sanitario di interesse pubblico, che coinvolgono migliaia di persone, dal momento che la mancata definizione delle pratiche edilizie, sia pure per aumenti conformi in virtù del piano di recupero in variante, non consente di realizzare allacci alla rete idrica e fognaria. Intere famiglie sono costrette ad emungere acqua dalla falda sotterranea e a fare ricorso a pozzi neri, anche in condizioni precarie.
Nel corso del dibattito dall’assessore all’ambiente Anna Grazia Maraschio ha ribadito il parere negativo dell’Assessorato regionale alla proposta di legge. L’ambito applicativo delle pratiche edilizie non appartiene alle competenze del legislatore regionale, materia di competenza esclusiva dello Stato regionale, a parere dell’Assessorato si profila un condono edilizio che non può essere legiferato dalla Regione. L’intesa Stato-Regione del 2009 ha previsto il divieto assoluto di incentivi edilizi volumetrici per gli edifici abusivi.
Il consigliere Amati si è detto disponili a valutare con il Governo regionale ipotesi alternative compatibili con le analisi tecniche e la Costituzione.

“Approvata in Commissione la proposta di legge che consente l’applicazione del Piano Casa alle contrade di Brindisi-Torre Rossa, Sant’Elia e Montenegro, oggetto di un Piano di recupero in variante approvato nel 2005 dalla Giunta Vendola su proposta dell’assessore Barbanente. Ora subito in Consiglio per evitare che centinaia di cittadini possano finire per strada o continuare a vivere senza acqua e fogna”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati.
“Ringrazio i colleghi con me proponenti Vizzino e Leoci, il Presidente della Commissione Paolo Campo e la gran parte dei i colleghi di maggioranza e opposizione che in Commissione hanno votato a favore.
Si tratta di una norma che, prendendo atto dell’esistenza di numerose domande di condono ritenute conformi agli strumenti urbanistici con l’approvazione regionale di un Piano di recupero in variante, si preoccupa di consentire la definizione delle pratiche edilizie sulla base del principio di doppia conformità, purché sussistente sia al momento della realizzazione dell’incremento volumetrico, che all’atto del rilascio del titolo, così come sancito dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 107 del 2017.
Ringrazio la sezione Affari e Studi Giuridici del Consiglio regionale per i preziosi suggerimenti, oggetto poi di apposito emendamento approvato, finalizzati a evitare contenziosi in materia di conflitto di attribuzioni.
Ora la parola passa al Consiglio regionale, nella consapevolezza che la nostra attività deve essere sempre improntata al tentativo di trasformare i problemi in soluzioni, piuttosto che nel sedersi a guardare mettendosi in attesa che una possibile soluzione si trasformi in problema, così da scrollarsi di dosso il peso delle sofferenze umane. Cioè la nostra missione principale”.

/comunicato

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