Alcune considerazioni si rendono necessarie con riferimento al cosiddetto “decreto energia”, che tanto sta facendo discutere in questi giorni.
Innanzi tutto le procedure legate a tale decreto sono gestite in toto dal Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, il cui ministro, Gilberto Pichetto Fratin, è un autorevole esponente di Forza Italia, più volte venuto di persona a Brindisi, invitato dalle autorità di governo locali.
Tale decreto, di maggio scorso, concedeva 120 giorni di tempo per identificare i due porti nel meridione d’Italia in cui sviluppare l’eolico offshore, per cui tali termini sono scaduti da circa due mesi Come è noto, per averlo rimarcato in più occasioni l’on. Mauro D’Attis, autorevole esponente locale di Forza Italia, evidenziando che si tratta di una opportunità di sviluppo imperdibile, il Porto di Brindisi ha presentato la sua candidatura assieme a quello di Taranto La Commercio di Taranto che di recente ha inglobato a sé quella di Brindisi, molto attenta allo sviluppo del solo porto di Taranto ha pesino organizzato un convegno con al centro l’argomento dell’eolico offshore, mentre su Brindisi, sullo sviluppo del suo porto e sull’eolico offshore nella parte adriatica della Puglia meridionale è calata una cappa di assoluto silenzio. Al punto che non è peregrina l’idea che si stia ancora una volta tramando, cento chilometri più a nord della nostra città, per fagocitare questa iniziativa, nel silenzio di chi, pure, fino a pochi mesi fa, avendo funzioni di governo locale bella nostra città, lo sbandierava ai quattro venti come la panacea per il nostro porto e la nostra economia.
Ci piacerebbe sapere dall’On. D’Attis e dai nostri amministratori locali il perché di questa brusca frenata sull’argomento eolico offshore, tenuto conto che si tratta davvero di una irripetibile opportunità di sviluppo economico ed occupazionale per Brindisi
I consiglieri comunali
Michelangelo Greco
Pasquale Luperti
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