L’indignazione della politica di fronte al rilascio dell’AIA per la discarica in contrada Formica è la dimostrazione lampante di una incongruenza legislativa e programmatoria nei confronti di un tema, quello dei rifiuti (urbani, speciali o pericolosi), che non si vuole o non si è capaci di risolvere. Può la politica, ai diversi livelli rappresentata, negare che l’emergenza sull’atavico tema rifiuti non sia stata, in un qualche modo, perseguita? Se così non è, allora ci troviamo di fronte ad una inadeguatezza straordinaria, delle due l’una, non si sfugge.
Se si vuol far divenire Brindisi il terminale dello smaltimento di rifiuti che altri producono, lo si dica chiaramente, poiché si è stanchi di doversi difendere da uno stillicidio di attacchi: tra chi voleva costruire una torcia al plasma di antoniniana memoria, tra chi vuole bruciare rifiuti (con i più disparati acronimi) nelle centrali elettriche, tra chi vuole riaprire la discarica ASI (Termomeccanica) e tra chi riapre discariche ormai dichiarate esaurite (Formica).
È appena il caso di rammentare che a Brindisi c’è un numero eccezionale di discariche rispetto al numero di abitanti e di rifiuti prodotti e queste hanno, in molti casi, esteso il proprio impatto negativo ai corpi idrici prospicienti o sottoposti.
Il problema rifiuti si dibatte tra una legge forse carente ma che voleva far uscire la Puglia dall’emergenza e l’incapacità di controllo sulla sua attuazione.
Potremmo scrivere pagine d’indignazione e d’accuse, ci limitiamo a suggerire alla politica responsabile una maggiore attenzione e a non giocare sulla pelle dei cittadini. A Brindisi vi sono già troppe emergenze ambientali, non è proprio il caso di renderle ancor più critiche.
Chiamiamo la Regione Puglia al ragionevole rispetto della volontà espressa negativamente, e sostenuta tecnicamente, dal territorio, nella fattispecie dalla Provincia di Brindisi; la sollecitiamo a ritirare l’AIA concessa poiché è moralmente discutibile aggredire, danneggiando, un territorio per risolvere problemi derivanti da altrui responsabilità.
COMUNICATO STAMPA SI DEMOCRAZIA
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