April 30, 2025

Il rinnovo del Consiglio provinciale di Brindisi ha fatto uscire clamorosamente allo scoperto i limiti oggettivi, e soggettivi, dei partiti che attualmente coprono lo scenario politico locale.

 

Poteva essere l’occasione propizia per ricostruire un serio e affidabile sistema di regole politiche ed istituzionali, e invece, di esse regole se ne è fatto strame.

 

Poteva, semmai, costituire l’occasione per realizzare una piattaforma programmatica unitaria e di alto profilo sui temi più urgenti da affrontare dal prossimo lunedì: Santa Teresa, crisi del settore aeronautico, ruolo e rapporti con la grande industria operante sul territorio brindisini, mentre, purtroppo, è diventata qualcosa di molto simile a una corrida strapaesana in cui l’obiettivo è appiccicarsi sul bavero una medaglietta di latta al fine di poter più agevolmente millantare credito utilizzando ruoli politici privi di consistenza concreta.

 

A ciò sia aggiungano alcuni dati, accertati e di una gravità inaudita, che vedono come protagonista in negativo un ceto politico ormai talmente abituato a metabolizzare tutto in vista di miserevoli obiettivi da farsi scivolare addosso il fatto che alcuni candidati adoperino metodi e strumenti illeciti pur di conseguire il voto di uno o più consiglieri comunali.

 

Con la conseguenza che il livello medio si abbassa sempre di più, amplificando a dismisura la distanza tra Politica e Paese reale.

Che tutto ciò sia la conseguenza della demenziale legge Del Rio è fuor di dubbio. Ma che debba essere proprio il ceto politico a giustificare a posteriori il tentativo, fallito, della cancellazione delle province è quanto di più insensato si potesse ipotizzare.

 

 

Avv. Euprepio Curto

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