Livia Antonucci coordinatrice cittadina FI Brindisi
Numerosi abitanti dei rioni Casale e Paradiso ci hanno segnalato una situazione davvero preoccupante. La postazione del servizio 118 sita al rione Casale, è stata dismessa e le ambulanze trasferite all’ex Ospedale di Summa. Questa situazione desta non poche preoccupazioni agli abitanti ai quali Rossi, revocando la convenzione dei locali e non trovando nuova allocazione, di fatto ha scippato un servizio ‘salvavita’ che riusciva a coprire un vasto territorio oltre al Casale e al Paradiso. Pensiamo al rione Materdomini, la contrada Betlemme, Apani ecc.ecc.
Una superficialità, quella di Rossi e della sua Giunta, che lascia basiti se consideriamo l’importanza che assume la tempestività di intervento e la velocità di trasporto eventuale presso una struttura ospedaliera. Tempestività e velocità indispensabili, considerato che le ambulanze, ahinoi, viaggiano senza figure mediche.
Si può soprassedere sull’eliminazione di altri servizi meno importanti, ma sulla possibilità di salvare la vita ai propri cittadini, un Sindaco dovrebbe intervenire senza ‘se’ e senza ‘ma’.”
Gruppo Esecutivo del Comitato Sciaia Materdomini:
Aspettare l’ambulanza per più di venti minuti per un’emergenza sanitaria per noi residenti di zona Materdomini non è più un incubo ma una realtà. E’ successo questa mattina e succederà di nuovo.
Infatti l’ambulanza non parte più dal solito presidio del casale, ma parte dal Di Summa. Questo perché l’amministrazione comunale ha destinato i locali dello stabile ad altre finalità e altri scopi
artatamente imposti e non alla sicurezza ed alle emergenze dei contribuenti/elettori di zona Materdomini, contrada Bletemme, e tutte le altre zona periferiche che hanno (dovrebbero avere) la stessa dignità, gli stessi diritti e la stessa considerazione, di tutte la altre zone della città.
Nonostante le promesse in campagna elettorale relative al riconoscimento dei comitati di quartiere, non si è riusciti ad andare oltre le belle parole acchiappaconsensi sui social.
Nonostante gli incontri, gli impegni e tutti i sorrisi rassicuranti, che ora scopriamo solo di facciata, l’amministrazione comunale ha pensato bene di far prevalere altri interessi, altre esigenze altre priorità che danneggiano noi residenti a rischio addirittura della vita.
Abbiamo dovuto coinvolgere il consiglio comunale per la sicurezza della zona. Ma neanche l’organo rappresentativo cittadino è stato considerato.
Tutto questo è ingiustificabile, intollerante ed irritante.
Abbiamo evitato di sollevare polveroni durante l’estate, per evitare di rompere presunti equilibri che avrebbero portato benefici diffusi anche al nostro quartiere. Così non è stato.
Non si può più andare avanti in questo modo. Si tratta di tutela sanitaria e sicurezza. Le fondamenta della gestione della cosa pubblica che ci vengono negate. Cosa dobbiamo fare per farci ascoltare?
Non siamo più disponibili al dialogo se finanche la decisione del consiglio comunale di Aprile per la sicurezza della zona, non solo non è stata ascoltata, ma è stata addirittura calpestata togliendo quel poco che avevamo: un presidio sanitario di prossimità.
La pazienza ha un limite e questo è stato superato.
No Comments