A Brindisi la gestione della sosta tariffata sta delineando una città a due velocità, dove la disparità di trattamento tra quartieri solleva dubbi di equità sociale e amministrativa.
Il caso più eclatante riguarda la differenza tra il Centro Storico e il quartiere Commenda, una distinzione che ha spinto molti residenti a sentirsi cittadini di “serie B”.
Nel cuore della città, le strisce blu e rosse seguono una logica che tiene conto dei ritmi biologici e commerciali: il pagamento del ticket si interrompe durante la fascia pomeridiana, solitamente dalle 14:00 alle 16:00. Questa pausa garantisce ai residenti e ai visitatori una finestra di gratuità che facilita il rientro a casa per il pranzo o una sosta veloce senza l’incubo del parchimetro.
Spostandosi di pochi chilometri verso il quartiere Commenda, lo scenario cambia drasticamente. Qui, la sosta a pagamento non conosce sosta. Nelle vie principali del quartiere come viale Commenda il ticket si paga ininterrottamente per tutta la giornata. Non esiste “ora d’aria” tra le 14 e le 16, costringendo chi vive o lavora in zona a un esborso continuo.
Perché questa disparità?
Questa politica crea una netta distinzione tra “figli e figliastri”: I residenti della Commenda, quartiere ad alta densità abitativa e commerciale, subiscono una pressione fiscale indiretta superiore rispetto a chi vive in centro.La mancanza della pausa pomeridiana penalizza chi rientra dal lavoro e deve parcheggiare sotto casa anche solo per un’ora, trovandosi costretto a pagare nonostante il flusso di traffico in quella fascia oraria sia sensibilmente ridotto.
La cittadinanza chiede a gran voce un’uniformità di trattamento. Se il parcheggio a pagamento nasce per favorire il ricambio dei veicoli nelle zone commerciali, non si comprende perché questa logica debba essere applicata con rigidità estrema alla Commenda e con flessibilità al Centro.
È necessario che l’amministrazione comunale e la società che gestisce i parcheggi, attualmente la BMS (Brindisi Multiservizi), rivedano il piano della sosta per eliminare questa ingiusta discriminazione territoriale. Una città unita non può permettersi di trattare i propri residenti in base al codice di avviamento postale.
Maurizio Pesari
