Il gasdotto proposto dalla società TAP ha provocato non poca confusione nelle analisi e nelle scelte politico-istituzionali. In un primo momento, infatti, sono passati quasi sotto silenzio gli accordi internazionali e la definizione dell’impianto quale opera strategica non tenendo presente che il calo costante della domanda di gas in Europa ed in Italia non giustifica il fabbisogno di tanto metano.
E neppure si è aperto alcun serio confronto sulle scelte da operare nella fase di studio di fattibilità, periodo in cui avrebbero potuto e dovuto essere adeguatamente valutate le possibili localizzazioni nell’area di S. Foca-Melendugno, i diversi siti nella zona ed il ricorso a strumenti analitici più rigorosi come la valutazione di incidenza ambientale per approfondire la compatibilità degli impianti su aree vincolate, quali i siti di interesse comunitario.
Si è così giunti a far aprire la procedura di valutazione d’impatto ambientale che prevede tempi e ruoli ben definiti per esaminare l’unico sito prescritto e che attribuisce alla Regione il compito di emettere un parere non vincolante.
Si è perso tempo in chiacchiere e si sono montate campagne propagandistiche e strumentali.
Addirittura sconcertante è il tentativo di alcuni rappresentanti politico-istituzionali di difendere il proprio “orticello” elettorale provando a spostare a Brindisi l’approdo del gasdotto.
Dalla Regione Puglia e dalle altre istituzioni interessate, ma soprattutto dai deputati, dai consiglieri regionali e dagli esponenti politici del Salento ci attendiamo maggiore attenzione e la dovuta coerenza.
Non si accampino pretestuose richieste di delocalizzazione legandole a ridicole ipotesi di riconversione della centrale Brindisi Sud ignorando che centrali molto più moderne, che bruciano gas in impianti a ciclo combinato, sono in profonda difficoltà o chiudono. Si presentino invece osservazioni scientificamente fondate nell’ambito della procedura V.I.A. in corso o, seppur in grave ritardo, si chieda il blocco di tale procedura perché viziata e condizionata da una strategicità dell’opera non motivata e da strumenti di valutazione non appropriati. La demagogia non giova alle nostre comunità e danneggia i politici che ad essa fanno ricorso.
COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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