May 4, 2025

Alla vigilia del debutto annuale della compagnia “Teatro in Libertà” che porterà in scena, presso il teatro Impero di Brindisi il “Tartufo”, uno dei capolavori di Molière, incontro il prof. Vito Pascariello, da anni stimato regista e primo attore della compagnia. Siamo alla “ Belle Epoque”, un elegante Bar del rione Paradiso, davanti ad una tazza di caffè fumante che di certo favorirà le sinapsi e la favella …

 

D. Buongiorno Professore, e grazie di aver accettato il mio invito a darci qualche ragguaglio ed anticipazione sul lavoro che porterete venerdì sera all’Impero. Dico subito, a beneficio dei lettori, che non farò come i vecchio Augias il quale, quando ospita amici in studio, si ostina a dare loro del “ Lei “. Noi, nel nostro piccolo, siamo meno “ tartufi “ e, conoscendoci da una vita, ci daremo tranquillamente del tu …
R: Sì, presenteremo al pubblico brindisino “ Le Tartuffe ou l’imposteur “, una delle più felici commedie del grande Molère, una satira dissacrante e irriverente nei confronti della bigotteria e dei falsi perbenismi di chi ostenta ipocrite virtù. L’opera fu la più censurata tra quelle scritte dal genio d’oltralpe. Presentata nel 1664, fu subito avversata dal partito dei devoti di corte che convinse re Luigi XIV a interdirne la rappresentazione pubblica. Soltanto due anni più tardi, e dopo ulteriori revisioni, “ Il Tartufo “ poté andare in scena al Palays Royal riscuotendo il meritato, trionfale successo.

 

D. Facciamo però un passo indietro, come nei romanzi d’appendice,… parlaci un po’ della storia di questa compagnia filodrammatica, da quanto opera, da dove nasce …
R: Noi nasciamo ufficialmente come associazione culturale artistico teatrale il 20 marzo 2006. Il sottoscritto e un gruppo di insegnanti provenienti da altre esperienze teatrali, hanno voluto costituire l’associazione spinti da una grande passione per il teatro. Noi coltiviamo l’aspirazione di promuovere nella nostra città il “ Teatro “ inteso come crescita culturale e come stimolo per maggiori riflessione sulla natura umana : diceva Edoardo De Filippo “ La mia gioia è sapere che, uscendo dalla platea, ognuno sa di portare via con sé qualche cosa che poi gli sarà utile nella vita di ogni giorno “.

 

D. Questa è la seconda opera del signor Jeane Baptiste Poquelin, più noto con lo pseudonimo di Molière, che proponete. Nel 2015 avete portato in scena “ Il malato immaginario “, oggi tocca al “ Tartufo “.Parlaci di questa scelta e dei programmi futuri. A quando l’avaro?
R. La scelta è stata dettata dalla voglia di approfondire il teatro molieriano. Non abbiamo ancora pensato a progetti futuri. Siamo concentrati su questo lavoro ed ora non vogliamo distrarci. Ma vedrete che il prossimo spettacolo che allestiremo sarà all’altezza dei precedenti. In quanto all’ “ Avaro “, sì, avrei piacere farlo, anche se non mi dispiacerebbe tornare a Pirandello … vedremo.

 

 D. I testi che rappresentate sono sempre da Pasquale Calvino, abile e storico adattatore di copioni ben conosciuto dagli appassionati locali anche se da un pezzo è tornato nella sua “ Bella Napoli “…
R. Con Calvino ci conosciamo da oltre trent’anni e tra noi c’è sempre stata stima reciproca. Insieme abbiamo realizzato “ Uno strano evaso in casa mia “ di Sammy Fayad e “ Miseria bella “ di Peppino De Filippo. Poi Pasquale è tornato nella sua Napoli ma non per questo abbiamo interrotto la collaborazione artistica. Confidando nella sua esperienza e nel suo gusto teatrale, mi sono affidato a lui per tutti gli altri lavori che poi abbiamo messo in scena: “ Sarto per signora “ e La pulce nell’orecchio “ di Feydeau, “ Il Malato immaginario “ ed ora “ Il Tartufo “ di Molière “: tutte opere revisionate e adattate da Pasquale Calvino.

 

D. Ed ora dicci qualcosa sui bravi amatori che impegnano tanto del loro tempo libero per provare e studiare i ruoli, i movimenti giusti, l’impostazione della voce e quant’altro da te suggerito
R. Impegniamo davvero molto tempo libero per preparare i nostri spettacoli. L’impresa è sempre ardua: bisogna confrontarsi con alcuni attori di ridotta esperienza, che hanno difficoltà a inquadrare nel modo giusto i vari personaggi e che non hanno ancora guadagnato quella “ leggerezza “ indispensabile per porgere bene le battute. Si incomincia sempre dalla lettura del copione, dalle indicazione di regia, dalla storia dell’autore e dell’opera in oggetto, non trascurando le implicazioni psicologiche di ogni personaggio. Infine, per l’ultima fase, passo all’affidamento dei vari ruoli, alle impostazioni di dizione, recitazione, movimenti e posture: un lavoro davvero complesso …

 

D. Ho volutamente parlato di impegno e non di sacrifico perché coloro che coltivano una passione lo fanno senza sentire il peso di rinunce varie, lo fanno per piacere, per “ diletto “ , rivalutando quindi la definizione stessa di “ dilettante “ che non è affatto un termine dispregiativo o ironico come in parte è diventato per quella nota locuzione “ dilettanti allo sbaraglio “. Ma chi fa cultura ( non solo teatro, ma letteratura, musica, pittura, fotografia ecc. ), è sempre un valido operatore che si impegna a fare cose senza interessi e per puro diletto …
R. Già, siamo dei …” Dilettanti “. E’ un lusso che ci possiamo permettere, a differenza dei professionisti che vivono di teatro perché quello è il loro lavoro. Noi invece un lavoro già lo abbiamo e facciamo teatro solo per il piacere di farlo. E, siccome rispettiamo sempre il nostro pubblico, se non siamo al meglio non andiamo in scena …

 


D. Un’altra gradevole variante che impreziosisce i vostri allestimenti è la presenza sulla scena di vari musicisti; un’ulteriore chicca consiste invece nel fatto che un validissimo musicista come il maestro Vito Fiore ami cimentarsi invece nel ruolo … d’attore!

R. Sì, come Molière utilizzava la musica per compiacere il re Sole, anche noi ci serviamo di questa nobile arte per arricchire i nostri spettacoli. La violoncellista Claudia Fiore ha composto brani musicali appositi per utilizzarli da corredo sonoro sia in occasione del “ Malato Immaginario “” sia in questa occasione. La musica viene eseguita sul palco da un quartetto di professori d’orchestra. In quanto al Maestro Vito Fiore, egli è un mio vecchio amico e collaboratore ( insieme formiamo anche un duo di voce recitante – chitarra ), come è noto, Vito, oltre che docente, è un apprezzatissimo concertista di chitarra classica. Inoltre è stato tra i soci fondatori dell’associazione ed è anche un bravo attore !

 

D. Bene Vito, il caffè l’abbiamo sorbito, la chiacchierata a beneficio dei lettori l’abbiamo fatta, non resta che salutarci e darci quindi appuntamento in teatro dove, come di consueto, troveremo un grande pubblico pronto a seguirvi e ad applaudirvi …
R. Grazie per il tempo che hai voluto dedicarmi e arrivederci a venerdì sera. Mi auguro che quest’intervista incuriosisca i lettori di Brundisium inducendoli a non mancare allo spettacolo: ne vale davvero la pena, vi assicuro che condividerete con noi il piacere di immergersi nella storia e nelle atmosfere dell’immortale “Tartufo”

D. Grazie ancora professore e … sempre viva il Teatro!

 

Gabriele D’Amelj Melodia

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