July 14, 2025

Genere: Dark wave

Seconda prova sulla lunga distanza per gli Have A Nice Life, duo statunitense composto da Tim Macuga e Dan Barret, assurto a gruppo di culto della scena dark-post punk underground nel 2008, dopo la pubblicazione del loro primo album Deathconsciousness, una monumentale opera divisa in due dischi, impreziosita da un sostanzioso booklet ed un concept novellistico, che accompagnavano quella fu considerata essere la summa musicale di quanto proposto dalla scenda dark dalla fine degli anni 70′ al 2008, influenze incluse.

Lo status di gruppo “cult” è stato anche una diretta conseguenza della riservatezza dei due musicisti, estremamente restii nel rilasciare interviste e ostinatamente decisi a realizzare e produrre in totale autonomia il loro materiale. A differenza del precedente album Unnatural World si caratterizza per una durata maggiormente contenuta ma del tutto “normale”, se raffrontata con quella delle classiche uscite musicali. Al dilagante minutaggio di Deathconsciousness, gli Have A Nice Life (nome estremamente ironico, dato il genere) contrappongono un album compatto, sospeso fra Death In June, Swans e Joy Divion, un trittico di riferimento di un peso specifico forse troppo elevato, ma che contribuisce a dare una chiara idea della musica suonata dal duo.

Unnatural World mantiene l’attitudine tipicamente lo-fi del precedessore, con una produzione volutamente caotica e glaciale, scandita da percussioni elettroniche ed una atmosfera cupa, a tratti claustrofobica. Il brano di apertura “Guggenheim Wax Museum” è esemplare in questo senso: un tributo alla musica dark industriale, rivisitata in chiave noise-shoegaze, sul cui sfondo si arrampicano le voci distanti e filtrate di Macuga e Barrett. Oppure “Defenestration Song”, un brano più aggressivo, la cui matrice punk si innesta su chitarre iper-filtrate. Mentre in “Burial Society” sono le tastiere a farla da padrone, con un incedere sommesso ed una melodia oscura di sicuro impatto. Ed è proprio la melodia a non mancare mai in questo secondo disco. Le divagazioni industrial ed ambient del primo album sono ridotte al minimo, come se gli Have A Nice Life avessero voluto correggere il tiro, mondando la loro nuova proposta da tutte quelle lungaggini che rischiavano di precludere il senso dell’intera produzione.

Pur se privo del fascino concettuale e per certi versi ermetico del suo predecessore, Unnatural World è un validissimo esempio di dark wave contemporanea, che fa della durata e della melodia le sue carte vincenti.

James Lamarina

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