“Scrivere è materializzare una luce, il rimbalzo di un colpo di fulmine che ti elettrizza e illumina una volta espulso, un solletico che provoca la fantasia e rivela segreti della creazione”.
Lo scrittore brindisino Pierpaolo Petrosillo è da sempre interessato alla cultura della città, importante è il suo contributo attraverso le sue opere editoriali in vernacolo con il racconto “Nu giurnu a ferragosto” e con la raccolta di poesie “Scusutu”. Da ricordare “Le Gran Fler”, un romanzo ambientato a Brindisi e “Agnello di Dio”, un libro inchiesta dedicato ai problemi ambientali presenti nel territorio.
Sabato 11 settembre alle ore 17.00, presso la scalinata monumentale dell’ex Collegio Navale Tommaseo, in un bellissimo, silenzioso e verde scenario nel Seno di Ponente, Pierpaolo Petrosillo presenterà “Calìmi”, una raccolta di poesie in lingua e dialetto.
Un lavoro intimo, intenso, una sequenza di massime e aforismi, breve cronache di città e alcuni scritti dedicati a persone scomparse.
“Calìmi” è una parola dialettale poco conosciuta e non più utilizzata. Significa benessere, energia, non avere un attimo di respiro. “Calìmi” è uno stato di benessere che si può raggiungere in un certo periodo della propria esistenza.
Pierpaolo Petrosillo con i suoi scritti ci restituisce i colori e gli umori di una Brindisi che attraverso la storia, la cultura e l’impegno emana buone vibrazioni. “Calìmi” è un libro bello da sfogliare, da guardare, da leggere e soprattutto da amare.
Ricostruzioni e pennellate di romanticismo creati con gli occhi di un innamorato delle proprie radici.
Da “Calìmi”, la poesia “Figlia del sole” (dedicata a Brindisi) di Pierpaolo Petrosillo:
“Stupefacente creatura distesa sulla sabbia bagnata con la nuca adagiata alla duna e il collo stretto che ti staglia irresistibile
Gemma incastonata tra spiagge e scogliere
Conchiglie di madreperla specchiata dal sole cuore misericordioso per migranti e vene penetranti i corsi
Ascelle odoranti di industria, borghesia e povertà
Seni larghi avvolgenti palpati dal lungomare
Capezzoli pronunciati attaccati alle fonti e stomaco arrampicato verso il cielo
Unghie dure sagomate ad isolotti
Contorni di brace azzurra ardente di molluschi e smalto lucido dipinto a tappeto
Capelli di luce riflessi nel blu marino evocanti velieri da guerra e mercantili dal bronzo collane ramate a disegno di fortezza
Bracce rivolte a palmi in su
Conforto di piste d’atterraggio per stranieri di passaggio divi di una notte e fuggi
Ventre prospero di generazioni d’artisti fervide menti proiettati altrove col biglietto di sola andata figli della libertà e sfoggio di incanto inguaribile schiava della tua bellezza”.
MARCO GRECO
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