… per qualche ora sono rientrato in possesso del lungomare … finalmente … sguaiate sere di scirocco lo avevano trasformato in un avamposto di festa patronale e le piogge battenti degli ultimi giorni lo hanno poi reso praticamente inutilizzabile …
ma ieri me ne sono riappropriato … ieri sera, per pochissimo … giusto il tempo di attraversarlo in quasi solitudine da palazzo Montenegro ai giardinetti …
l’aria profuma di mari aperti …
mi piace immaginare porti lontanissimi e navi che non vedono terra … a terra le chianche vecchie e nuove sono bagnate e luccicanti …
i tavolini dei bar e dei ristoranti sono vuoti … i ricordi di tutte le volte che ho guardato questi posti dal ponte di un traghetto diretto in Grecia …
le macchine in fila, le centinaia di ragazzi con zaino e sacco a pelo, le passeggiate in macchina scappottata …
ha ragione mio cugino Apunto: questo posto è anche mio … pago la tari, l’imu, le multe … e poi ho dei ricordi, pezzi di vita …
insomma, ho quote significative di partecipazione …
me la prendo comoda … sono stanchissimo ma questo posto mi fa bene … tanto bene che non avrei voluto incontrare nessuno …
la macchina è di fronte alla ex Banca d’Italia … tre, forse quattro minuti per raggiungerla e ritirarmi in compagnia di pensieri belli e malinconici …
e invece no: ma vediiii … Gegè … mannaggia tua … mi hai fatto preoccupare … come va? … bacetto …
anche il marito è contento di vedermi ma lo dimostra meno …
quello della moglie è uno scoppio d’affetto sincero ed entusiasta … si vede che è proprio felice di vedermi …
tanto, tanto, tanto tempo fa quella luce di gioia negli occhi ce la scambiavamo ad ogni incontro …
il marito non lo sa …
penso che stasera, una volta a casa, lui le rimprovererà tutto quell’entusiasmo … o, forse, non lo farà per orgoglio …
il tono di lei è più che amichevole e lascia trasparire la vera gioia che ha di rivedermi … sta esagerando … di proposito … sono imbarazzato …
gli sguardi che ci scambiamo con il marito servono a comunicarci che va tutto bene …
la pacca sulla spalla che ricambio serve a dirgli di stare tranquillo …
si avvicina un’altra coppia … pensavo andasse per proprio conto ma ora riconosco la sua più cara amica … altro bacetto …
lui, il marito, non l’ho mai visto …
come stai ?… piacere, piacere … parliamo tutti del più e del meno … questo nuovo arrivato snocciola coglionaggine a palate come se ne avesse una riserva infinita …
ha guizzi di vera e propria ignoranza … sta cercando di affermare un dominio da maschio alfa … sono perle di stupidità che commuovono … conosce Tizio, sa cosa pensa Caio, ieri ha visto Sempronio …
ritiene che io sia amico di tutti e tre il che mi fa pensare che di me si sia fatta un’opinione da ricco coglione …
il mio amico li snobba e lo fa vedere …
ci tiene in un passaggio a dire che sono suoi conoscenti ed amici di sua moglie … vuole umiliarla e umiliarli … ci riesce benissimo …
i due nuovi arrivati sono ignoranti e presuntuosi … lui con la sua polo rosa dal collo alzato e il tatuaggio maori sul polpaccio e lei con un vestito OVS troppo attillato e una scritta in corsivo stampigliata all’interno del braccio …
sono imbarazzati …
sanno di essere fuori luogo … il mio amico ingegnere vuole farglielo capire ma soprattutto farmelo capire … si vergogna di loro … la moglie, con quel suo esagerato affetto, mi sta usando … è una ripicca, una vendetta …
mio cugino Apunto a questo punto si sarebbe rattristato …
io non sono come lui … a me viene quasi da piangere …
l’uomo miserabile mi commuove …
più della musica latino americana alla fine di una festa …
guardo il telefonino, faccio finta di aver ricordato un appuntamento e inizio a salutare in fretta …
con lei ci guardiamo ancora negli occhi …
è tristissima … assai …
riguardo il mare che intanto è diventato blu scuro …
c’è ancora qualche riflesso d’argento così bello che farebbe rimandare un suicidio …
ieri sera alle 20 circa sul lungomare Regina Margherita …
Gegè Miracolo
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