Le atmosfere esotiche di «Madama Butterfly», capolavoro romantico di Giacomo Puccini considerato dal suo stesso autore «l’opera più sentita e suggestiva ch’io abbia mai concepito», saliranno sul palco del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi nella serata (ore 20.45) di lunedì 27 aprile, in un allestimento che vedrà in scena gli interpreti della compagnia giapponese «Kitakyushu City Opera» per la regia di Hiroki Ihara. Sul palco per questo terzo e ultimo appuntamento della stagione lirica tradizionale ci saranno anche l’«Orchestra Sinfonica di Lecce» e il coro della «Kitakyushu City Opera», diretti rispettivamente da Daniele Agiman e Masatoshi Soushi.
«Madama Butterfly» è certamente una delle opere liriche più coinvolgenti di Puccini, che da oltre un secolo entusiasma i suoi spettatori. Una storia a cui fa da sfondo la città di Nagasaki dove sbarca l’ufficiale della marina degli Stati Uniti Pinkerton, interpretato dal tenore macedone Gjorgi Cuckovski, che sposa la quindicenne geisha Cio Cio San, ruolo affidato al soprano Miyuki Shirakawa, che si ritroverà ripudiata e abbandonata dal marito ritornato in America.
È proprio il soprano giapponese ad esprimere tutta la convinzione e la forza di questa donna che pur struggendosi nella lunga attesa accanto al bimbo nato da quelle nozze, forte di un amore ardente e tenace, continua a credere nel ritorno dell’amato. Amore, rifiuto e morte, questo il tragico epilogo che vedrà Pinkerton tornare dopo tre anni per prendersi il bambino della cui esistenza è stato messo al corrente dal console Sharpless, interpretato dal baritono Gudo Hasui, per portarlo con sé in patria ed educarlo secondo gli usi occidentali. Solo di fronte a questa verità, come una meravigliosa farfalla, Cio Cio San dispiega il suo ultimo battito d’ali e pone fine alla sua vita in un profondo silenzio legata da un disperato abbraccio a suo figlio. Nei panni di Suzuki, servente di Cio Cio San, è la mezzosoprano Taeka Hino.
Dopo lo straordinario successo di «Tosca», la creatività di Puccini si lasciò conquistare da una pièce teatrale cui aveva assistito a Londra: il musicista intuì subito che la fragile geisha sarebbe entrata tra le sue indimenticabili eroine, piccole donne animate da grandi passioni. Il soggetto aveva già una sua teatralità, e la musica le avrebbe dato ancora più forza. A colpire la fantasia musicale di Puccini fu anche l’ambientazione esotica, quell’estremo Oriente che, alla fine del XIX secolo, stava prendendo piede nella ‘moda’ letteraria e teatrale.
Iniziata nel 1901, la composizione procedette con ripetute interruzioni e la sera del 17 febbraio 1904, nonostante l’attesa e la grande fiducia dei suoi artefici, la «Butterfly» cadde clamorosamente alla Scala di Milano, costringendo autore ed editore a ritirare lo spartito e a sottoporre l’opera a un’accurata revisione. Ma quello «stridere di sogno», come Giovanni Pascoli aveva definito l’opera nel testo di una cartolina dedicata al compositore toscano, meritava ben altra sorte. La versione che si ascolta oggi sulle scene di tutto il mondo è così il frutto di molti rimaneggiamenti e alleggerimenti, che contribuirono a sancirne il definitivo e immortale successo.
L’opera pucciniana torna al Verdi di Brindisi dopo oltre quattro anni con l’impianto visivo di Hiroki Ihara, che riprende lo spettacolo essenziale, elegante e raffinato ideato nel 2001 per «Kansai Opera» di Osaka. «Madama Butterfly è la sintesi di varie culture – ha spiegato il regista giapponese -, è l’incontro di mondi apparentemente lontani, ma vicinissimi. Mondi che si mescolano in un’opera totale, che fonde Oriente e Occidente. Ma è anche la storia di un’illusione. Puccini non mette in scena il Giappone, ma i sentimenti. Ed io cerco di fare altrettanto. Senza mai coprire la musica, cercando di non superarla o mutarla mai. Senza eccessi, ma alla ricerca della purezza e dell’essenzialità. Da buon giapponese…».
Si comincia alle ore 20.45
Durata dello spettacolo: 3h compreso un intervallo (dopo 1h e 40min)
Foto di Samuele Vincenti
Per tutte le informazioni www.fondazionenuovoteatroverdi.it
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