June 16, 2025

CONFINDUSTRIA BRINDISI

L’Industria a Brindisi e nella sua provincia:

cluster di big player e di Pmi locali  nello scenario competitivo italiano e internazionale.

Analisi, programmi, linee guida di interventi per il rafforzamento di industrie e territori inseriti nell’economia “del mondo”

prof. Federico Pirro (Università di Bari)

L’industria a Brindisi e nella sua provincia: un apparato produttivo di rilievo euromediterraneo nella competizione globale.

Un profilo di sintesi.

Dopo la prolungata fase recessiva dell’economia italiana e locale nel periodo 2009-2013, il capoluogo – pur avendo subito il suo apparato industriale un pesante stress produttivo e occupazionale – continua a disporre nell’agglomerato gestito dal Consorzio Asi di una struttura fra le più rilevanti dell’Adriatico, del Meridione e del Mediterraneo centro-orientale per:

a) dimensioni e tipologia dei cluster aziendali e degli impianti trainanti;

b) numero dei loro addetti diretti e in attività indotte;

c) incidenza del valore aggiunto industriale sul totale cittadino, provinciale e regionale;

d) volumi di esportazioni;

e) entità degli investimenti realizzati, in corso e programmati in specifici stabilimenti;

f) innovazioni tecnologiche in singoli settori.

Tale apparato di produzione industriale è stato difeso da Confindustria, Sindacati, Governo, Istituzioni locali, Dirigenze aziendali, impegnati a vario titolo e secondo le rispettive competenze.

E’ doveroso riconoscerlo

Brindisi come pochi altri centri industrializzati dell’Italia Meridionale, vanta un elevato numero di siti di medi e grandi Gruppi italiani ed esteri quali:

Eni (con le controllate Versalis, Enipower e Syndial);

Enel, con la controllata Enel produzione ed altre sue società;

A2A;

Jindal che ha acquisito l’impianto della EXXON Mobil;

LyondellBasell;

Sanofi;

Chemgas-Sapio;

Ipem;

Avio Aero;

Leonardo-Divisione Elicotteri (ex AgustaWestland);

Magnaghi-Salver;

SRB (ex Sfir);

Mignini&Petrini;

Pellegrini.

Essi occupano, fra addetti diretti e indiretti, circa 7.000 unità, alimentando anche attività di ricerca applicata o in proprie strutture, o convenzionandosi con alcuni Atenei come il Politecnico di Bari e l’Università di Lecce.

Sono presenti poi in città altri soggetti imprenditoriali operanti nei servizi a rete come Telecom, Wind, Vodafone, Poste Italiane, FS e la stessa Enel con le controllate Enel Distribuzione, Enel Energia, Enel Servizi ed Enel Servizio elettrico S.p.A.

A) Per nazionalità di appartenenza (Usa, India e Francia) di alcuni big player insediati nell’area; B) per provenienza dall’estero di specifiche materie prime e semilavorati destinati in prevalenza a stabilimenti locali; C) per esportazioni di loro particolari prodotti finiti; D) per i numerosi competitor internazionali di produzioni strategiche del territorio, le sezioni trainanti dell’industria localizzata in città e non poche imprese della provincia possono considerarsi ormai pienamente integrate nel mercato mondiale.

I comparti trainanti nell’agglomerato industriale di Brindisi: chimica, aeronautica ed energia

I persistenti primati industriali della città a livello nazionale e meridionale.

– A) Brindisi ospita un polo chimico tuttora competitivo nella geografia di quelli sull’Adriatico – Porto Marghera, Ferrara, Ravenna – e degli altri di grandi dimensioni localizzati nel Mezzogiorno e cioè Priolo, Gela, Sarroch, Porto Torres.

Nell’area industriale infatti sono presenti impianti che, per tipologia di processi e prodotti, sono classificabili fra quelli di eccellenza nazionale.

– Lo stabilimento della Versalis

– Lo stabilimento coinsediato nell’area del Petrolchimico della LyondellBasell

  • Il sito della Jindal Films nella produzione di imballaggi flessibili

Nella chimica fine spicca lo stabilimento della multinazionale farmaceutica francese Sanofi, fra i maggiori gruppi mondiali del settore.

Rilevante anche l’attività della Chemgas-Gruppo Sapio. Altra presenza significativa è quella della Ipem-Industria Petroli Meridionali.

Nel 2016 il valore della produzione di Versalis, LyondellBasell, Jindal, Ipem, Sanofi, ha raggiunto complessivamente

1.543 milioni di euro.

Nell’agglomerato di Brindisi e in Comuni della provincia insistono poi aziende chimiche minori, alcune delle quali utilizzano in larga misura semilavorati delle imprese maggiori, mentre qualche altra società opera nei montaggi e coibentazioni di grandi tubazioni in materiali plastici. Si segnalano fra le altre Angiplast, Areta, Biomateriali, Europlastic Sud, Ib-Chem, Isolamenti Puglia, Nuova resin Montaggi, Peritas, Resin piping, Termisol tecnica.

– B) Brindisi è il primo polo del comparto aeronautico in Puglia, con circa 2.200 occupati diretti – cui si aggiungono quelli di industrie del settore ubicate in provincia – precedendo Foggia e Grottaglie, sedi di 2 grandi stabilimenti della Leonardo-AleniaAermacchi, e il secondo nel Mezzogiorno, dopo quello dell’hinterland partenopeo che vanta impianti di maggiori dimensioni per: a) numero di occupati; b) quantità di produzioni; c) lavorazioni e manutenzioni e per un indotto più esteso per unità locali e personale impiegato.

Le maggiori aziende insediate nell’area del capoluogo e in provincia sono nell’ordine (per numero di addetti):

 

1) Avio Aero
2) Leonardo Divisione Elicotteri (ex AgustaWestland)
3) Salver
4) G.S.E
5) Tecnomessapia 1 e 2
6) Dema
7) Industrial & Aeronautical painting
8) Processi Speciali
9) CMC
10) Avioman
11) Comer Calò

 

per un totale di poco più di 2.200 occupati diretti.

Nel 2016 il valore della produzione delle tre industrie maggiori e cioè GE-Avio, Leonardo Divisione Elicotteri e Salver si è attestato a

443 milioni di euro

– C) Brindisi città è il primo polo energetico del Paese per capacità di generazione installata pari a 3.966 MW, dei quali:

2.640 nella Centrale Federico II dell’Enel produzione;

1.321 dell’Enipower.

Il comparto occupa poco più di 1.100 persone fra diretti e indiretti

 

 

Nel 2016 le centrali dell’Enel e dell’Enipower hanno generato complessivamente un valore della produzione pari a

850 milioni di euro.

Altre industrie di rilievo in esercizio nell’agglomerato di Brindisi.

In esso sono presenti – fra gli stabilimenti di maggiori dimensioni per volumi di produzione e fatturato – i siti della SRB (ex Sfir) e della TI Group Automotive Systems.

L’impianto della SRB è l’unica raffineria italiana riconosciuta dall’Unione Europea a seguito della riforma del mercato dello zucchero sul territorio nazionale.

La fabbrica della TI Group Automotive Systems è l’unica nel comparto dell’automotive nell’area brindisina e produce tubi per impianti frenanti e per la trasmissione di carburanti.

Le 12 aziende leader dei comparti trainanti e il valore della loro produzione nel 2016.

Complessivamente, il valore della produzione delle 12 aziende top player di chimica, aeronautica, energia, alimentare e automotive – Versalis-Eni, LyondellBasell, Jindal, Sanofi, Ipem, GE-Avio, Leonardo Divisione Elicotteri, Salver, Enel, Enipower, SRB e TI Automotive –

è ammontato nel 2016 a 3,1 miliardi di euro.

Fatturato/valore della produzione 2016 (milioni di euro) raggruppato per settori delle 12 più grandi società industriali insediate nell’agglomerato del capoluogo

 

azienda

Fatturato/valore produzione (mln di euro)

Leonardo – AgustaWestl.

 

Valore totale delle tre aziende aeronautiche 443

 

Ge Avio Aero
Salver
Enel

Valore totale delle due aziende energetiche 850

Enipower
Versalis

Valore totale delle cinque aziende chimiche 1.543

LyondellBasell
Jindal Films
Ipem
Sanofi
Euro SRB (ex Sfir)

Valore totale delle due aziende – altri settori 270

TI Auto

 

Fonte: Direzioni aziendali

Le imprese impiantistiche

Il capoluogo inoltre ospita numerose aziende meccaniche, edili e di servizi industriali di supporto alle imprese maggiori con una gamma di interventi manutentivi ordinari e straordinari, produzioni e lavorazioni di pezzi specifici, pulizie industriali e servizi vari.

Fra le aziende meccaniche ed edili locali emergono Leucci Costruzioni, Alfer, B.G.M, Bersud, CM Engineering, COGIT, Advanced Control Systems, Co.l.mec, E-Tecno, Epi, Falcon Service, Iba-Centro Meridionale, Impes Service, Leucci Group, Muccio, Revisud, Sartori Sud, Scandiuzzi, Special Inox, TS Impianti, Tecnogal Service,

per un totale di circa 1.000 addetti diretti, a tempo indeterminato e interinali.

L’export della provincia:

il primato fra i prodotti industriali del settore chimico.

L’export della provincia ha toccato nel 2016 i 965 milioni di euro, con un aumento del 18% rispetto all’anno precedente. Fra le varie voci, la più rilevante è costituita in valore dai beni del comparto chimico (sostanze e prodotti chimici, articoli in gomma e materie plastiche, coke e prodotti petroliferi raffinati, farmaceutici).

Si rileva inoltre che i prodotti delle trasformazioni industriali rappresentano la percentuale di gran lunga più elevata dell’export provinciale. Inoltre:

1) per il valore totale delle sue esportazioni la provincia nel 2016 si è collocata al posto fra le 6 pugliesi, alle spalle di Bari e Taranto, con un’incidenza del 2,2% sul totale meridionale e dello 0,2 % su quello nazionale;

2) la provincia nel 2016 ha esportato più di tre regioni italiane, e cioè Val d’Aosta, Molise e Calabria, che hanno totalizzato rispettivamente 571, 526 e 414 milioni, rispetto ai 965 del Brindisino.

Gli investimenti in fabbriche di gruppi italiani ed esteri

Le strutture di ricerca del territorio

Gli investimenti in alcune grandi industrie localmente insediate sono stati elevati negli ultimi anni e si sono avvalsi di cofinanziamenti della Regione Puglia attraverso lo strumento dei Contratti di programma a valere sia sul ciclo dei fondi comunitari 2007-2013 e sia sul nuovo ciclo per il periodo 2014-2020.

I Contratti di programma sono stati:

  • 2 della Sanofi, multinazionale farmaceutica francese;

  • 1 della GE Avio;

  • 1 dell’AgustaWestland;

  • 1 della Jindal, multinazionale indiana operante nel comparto della produzione di film in plastica per packaging;

  • 1 della Salver

La GE Avio Aero inoltre ha annunciato nuovi investimenti per il sito brindisino e per ricerche da svolgesi con il Politecnico di Bari per circa 91 milioni che anche in questo caso saranno ammessi ad agevolazioni pubbliche.

Ma vi sono stati anche investimenti non cofinanziati da incentivi pubblici come ad esempio quelli della LyondellBasell e dell’Enel nella sua megacentrale di Cerano.

Si segnala alle porte di Brindisi un cluster di strutture di ricerca che hanno nel Consorzio CETMA – partecipato dall’Enea e con una significativa presenza di aziende private e Atenei – il loro punto di riferimento più prestigioso e qualificato che opera in vari campi della ricerca applicata, soprattutto in favore di PMI.

L’Industria in provincia

Se la sezione più rilevante in termini di addetti e impianti dell’industria provinciale è localizzata nel capoluogo,

non mancano tuttavia in alcuni fra i maggiori Comuni della provincia altre piccole e medie industrie come ad esempio a:

Fasano, Ostuni, Francavilla Fontana e Mesagne.

Sono prevalentemente Pmi operanti in diversi comparti agroalimentari, della meccanica, dei materiali per l’edilizia, che in alcuni casi realizzano anche elevati volumi di esportazioni.

Il cluster produttivo dell’area di Fasano, area cerniera confinante con Monopoli, il maggior centro costiero sud orientale della Città metropolitana di Bari.

Il vasto territorio comunale – con spiccata vocazione agricola, imperniata su olivicoltura e orticoltura, e con un appeal turistico ormai consolidato grazie ad una ricettività alberghiera diffusa anche nelle numerose contrade dell’entroterra – ospita un nucleo apprezzabile di Pmi.

Operano nel settore agroalimentare la Nicola Pantaleo S.p.A, la Bluver (surgelati di prodotti ittici e ortaggi), Renna (lavorazione ortaggi), Oleificio Abbracciavento, Progresso Agricola Fasano (lavorazione ortaggi), Comalbest (lavorazione carni): Pmi, quelle citate, in qualche caso già proiettate anche su mercati esteri

Nel settore della pesca industriale sono attive con fatturati rilevanti la Lepore mare, seguita dalle aziende Savelpesca e Renna.

Altre presenze industriali a Fasano sono costituite dallo storico saponificio L’Abbate, dall’Imarfa (lavorazione marmi), dalla Minermix, produttrice di calci e da altre aziende minori operanti nella meccanica per l’edilizia, dalla Eurograf (serigrafie), dalla Elsea che produce ed esporta macchine per pulizie industriali. Presenti anche numerose imprese edili.

La città di Fasano è la della provincia per numero di abitanti dopo il capoluogo, ancora la nel Brindisino per numero di imprese attive iscritte alla Camera di Commercio e la invece per quelle classificate come artigiane.

Una crescita sostenuta dell’economia locale che – soprattutto per quel concerne l’import-export di alcuni beni, semilavorati e materie prime – potrebbe trovare nello scalo della confinante Monopoli un punto di sbarco e di imbarco di rilievo.

Industrie a Ostuni, Francavilla Fontana e Mesagne

Anche questi centri della provincia ospitano imprese di piccole e medie dimensioni, attive in prevalenza nel comparto agroalimentare – oleifici, cantine, caseifici, conserviere – ma non mancano industrie nel settore meccanico e delle materie plastiche.

Ad Ostuni sono attive fra le altre le Officine Tamborrino che producono scaffalature metalliche, commercializzate con il marchio Scaff System. Nella stessa città si segnalano la Telcom – specializzata nello stampaggio rotazionale di materie plastiche – la New Wind che produce materassi e la Saponaro Concimi.

A Francavilla Fontana fra le imprese localizzate nell’agglomerato del Consorzio Asi e nella zona commerciale emergono la Soavegel nella surgelazione e la Soave nella produzione di pasta fresca, facenti capo entrambe allo stesso gruppo imprenditoriale. Significativa anche la presenza della Europack imballaggi.

A Mesagne è attivo da anni un cluster di industrie agroalimentari che hanno nello stabilimento del Gruppo Conserve Italia per la lavorazione del pomodoro il loro impianto di maggior rilievo. Ad esso si affiancano i siti delle aziende Agri.Conserve e dei F.lli Campana.

I fatturati 2015 delle maggiori imprese con sede legale nella provincia di Brindisi.

Anche nel caso della provincia di Brindisi si rileva che i fatturati delle aziende multinazionali, o comunque con sede legale fuori dal suo territorio, includono anche quelli derivanti dalla vendita dei beni e delle utilities prodotti in impianti localizzati nel capoluogo.

Pertanto ai fini di una più precisa valutazione del ‘peso’ effettivo dell’apparato industriale insediato a Brindisi e nel comprensorio provinciale, oltre al fatturato delle imprese citate nella tab.3, si consideri anche il valore della produzione prima ricordato degli stabilimenti maggiori, controllati da società aventi sedi legali altrove.

Fatturato 2015 delle maggiori aziende della provincia (milioni di euro)

 

azienda

settore

addetti

fatturato

Jindal Films Europe

Materie plastiche

179

149,0
Ipem

Chimica

30

95,6

SRB

Alimentare-Energia

133

90,9

Pantaleo

Alimentare

42

80,9

Lepore Mare

Alimentare

66

60,3

Soavegel

Alimentare

71

29,5

Cantine Due Palme

Alimentare

n.p

26,1

Savel Pesca

Alimentare lav. pesce

64

24,1

Leucci Costruzioni

Meccanica

197

20,7

Telcom

Materie plastiche

196

18,6

Techno Messapia

Aeronautica

17,1

Chemgas

Chimica

31

14,8

Calzaturificio Panda

Calzaturiero

63

14,3

Ferramati

Meccanica

62

14,1

Soave

Alimentare

27

13,9

Renna

Alimentare lav. pesce

64

13,5

T.S.M. Trattamenti superficiali

Meccanica

191

13,2

Co.Ge.Ma.In Consorzio

Consulenza aziendale

6

11,0
Prefabbricati Pugliesi

Materiali edilizia

62

10,8

Corleto 2014

Edilizia

n.p

10,5

Cantine Paolo Leo

Alimentare

n.p

10,1

Progresso Agr. Fasano

Alimentare

68

9,9

Europack Imballaggi

Legno

n.p

9,5

New Wind

Arredi

38

9,4

Tormaresca

Alimentare

88

9,3

Minermix

Materiali edilizia

67

9,1

Comal Best

Alimentare-carni

n.p

8,4

Revi Sud

Meccanica

n.p

8,4

R.A. Costruzioni

Edilizia

n.p

8,3

L’Ancora

Servizi ecologici

n.p

8,3

Tecnogal

Meccanica

n.p

8,3

Progresso e Lavoro

Meccanica

n.p

8,1

Saponaro Concimi

Chimica

n.p

8,1

Impresa F.lli Barretta

Servizi portuali

n.p

7,2

S. Eco. M.

Servizi ecologici

n.p

7,1

Waste Control

Servizi ecologici

n.p

6,6

Cogeir

Edilizia

74

6,4

Scaf System

Meccanica

n.p

5,8

TS Impianti

Impiantistica

32

5,7

Legno Botti F.lli de Benedetto

Legno

n.p

5,6

Co.Mo.Sud

Meccanica

n.p

5,6

La Pugliese Soc. Coop.

Alimentare

42

5,3

Asperience

ICT

38

5,3

Processi Speciali

Meccanica

n.p

5,2

I.A.P. Industrial & Aeronautical P.

Aeronautica

66

5,2

Imiel

Meccanica

n.p

5,0

 

Fonte – Cerved. Dall’elenco sono escluse le società di distribuzione, case di cura, aziende turistiche.

Uno sguardo alle dinamiche del valore aggiunto di tutte le attività economiche e dell’industria nella provincia nel 2014.

Nel 2014 la provincia, con 6,2 miliardi di euro, si è collocata in posizione fra quelle pugliesi per il valore aggiunto totale delle attività economiche, alle spalle di Bari, Lecce, Foggia, Taranto e prima della Bat.

Merita di essere evidenziato peraltro che la stessa provincia di Brindisi in quell’anno ha superato per valore aggiunto totale delle attività economiche 21 province dell’Italia Meridionale ed anche 19 province del Centro-Nord.

Con riferimento in particolare a queste ultime la provincia di Brindisi ha prodotto nel 2014 un valore aggiunto totale delle attività economiche superiore a quello delle province di Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Aosta, Imperia, La Spezia, Sondrio, Lodi, Belluno, Rovigo, Gorizia, Massa Carrara, Grosseto, Terni, Ascoli Piceno, Fermo, Viterbo e Rieti.

Inoltre, nel 2014 la provincia di Brindisi ha prodotto un valore aggiunto totale delle attività economiche superiore a quello del Molise e della Val d’Aosta.

Il comparto dell’industria edile

Esso riveste importanza nella provincia e i suoi addetti sono stati nel 2016 pari a 7.400 unità, corrispondenti al 27,4% del totale degli occupati nell’industria, e al 6,2% di quelli nell’intera economia locale: percentuali, peraltro, inferiori alla media regionale e meridionale, ma superiore a quella nazionale, per quel che concerne la loro incidenza sul totale degli occupati nell’industria, e superiore invece a quella regionale e meridionale, ma eguale a quella nazionale, in riferimento agli occupati di tutti i settori economici.

Tali dati evidenziano in realtà nel Brindisino il maggior peso in termini di addetti dei comparti specificamente manifatturieri sull’intera industria locale.

Alcune imprese edili dell’area inoltre lavorano in prevalenza eseguendo manutenzioni ordinarie e straordinarie in grandi complessi dell’industria di processo insediati nell’agglomerato cittadino del Consorzio Asi, o partecipano alla edificazione o ad ampliamenti di stabilimenti da insediare ex novo o da ristrutturare e/o ingrandire.

Occupati nelle costruzioni nel 2016

Progetto multisettoriale tendenzialmente integrato di rafforzamento competitivo dell’industria nell’area di Brindisi e nel suo hinterland:

continuità, ampliamento, innovazione, diversificazione e il fil rouge dell’ecosostenibilità.

Natura e funzioni di una Struttura tecnica di missione.

Ogni disegno di rilancio della crescita industriale del territorio, deve in via prioritaria prendere le mosse dalle specifiche specializzazioni consolidatesi nel corso degli ultimi decenni – già investite in vario modo dal complesso di innovazioni del programma Industria 4.0 – e dalle sempre più avvertite esigenze del presente di qualche comparto manifatturiero in particolare difficoltà.

Confindustria Brindisi ritiene che un’azione coordinata fra più soggetti pubblici e privati, nazionali e locali, sia indispensabile per promuovere una strategia articolata e complessa di interventi nell’attuale congiuntura capaci di saldarsi con quelli necessari al consolidamento prospettico dell’apparato industriale dell’area.

Per la definizione, l’avvio e la gestione operativa di tale azione coordinata soggetti pubblici e privati si propone la costituzione a livello territoriale di una Struttura tecnica di missione i cui compiti verranno definiti in una sezione successiva di questo studio.

Con le analisi e le proposte di questo convegno si prosegue una tradizione che ha visto negli ultimi ventisette anni l’Associazione confindustriale locale presentare periodicamente accurate ricognizioni delle dinamiche del sistema industriale locale, con proposte di interventi che nel tempo si sono ritenuti più utili.

Con le analisi e le proposte del convegno di oggi Confindustria Brindisi ripropone una propria autonoma capacità analitica e progettuale che – facendosi interprete delle esigenze delle imprese associate – è pronta al confronto con le elaborazioni e i programmi di tutti gli altri stakeholder del territorio per giungere a interventi condivisi a breve, medio e lungo termine per la crescita della produzione e degli occupati nel territorio, contribuendo allo sviluppo del Paese.

I primi tre interventi necessari e urgenti nel breve termine:

a) mission pubblico-privata per il riposizionamento competitivo di Pmi aeronautiche;

b) investimento energetico della A2A;

c) realizzazione del ‘Distretto industriale di Brindisi’.

A) – Il primo intervento multisettoriale integrato deve essere messo a punto e perseguito con la massima rapidità, ma in esclusive logiche di mercato, in favore di un nucleo consistente di Pmi di subfornitura del comparto aeronautico, da affiancarsi in un percorso non traumatico di progressivo superamento della loro dipendenza da un solo committente pubblico.

B) – Il secondo intervento riguarda nel comparto energetico il progetto della A2A che sul proprio sito di Brindisi – dismesso l’esercizio della vecchia centrale a carbone – ha proposto la costruzione e gestione di un nuovo impianto di generazione di concezione avanzata, in grado di assicurare occupazione e una produzione di energia più ecosostenibile rispetto al passato.

C)Il terzo intervento è imperniato sulla realizzazione del Progetto “Distretto industriale di Brindisi”, il cui studio di fattibilità preliminare, per iniziativa di questa Associazione, è già stato messo a punto, con il concorso di un gruppo di grandi imprese presenti nell’agglomerato del capoluogo.

Al riguardo Confindustria Brindisi e il Consorzio Asi hanno sottoscritto in data 19 dicembre 2016 un protocollo d’intesa in cui si impegnano – per quanto di rispettiva competenza – a collaborare per la realizzazione del Progetto che, una volta andato a regime, consentirebbe allo stesso organismo consortile di offrire ad imprese che si volessero insediare nell’agglomerato del capoluogo una convenienza aggiuntiva.

Il ruolo del Consorzio Asi

e il suo rilancio operativo per lo sviluppo dell’intera area provinciale. Il progetto della PLIR.

Confindustria Brindisi pertanto – ai fini di una crescita industriale qualificata del territorio provinciale – riafferma il ruolo del Consorzio Asi che con la nuova presidenza sta rilanciando le proprie attività: 1) riavviando un dialogo operativo con le Amministrazioni comunali e le aziende insediate negli agglomerati di sua pertinenza a Fasano, Ostuni e Francavilla Fontana; 2) presentando anche alle Autorità ministeriali e regionali competenti il progetto di una PLIR-Piattaforma logistica integrata retroportuale, proposta di recente nell’ambito dei lavori in corso presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la definizione dell’Area logistica integrata di Puglia e Basilicata, prevista dal PON Infrastrutture e reti 2014-2020.

Rafforzare i comparti trainanti – impegnati ad elevare costantemente la loro ecosostenibilità con l’adozione delle tecnologie più innovative e di best practices gestionali – non significa sottovalutare la possibilità di promuovere o far lievitare nuove specializzazioni merceologiche, alcune delle quali già affiorano nel panorama produttivo locale.

Ma per una più compiuta definizione delle linee guida di un percorso di consolidamento dell’industria capital intensive insediata nel capoluogo, e dei settori labour intensive ormai ramificati nei maggiori centri dell’hinterland, si ritiene opportuno

rifocalizzare

lo scenario territoriale

in cui essi si collocano con le loro strutture produttive e lo stock delle infrastrutture esistenti.

Brindisi ‘area cerniera’ territoriale, produttiva e infrastrutturale:

porto, aeroporto e nodo ferroviario nello scenario euromediterraneo.

Il progetto della PLIR.

Reti di imprese impiantistiche. Rilanciare l’integrazione Val d’Agri-Taranto- Brindisi.

Il capoluogo e il territorio provinciale costituiscono un’area cerniera:

– fra il Salento e i suoi numerosi addensamenti manifatturieri a sud;

– il grande polo industriale e infrastrutturale di Taranto-Grottaglie ad ovest:

– la Città Metropolitana di Bari a nord

Pertanto porto, aeroporto, zona industriale, ferrovia lungo la linea adriatica, la strada statale 16 Adriatica (nord-sud) e la strada statale n.7 (est-ovest) – costituiscono concentrazione e snodo di importanza nazionale e internazionale, al servizio di tre vaste realtà territoriali e delle esigenze trasportistiche delle loro imprese e di mobilità dei loro abitanti.

Nello scenario euromediterraneo deve collocarsi sempre di più il porto di Brindisi, dopo l’inaugurazione del raddoppio del Canale di Suez e con i più ampi flussi di trasporto marittimo che ne sono derivati. Tale orizzonte dovrà riguardare anche gli altri scali dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico meridionale, impegnata nella promozione di nuovi traffici sulle loro banchine.

Lo scalo cittadino è: A) per dimensioni del suo bacino; B) numero e ampiezza di banchine; C) dotazioni di impianti di sollevamento; D) collegamento ferroviario; E) movimentazioni complessive degli ultimi anni il maggiore di tutti gli altri (Bari, Manfredonia, Barletta e Monopoli) facenti capo a tale Autorità.

Il porto di Brindisi, pertanto, per le sue dimensioni, dovrebbe essere chiamato sempre di più ad assolvere funzioni di raccordo fra grandi traffici nel Mediterraneo e la loro destinazione verso il Nord Italia e l’Europa, al servizio cioè di un’area e di imprese non più limitate a quelle insediate nel suo territorio.

Un’alleanza strategica di imprese impiantistiche

di Brindisi e Taranto nello scenario della competizione internazionale del settore.

Un altro campo di attività in cui sarebbe possibile avviare sinergie su scala sovraprovinciale di aggregazioni di imprese storicamente consolidatesi a Brindisi e Taranto è quello dell’impiantistica al servizio della grande industria di processo siderurgica, petrolchimica, chimica ed energetica localizzata nei due capoluoghi.

I due robusti cluster di aziende impiantistiche che vi sono in esercizio costituiscono ormai da anni due dei 5 maggiori nuclei di imprese del comparto nell’Italia meridionale insieme a quelli:

– della Val Basento e dei bacini petroliferi della Basilicata;

– del polo petrolchimico di Priolo-Augusta-Melilli nel Siracusano;

– di Sarroch in Sardegna operante nella raffineria della Saras.

Progetti di aggregazione di società del settore di Brindisi e di Taranto – cui Confindustria Brindisi in collaborazione con i colleghi del capoluogo ionico sta dedicando da tempo particolare impegno nella verifica della loro fattibilità – consentirebbero il progressivo superamento di frammentazioni aziendali, duplicazioni operative, sovrapposizioni di attività e inefficienze gestionali, e in un arco temporale auspicabilmente di breve termine, di proiettare un robusto aggregato consortile o di rete di tali imprese operanti nei due grandi poli industriali contigui anche su alcuni mercati internazionali come, ad esempio, quelli del Medioriente, del Golfo Persico, dell’Iran, dell’Azerbaijan e del Kazakistan.

Nella prospettiva di una crescente integrazione territoriale fra le aree e i sistemi di produzione di Brindisi e Taranto, potrebbe essere rivalutato il progetto a suo tempo predisposto dall’Eni e finalizzato ad estendere il collegamento in parte già esistente:

– fra le attività estrattive sui pozzi petroliferi della Val d’Agri;

– la raffinazione nel sito dell’Eni Refining&Marketing di Taranto;

– il ciclo di lavorazione della virgin nafta nello stabilimento Versalis di Brindisi, da collegarsi mediante un nuovo oleodotto con la raffineria del capoluogo ionico.

Farmaceutica e biomedicali.

Grazie alla presenza della Sanofi si potrebbero potenziare le produzioni nel campo farmaceutico e dei biomedicali, avvalendosi per questi ultimi anche degli studi già compiuti da tempo presso il CETMA. E un ruolo significativo in tale direzione potrebbe assolvere anche il CIASU-Centro Internazionale di alti studi universitari, cui aderiscono l’Ateneo di Bari, il Consorzio per l’Università di Bari e Comune di Fasano e che ha anche una sede in quest’ultimo Comune.

Le energie rinnovabili a Brindisi:

verso una ‘capitale internazionale’ della green economy.

Brindisi e la sua area industriale potrebbero divenire sempre di più: centro di studio, di ricerca applicata, di sperimentazione e di produzione di rilievo internazionale di tecnologie, dispositivi, procedimenti gestionali avanzati nel vasto settore delle energie rinnovabili, ma anche di altri macchinari in grado di concorrere al contenimento e all’abbattimento dell’inquinamento generato dalle fonti più disparate.

Si propone in questa direzione di lavorare – oltre che con Enel, Enipower e A2A – con Istituzioni di ricerca già presenti sul territorio come l’Enea, ed anche con l’Ispra, l’Anie Rinnovabili, l’Arpa Puglia, il Ministero dell’Ambiente e Dipartimenti universitari di Atenei italiani specializzati nel settore.

Alla luce dell’ormai evidente salto di qualità tecnologico nella green economy a livello internazionale il polo di Brindisi potrebbe avviare, fra l’altro: a) la costruzione di torri eoliche di dimensioni pari alle ultime poste in esercizio nel Mare del Nord che superano i 200 metri di altezza; b) la produzione di pannelli fotovoltaici più resistenti e flessibili che utilizzerebbero al posto del silicio il grafene, associato ad altro materiale innovativo come la perovskite, così da ottenere un flusso più efficace di elettroni da un pannello all’altro generando un quantitativo maggiore di energia, secondo gli studi in corso all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, diretto dal prof. Cingolani. Per sviluppare tali pannelli l’Enel ha sottoscritto un accordo con lo stesso Istituto.

Anche nel solare termodinamico si potrebbe avviare in loco la produzione di tecnologie ad esso connesse, in collaborazione – ad esempio – con il Gruppo campano Magaldi che ha fornito proprio alla A2A l’apparato usato per produrre energia nella centrale elettrica di San Filippo del Mela e che la società vorrebbe impiegare anche nel suo progetto di nuova centrale a Brindisi.

Inoltre, incentivando il Gruppo Convert a localizzare a Brindisi un suo stabilimento, si potrebbe produrre il tracker – di cui quel Gruppo detiene il brevetto – un meccanismo che consente ai pannelli di orientarsi in base alla posizione del sole, così come si potrebbero costruire – incentivando a localizzarsi nel territorio industrie (Fiamm, Varta) – che producano sistemi di accumulo ovvero batterie al piombo, al litio o all’idrogeno per immagazzinare energia prodotta da pannelli e turbine eoliche, quando cala il vento oppure di notte quando il fotovoltaico non funziona. Si potrebbero costruire anche macchine marine per la generazione di energia elettrica da moto ondoso.

In sintesi, dunque, Brindisi da

primo polo energetico nazionale per capacità di generazione da combustibili fossili,

potrebbe puntare a trasformarsi invece

in uno dei maggiori cluster italiani

di produzione di tecnologie per il comparto della green economy.

L’agricoltura e l’industria agroalimentare:

un robusto nucleo di aziende di eccellenza. Possibili produzioni di tecnologie per il settore.

Se il capoluogo ha una consolidata vocazione industriale imperniata sulle imprese chimiche, aeronautiche ed energetiche ad alta intensità di capitale, la provincia invece nel corso del tempo ha conservato e sviluppato un’altrettanto consolidata vocazione agricola che nell’ultimo trentennio si è arricchita di qualificati processi di trasformazione delle sue produzioni più pregiate e di una ormai affermata componente di agriturismo che costituisce – insieme alle numerose strutture ricettive 5 stelle lusso dell’agro fasanese, agli alberghi di Brindisi, Fasano, Ostuni, Francavilla Fontana e Cisternino, ai tanti B&B, al villaggio Valtur e ai residence di Rosa Marina e alle Terme di Torre Canne – un punto di forza non solo dell’economia territoriale, ma dell’intera regione.

L’industria agroalimentare ha ormai raggiunto in provincia punte di eccellenza nei settori della produzione di: zucchero raffinato bianco; olio; vini; surgelati; lavorazione del pescato e delle carni. in tali comparti hanno assunto rilievo nazionale, fra le altre, le imprese:

          • SRB (zucchero raffinato);

          • Pantaleo (imbottigliamento di olio);

          • Lepore Mare (lavorazione del pescato);

          • Soavegel;

          • Cantine Due Palme;

          • Savelpesca;

          • Tormaresca del Gruppo toscano Antinori;

          • Tenute Al Bano Carrisi;

          • Comalbest (lavorazione carni);

          • Conservificio di Conserve Italia;

          • Conservificio F.lli Fontana.

Questa crescita di apprezzabili dimensioni, sia per la qualità dei prodotti e sia per fatturati di aziende del settore, rende plausibile ipotizzare – almeno nei Comuni e nelle aree della provincia con maggiori vocazioni – lo sviluppo:

– delle trasformazioni agroalimentari, diversificandole sotto il profilo merceologico, aumentandone i volumi e incrementandone le esportazioni di quelle già affermate;

– della progettazione e costruzione, sia pure in prospettiva, di tecnologie avanzate per il comparto dell’industria agroalimentare, vendibili in Puglia e nel Sud, ma esportabili anche su mercati internazionali.

L’industria dell’ospitalità:

un crescente appeal attrattivo del territorio

e un nuovo possibile campo di attività manifatturiere per le produzioni di hotellerie.

Il turismo, ovvero l’industria dell’ospitalità – in cui sono attive nel territorio numerose aziende di rilievo nazionale iscritte alla Confindustria di Brindisi, come ad esempio la Nicolaus Tour Operator – come ricordato in precedenza costituisce ormai da molti anni un punto di forza dell’economia provinciale, grazie all’incremento di capacità ricettive di varia tipologia diffuse nel capoluogo e soprattutto nei Comuni di Fasano, Ostuni e in Valle d’Itria, e di molteplici servizi per l’accoglienza, cui più di recente si sono uniti gli approdi crocieristici nel porto brindisino.

Ma l’insieme delle attività turistiche è anche un aggregato di consumi collettivi che potrebbe favorire in loco un ulteriore incremento della produzione di beni e servizi per il comparto, non solo di quelli destinabili al consumo immediato come quelli per la ristorazione, ma anche di altri beni offerti invece al consumo durevole, o costituiti da beni di investimento.

Insomma, il vastissimo settore dell’hotellerie potrebbe diventare anche a breve termine un nuovo quadro di convenienze imprenditoriali in cui attrarre investitori locali e/o provenienti da altre regioni del Paese e dall’estero per produrre, ad esempio, stoviglie, mobilio, articoli da bagno, cucine, arredi da giardino, biancheria, infissi, illuminotecnica, tecnologie musicali, macchine per pulizie industriali.

Fra le attività manifatturiere collegate al turismo – e che potrebbero offrire anche immediate opportunità per nuovi investimenti in costruzioni e manutenzioni – si inserisce quella della nautica da diporto, al cui servizio già opera nello scalo del capoluogo la Società per Azioni Bocca di Puglia- Marina di Brindisi.

Il settore dei materiali per l’edilizia. La crescita qualificata del comparto edile, nello scenario della rigenerazione urbana e della tutela del territorio.

Il comparto edile – e quello ad esso collegato dei materiali per costruzioni che vanta in provincia alcune aziende di rilievo come ad esempio la Prefabbricati Pugliesi e la Minermix – più di altri ha subito negli ultimi sette anni una pesante contrazione di attività, e conseguentemente di fatturato e di redditività, con riduzione di addetti ed ampio ricorso agli ammortizzatori sociali.

Il settore pertanto ha urgente bisogno che si sblocchino tutte le opere pubbliche già con progetti definitivi approvati e finanziate e che devono essere messe a bando, così come si rende necessaria la rapida approvazione nei Comuni della provincia di tutti gli strumenti urbanistici in attesa di definizione amministrativa.

Governo, Regione, Provincia e Comuni e tutte le stazioni appaltanti operanti nel territorio sono chiamati – ciascuno nell’ambito delle proprie competenze – ad accelerare tutti gli interventi attesi da tempo, per dare respiro con l’apertura dei nuovi cantieri all’imprenditoria locale.

Ma una nuova frontiera si è già aperta per le aziende del settore ed è costituita dagli interventi per la rigenerazione urbana e la manutenzione del patrimonio edilizio esistente, pubblico e privato, che in varia misura stanno già interessando i nostri territori e ancor più lo investiranno nei prossimi anni.

Tuttavia anche le imprese edili del territorio sono chiamate a valutare – sempre con l’intento di rafforzare con strumenti nuovi le loro attività – la possibilità di inedite aggregazioni di rete per candidarsi così all’esecuzione di lavori di maggiore complessità, anche su qualche mercato estero.

Il ruolo del CETMA – nuovi corsi di laurea – chimica industriale, farmacia.

Le linee guida proposte in precedenza per i percorsi di rafforzamento competitivo e di diversificazione dell’apparato di produzione industriale localizzato nel territorio presuppongono come condizione imprescindibile un consolidato rapporto di tutti i suoi comparti – o almeno delle loro imprese più rappresentative ed esposte alla pressione della concorrenza – con il mondo della ricerca applicata, sia essa praticata in Centri come il CETMA, l’Enea e il CNR, e sia in singoli Dipartimenti di Atenei.

L’esperienza della Cittadella della ricerca alle porte di Brindisi, com’è noto, si è conclusa nelle forme istituzionali che ne avevano consentito l’esistenza per molti anni.

Ma la presenza e l’attività di singoli soggetti ospitati all’interno della struttura è proseguita e costituisce tuttora un punto di forza del territorio, in cui si ospitano anche corsi di laurea decentrati da Università pugliesi.

Con il CETMA, in particolare – alla luce anche della sua natura di Consorzio di ricerca pubblico-privato di rilievo nazionale per il numero degli addetti e la proiezione operativa fuori dai confini regionali e che sin dal 1994 ha visto associati l’Enea, imprese private anche non locali e l’Università del Salento – si rende necessario un new beginning di tutto il mondo imprenditoriale provinciale e regionale che dovrà essere accompagnato a conoscerne sempre di più i laboratori, il profilo dei ricercatori, le molteplici attività svolte e soprattutto i loro risultati in termini di brevetti e ricerca applicata, in modo tale da favorirne il possibile trasferimento a quelle imprese, auspicabilmente in numero elevato, impegnate nella scenario competitivo italiano e internazionale.

Sarebbe opportuno pertanto procedere alla sottoscrizione di protocolli d’intesa effettivamente operativi fra la Confindustria di Brindisi e le sue sezioni merceologiche per favorire o consolidare ogni forma di collaborazione per la ricerca applicata fra il Centro di ricerca e le aziende dell’intera regione, ma anche con quelle esterne al territorio per contribuire all’innalzamento del profilo tecnologico dell’intero apparato industriale operante nell’area.

Le sfide imposte dal programma Industria 4.0 si possono vincere solo con un dialogo quotidiano, serrato ed operativo fra mondo delle imprese e istituzioni della ricerca applicata che dovranno affiancare le aziende in tutte le azioni e i programmi necessari per intraprendere i percorsi dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione.

In tale prospettiva Confindustria Brindisi, sottolinea il ruolo fondamentale degli Istituti di formazione secondaria – con i quali vorrebbe sviluppare le esperienze scuola-lavoro previste dalla riforma della Buona Scuola – ed esprime particolare apprezzamento per le attività di Istituti scolastici ormai rinomati anche a livello nazionale come il Maiorana.

Si richiama inoltre l’attenzione delle Autorità accademiche a vario titolo interessate al sistema produttivo della provincia sulla necessità che si valuti la possibilità di attivare nuovi corsi di laurea a numero chiuso – come ad esempio ingegneria chimica e/o chimica industriale – effettivamente legati alle esigenze non solo del territorio di Brindisi, ma dell’intera Puglia e della vicina Basilicata.

In questo territorio peraltro già sono attive e incominciano ad operare con successo imprese di nicchia – come ad esempio la CMC Labs – che progettano, producono e gestiscono un’ampia gamma di dispositivi informatici e di best practices operative ad essi collegati, idonei ad accompagnare a costi altamente competitivi interi cicli di produzione industriale sulla nuova frontiera ormai segnata dalle innovazioni del programma Industria 4.0.

Le problematiche del credito e del finanziamento per i nuovi investimenti.

Il Progetto filiere’ di Intesa San Paolo.

Nella sfida che il sistema industriale locale deve sostenere un ruolo fondamentale svolge il settore del credito cui la Confindustria Brindisi rivolge particolare attenzione nella piena consapevolezza che si è ormai conclusa per sempre la fase che schematicamente potrebbe essere definita ‘del credito facile per tutti’ e che ad essa si è sostituita ormai da tempo quella del credito rigorosamente selettivo ad imprese pienamente affidabili per tipologia di prodotti, affermazione sul mercato, organizzazione aziendale, capacità gestionali, solvibilità.

Ma gli scenari competitivi in cui sono ormai inserite le aziende del territorio impongono di guardare a nuove fonti di finanziamento aziendale, come i fondi di investimento, il venture capital, e tutti gli altri strumenti finanziari la cui fruizione impone significativi innalzamenti di standing gestionali e l’adozione di adeguati sistemi di controllo di gestione.

Anche gli Istituti di credito, accanto alle funzioni erogatorie, dovrebbero migliorare i loro servizi alle imprese per aiutarle nella competizione sul mercato. In tale direzione è opportuno segnalare il “Progetto filiere” di Intesa San Paolo che agevola l’accesso al credito e migliora il rating di ciascun operatore aderente alla filiera.

Una Struttura tecnica di missione per la promozione dello sviluppo industriale.

Il percorso e gli obiettivi proposti non intendono limitarsi a suggerire percorsi operativi ed obiettivi da raggiungere alle aziende e agli stakeholder del territorio, ma vogliono indicare anche uno dei possibili strumenti da allestire per dare poi avvio concreto a quei percorsi, una volta che essi siano stati condivisi con gli obiettivi da raggiungere insieme ai soggetti potenzialmente interessati ad essi.

Si suggerisce pertanto la costituzione di una Struttura tecnica di missione composta da un nucleo ristretto di esperti che:

  • focalizzi e selezioni operativamente con le imprese singole e associate l’insieme delle mete che si vogliono raggiungere in materia di crescita aziendale;

  • definisca tutti gli interventi da compiersi e i cronoprogrammi della loro realizzazione;

  • individui le risorse finanziarie, tecnologiche, professionali e organizzative per avviare il lavoro di miglioramento competitivo di singole aziende, o di un loro gruppo organizzato in rete o in consorzio;

  • verifichi periodicamente i risultati conseguiti e/o le correzioni necessarie nelle pratiche operative poste in essere per il conseguimento di specifici obiettivi.

Possono concorrere a costituire tale Struttura tecnica di missione soggetti pubblici e privati che designino loro esperti di fiducia i quali dovranno lavorare con il solo vincolo della concreta operatività quotidiana su programmi esclusivamente concordati con le aziende.

Confindustria Brindisi – all’indomani dell’incontro odierno e valutandone i risultati con i suoi organismi dirigenti – potrebbe intanto promuovere la costituzione di tale organismo, riservandosi poi di aprirlo alla partecipazione di esperti indicati da altri soggetti pubblici e privati.

Alcune considerazioni conclusive

Analisi e proposte presentate non esauriscono il lavoro ricognitivo che andrebbe approfondito sul territorio per registrarvi tutte le presenze industriali in esercizio, le specifiche relazioni intersettoriali e infrasettoriali intercorrenti fra molte delle imprese operanti nel capoluogo e in un numero crescente di Comuni della provincia, e fra numerose di quelle aziende e società di altre aree del Paese o straniere.

L’apparato industriale del Brindisino da molti anni ormai ha assunto una morfologia complessa che sarebbe necessario investigare per singoli settori e per specifiche dimensioni aziendali con esami meno sintetici di quelli raccolti in questi materiali.

Anche le proposte avanzate per un consolidamento competitivo dell’industria locale non hanno alcuna pretesa di esaustività, ma solo quella di offrirsi come contributi propositivi da dettagliarsi ulteriormente nella loro specificità merceologica, da approfondirsi nella loro fattibilità tecnica, da impostarsi concretamente nella loro realizzabilità con le professionalità e i parchi macchine già esistenti o insediabili sul territorio.

Fatte queste ovvie considerazioni, si precisa allora che il percorso di ricerca e di proposte cui si è inteso partecipare con le note precedenti – su cortese invito della Confindustria di Brindisi – ha solo l’ambizione di concorrere con tutti gli stakeholder locali alla messa a punto di strategie di intervento ed azioni operative che sono ormai necessarie e improcrastinabili, se si vorrà contribuire anche a livello locale a migliorare la competitività di un apparato di produzione industriale che resta un punto di forza al servizio non solo della provincia e della regione, ma di tutta la regione e dell’intero Paese.

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