May 3, 2025

Libertà per i marò: il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, ha inviato al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta ed ai ministri della difesa, Mario Mauro e degli esteri, Emma Bonino, l’ordine del giorno unitario urgente, sottoscritto dai componenti dell’Ufficio di Presidenza e dai presidenti dei gruppi consiliari di maggioranza e minoranza. Nella nota inviata a Palazzo Chigi, a via XX settembre e alla Farnesina, l’intero Consiglio regionale pugliese, Introna ricorda che il documento unitario “invita il Governo nazionale ad assumere ogni iniziativa atta ad assicurare la libertà e la dignità dei due sottufficiali della Marina Militare e l’onorevole soluzione di un caso internazionale che si protrae da quasi due anni, contro ogni norma convenzionale internazionale e contro il diritto fondamentale ad un processo equo”. (fel)   Di seguito e nell’allegato, il testo dell’ordine del giorno.                                                                                                                                                                                                                                                                              Bari, 20 gennaio 2014                                                                                                           Il Consiglio regionale della Puglia   ribadendo

  • la vicinanza dell’intera Comunità pugliese ai fucilieri del Reggimento San Marco della Marina Militare, il capo di prima classe Massimiliano Latorre, tarantino e il secondo capo  Salvatore Girone, barese, da due anni soggetti alla giustizia in India, prima nello Stato del Kerala ed ora davanti alla Corte Suprema federale, per eventi accaduti il 15 febbraio 2012, senza che da allora, per quasi due anni, nessun tribunale indiano abbia completato le indagini sul caso e individuato formalmente i capi di imputazione contro i due marò italiani;

esprimendo

  • ancora una volta, solidarietà e affetto fraterno ai familiari;

contestando

  • l’interminabile catena di rinvii di qualsiasi udienza, che sembra peraltro non avere tuttora fine, stante la ricorrenza dell’imminente Festa nazionale indiana;

denunciando

  • l’ingiustificato, allarmante e inaccettabile sovrapporsi di notizie da fonti disparate in India, che fanno intravedere la possibilità che i militari italiani siano sottoposti a un processo che prevede la pena di morte, per atti di “pirateria e terrorismo”;

rilevando con rammarico

  • che un Paese amico dell’Italia e di grandi tradizioni civili e giuridiche, come l’India
  1. mantiene nel proprio ordinamento la pena di morte,
  2. non applica con chiarezza, nel caso in specie, la presunzione di innocenza, principio fondamentale del diritto e della dignità umana
  3. dà corso ad una sequenza di ritardi e rimandi, che si traducono in una forma di denegata giustizia
  4. continua, per gli innumerevoli rinvii e l’interminabile protrarsi degli accertamenti,  ad esporre i nostri marò da un’opinione pubblica locale aprioristicamente colpevolista;

prendendo atto con soddisfazione

  • che il ministro italiano della Difesa si è dichiarato assolutamente convinto dell’innocenza dei due connazionali ed ha stigmatizzato apertamente i tempi e i modi dello sviluppo giudiziario di questa vicenda, tali da essere ormai diventati un caso, segnalando all’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite le contraddizioni del comportamento delle autorità indiane;

 

  • che, secondo quanto riferiscono i media in India, la Corte suprema indiana – esaminando il ricorso dell’Italia sui ritardi del processo e contro l’applicabilità della legge antipirateria che prevede la pena di morte – ha chiesto al Governo di Nuova Delhi di risolvere entro il prossimo mese di febbraio lo stallo che sta ritardando il processo ai marò.

associandosi

  • allo stesso rappresentante del Governo italiano  nel ritenere che il problema non sia semplicemente riportarli a casa, ma riportarli a casa con onore;

esprimendo

  • la preoccupazione e soprattutto l’indignazione dei cittadini, che da due anni attendono di conoscere fatti e circostanze dei presunti delitti imputati ai due connazionali;

 

invita

il Governo nazionale ad attivarsi ad ogni livello internazionale e presso tutti i canali diplomatici, perché le Autorità indiane facciano immediata chiarezza sul caso e ai due marò venga restituita quanto prima la dignità umana e la libertà personale;   a disertare, in segno di ferma protesta, le celebrazione della Giornata nazionale dell’amico popolo indiano il prossimo 26 gennaio;   a far pervenire al primo ministro indiano Manmohan Sing, attraverso l’ambasciatore della Repubblica dell’India in Italia, una nota ufficiale con la quale si motiva la mancata partecipazione, quale manifestazione dei sentimenti di indignazione e sofferenza degli italiani per il protrarsi senza fine di una situazione incomprensibile.

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