Dopo la sconfitta di lunedì sera a Capo d’Orlando, in attesa del match di sabato sera contro l’Umana Venezia, che chiuderà il girone di andata del massimo campionato di basket, la certezza è soltanto una: per qualificarsi alla Final Eight di Coppa Italia l’Enel Brindisi dovrà battere i lagunari.
Sarebbero infatti troppi i rischi in caso di sconfitta casalinga.
La formazione di coach Sacchetti per centrare l’obiettivo deve assolutamente ritrovare il feeling con la vittoria, non fosse altro per riscattare il passo falso rimediato in Sicilia.
Due punti pesanti, quelli conquistati dai padroni di casa, contro una New Basket che è stata la bruttissima copia di quella vista soltanto una settimana prima in casa contro Caserta. Per carità perdere sul parquet siciliano (considerato che sinora l’unica squadra che è riuscita a violarlo è stata Milano) ci può stare, ma ciò che è opinabile è stato l’atteggiamento mostrato per buona parte del match dai biancoazzurri, quasi mai in grado di mettere pressione a Capo d’Orlando.
Nonostante ciò Durand Scott (tra i peggiori dei suoi) e compagni ancora una volta sono stati capaci di andare sotto nel punteggio e recuperare, prima però di cedere alle magie del fuoriclasse Drake Diener, un giocatore che Sacchetti conosce molto bene e che nel primo tempo era riuscito a limitare (3 soli punti per lui nei primi 20′, 18 alla fine del match).
Capo d’Orlando però non è stata solo l’infinita classe di Diener, ma è stata soprattutto la grande freschezza atletica e le capacità tecniche di un giovane pugliese doc. Ovvero Tommy Laquintana, nativo di Monopoli, uno dei prospetti più interessanti del massimo campionato italiano.
Al di là delle prestazioni dei singoli, Brindisi in Sicilia non è riuscita quasi mai ad imporre il suo gioco, risultando troppo fallosa nel tiro dai due punti (42 %), un dato che assume una maggiore importanza se si considera che la New Basket ha tirato col 50 % da tre punti, una percentuale altissima che però è servita a poco, in quanto costretti sempre ad inseguire, i biancoazzurri non hanno mai trovato la via del canestro con continuità.
Il motivo, uno dei principali è stato senza dubbio di natura tattica. Specialmente sul pick n’roll di Brindisi il lungo di Capo d’Orlando, Delas (o chi per lui) ha svolto un lavoro certosino in aiuto, evitando sia che il gioco a due si concretizzasse all’interno dell’area pitturata, ma soprattutto all’esterno (pick n’ pop). Gioco che l’Enel Brindisi, con Bob Carter, gioca spesso e con buoni risultati.
Questa è senza dubbio una delle chiavi di lettura tattiche del match, ma a fare la differenza è stata l’incapacità di Brindisi di giocare in contropiede o costruirsi buoni tiri in ritmo.
Nic Moore e compagni in attacco hanno faticato parecchio.
In particolar modo lo stesso Moore e Phil Goss hanno sofferto i l mismatch con i rispettivi avversari. Paradossalmente l’assenza di Bruno Fitipaldo (ceduto al Galatasary), in attesa del nuovo play maker, ha “costretto” coach Di Carlo ad adattare un’ala piccola (Tepas) in cabina di regia, ovvero un giocatore più alto di almeno 30 centimetri rispetto a Moore.
Ma la maggiore fisicità dei padroni di casa ha reso difficile la vita al quintetto brindisino che riesce a dare il meglio di se quando gioca in velocità con i tre “piccoli”.
Una situazione tattica che in Sicilia non ha funzionato ed ha portato Sacchetti più volta a stravolgere il quintetto e, ad un certo punto, considerata la pesante situazione falli, ad affidarsi ad una difesa a zona allungata. Ed è stata proprio questa una delle fasi del match in cui Brindisi ha sprecato tutto.
Infatti, dopo essersi portata sul -14 nel terzo quarto, la zona ha permesso a Brindisi di riportarsi in partita; ma quando Capo d’Orlando ha faticato oltremodo in attacco (unico passaggio a vuoto dei padroni di casa), la New Basket non è stata capace di approfittare, collezionando errori al tiro e palle perse.
Al resto ci ha poi pensato Diener, che con tre bombe al limite della “legalità” ha di fatto chiuso le ostilità.
In sostanza l’Enel Brindisi, pur provandoci fino alla fine come è nelle sue corde, ha pagato a caro prezzo un pessimo approccio, un terzo quarto a tratti inguardabile, e quando nell’ultimo quarto ha provato a rimontare non ha quasi mai avuto la lucidità necessaria per provare ad espugnare quello che attualmente è uno dei parquet più inviolati della Lega A.
Ora le chance di partecipazione alle Final Eight di Coppa Italia (in programma a Rimini da 17 al 19 febbraio) passano dal match interno di sabato sera contro Venezia
. In caso di successo Brindisi staccherà il biglietto per Rimini; in caso contrario il suo destino dipenderà dal risultato di alcune dirette concorrenti.
In teoria l’Enel Brindisi potrebbe qualificarsi anche in caso di sconfitta. Ma per non correre rischi e tagliare il primo traguardo stagionale (dopo averlo fallito lo scorso anno) una vittoria rappresenterebbe la migliore risposta alla sconfitta di Capo d’Orlando.
Ma soprattutto un messaggio importante al campionato in vista del giro di boa.
Pierpaolo Piliego
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