Doretto Marinazzo (Presidente Circolo “Tonino Di Giulio” Legambiente Brindisi)
Le tante segnalazioni e foto che attestavano la presenza di roghi inviate da cittadini brindisini ed anche da soci di Legambiente, hanno trovato un riscontro nelle verifiche condotte dall’ARPA ed in quanto riferito dal sindaco Rossi e dalla dirigente dell’ARPA D’Agnano in conferenza stampa.
Come l’anno scorso, la causa è stata individuata in scelte, definite “criminali” di sottoporre a combustione sterpaglia e soprattutto rifiuti contenenti materiali plastici e probabilmente bachelite. Come l’anno scorso la zona interessata si trova a sud del petrolchimico.
Le centraline di rilevamento e soprattutto il mezzo mobile collocato a ridosso della discarica Micorosa, hanno rilevato sforamenti di PM10 e di benzene, ciò che provoca due necessarie considerazioni e richieste: va intensificato il lavoro degli addetti alla vigilanza ed alla prevenzione di reati ambientali e ancor più va intensificata la dotazione di mezzi e personale tecnico nel sistema di monitoraggio ambientale globale, sciaguratamente non finanziato ed attuato subito dopo la decisione di considerarlo prioritario nel piano di risanamento dell’area ad elevato rischio di crisi ambientale ed oggi oggetto dell’incredibile decisione del ministero per la transizione ecologica di non disporre nella revisione dell’autorizzazione integrata ambientale per Versalis una rete di rilevamento pubblica nel petrolchimico.
Vanno combattuti coloro che con i roghi attentano alla salute pubblica, ma ancor più vanno garantiti strumenti di monitoraggio ambientale e scelte istituzionali che tutelino ambiente e salute pubblica.
BRINDISI BENE COMUNE
Brindisi avvolta da fumi nauseabondi per giorni, social presi d’assalto (giustamente) dai cittadini, istituzioni impegnate nella ricerca delle cause. In meno di due giorni si riesce, grazie ad un tempestivo intervento del Sindaco, fortuito ma non troppo, a risalire alle cause di queste insopportabili emissioni odorigene: roghi, una decina di cataste di chissà quali materiali (anche copertoni d’auto come si vede in foto), bruciate nelle campagne a sud della città da delinquenti senza scrupoli. Le foto e i video sono eloquenti.
Nella conferenza stampa di oggi è stato raccontato perfettamente tutto dal Sindaco e confermato anche dalle dirigenti di Arpa presenti. Chiari anche i grafici sulla qualità dell’aria. E chiarissima la spiegazione della dottoressa D’Agnano prima e del Sindaco poi sulla interpretazione di quei dati.
Siamo davanti ad intollerabili atti criminosi compiuti da scellerati delinquenti, non da semplici contadini che ripuliscono i terreni da rimanenze e stoppie (pratica comunque vietata per legge).
Come intollerabili sono le strumentali sottovalutazioni di alcuni giornalisti più impegnati a distorcere la verità e a restituire nei loro resoconti notizie parziali e volutamente alterate.
Nella notte del 2 ottobre, quella in cui sono arrivate numerose segnalazioni dai cittadini, Arpa ha evidenziato in alcune centraline di Brindisi dei picchi di benzene, toluene, PM10 e PM2.5.
Se si dice che rientrano nei limiti ma non si spiega (come è stato detto in conferenza stampa) che quei limiti sono considerati, per legge, su base annuale e non per singolo episodio, si sta dolosamente omettendo una verità ai cittadini.
La qualità dell’aria, a causa di questi incendi criminali, in quei giorni a Brindisi era pessima. Va detto senza equivoci di fondo.
Abbiamo sopportato per anni i silenzi e le “ammuine” sull’inquinamento industriale (che è ancora realtà, non è mica sparito) ed è insopportabile che oggi si continui a non raccontare la verità e a creare confusione nei cittadini con il solo scopo di remare contro l’amministrazione e il Sindaco.
Non cambia di una virgola il nostro impegno, quello del Sindaco e di tutta l’amministrazione anche dinnanzi alle mistificazioni.
Vorremmo fosse chiaro che questa confusione artatamente creata danneggia la città, indebolisce le istituzioni (tutte!) e favorisce, proteggendoli, solo questi criminali incendiari.
Brindisi è di tutte e tutti e difenderla è dovere di ognuno di noi.
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