Sono obbligato, dallo accanimento contro di me e dal clamore mediatico suscitato da una mia esternazione su facebook, ad intervenire non solo per tutelare la mia persona ma sopra tutto per tutelare la mia famiglia e le Istituzioni che rappresento.
E’ evidente che quella mia dichiarazione ha consentito ad alcuni una speculazione frutto anche di un voluto stravolgimento di quanto da me sinteticamente scritto e, forse anche, a causa della sinteticità, poco chiaramente scritto.
Ho sempre avuto le mie idee politiche che non rinnegherò. Non sono di sinistra e forse questo è il peccato originale per cui da parte di alcuni mi si chiede il “conto”.
Non rinnegherò le mie radici e i miei principi basati sulla onestà e sul rispetto in termini assoluti dello Stato e delle Istituzioni. In anni di militanza politica e di partecipazione all’interno delle istituzioni pubbliche le mie mani e la mia coscienza sono pulite e terse. Altri credo non possano dire la stessa cosa.
Sono fascista?
Agisco e predico si da fare apologia del fascismo?
NO nel modo più assoluto. Se essere fascista è mettere lo Stato, le Istituzioni prima di tutto forse lo sono. Se essere fascista è riuscire a dire che dopo anni, oltre SETTANTA, è il momento di ricordare anche quei ragazzi che fecero un’altra scelta e morirono per un’altra scelta, allora forse lo sono.
Non ho mai predicato ritorni, storicamente, logicamente impossibili. Sarei demente e credo di non esserlo.
Non ho mai ritenuto la guerra civile come un fatto storico da dimenticare. Credo invece che coloro che si schierarono contro il fascismo e il nazismo credevano in qualcosa che tutti dobbiamo rispettare.
Il rispetto non è però dimenticare, non può obnubilarci. Se da una parte, furono commessi crimini, è dovere di tutti noi condannarli come è dovere di tutti noi, e invito i miei detrattori a leggere Pansa, condannare chi predicando odio, dopo la fine della guerra, commise crimini e realizzò vendette fuori da ogni comprensibile logica conseguenza.
Quando parlavo di servi ed invasori mi riferivo a questi sopra tutto alle truppe di Tito. Ad esempio, che invasero i territori italiani e complici alcune bande di italiani realizzarono le stragi nelle Foibe del Carso. Questa è storia certificata da sentenze penali .
In particolare a queste vicende mi riferivo.
Si chiedono le mie dimissioni. Non mi dimetterò convinto che la VERITA’ è la medicina ,per alcuni, forse amara, con la quale potremo far scomparire le ultime tracce di odio che purtroppo vedo ancora esistono.
Si chiede l’intervento del Prefetto in mio danno. Sono pronto a rispondere al Rappresentante dello Stato come è giusto che sia se mi verranno da quella Autorità poste domande o richieste giustificazioni.
Ai Cittadini del mio piccolo Paese dico: scusate per il clamore mediatico che altri hanno voluto e sappiate che io sono al Vostro servizio come sempre perché la mia storia ed il mio credo mi impongono di essere al Vostro servizio. La Politica per me è servizio e verità, pulizia morale e onestà.
Vincenzo Vacca
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