Potrebbe sorgere in Puglia il nuovo polo produttivo che Intel ha deciso di insediare in Italia.
Secondo il quotidiano “La Stampa”, che cita fonti del Ministero dello Sviluppo Economico, la multinazionale americana, valutate le aree delle Regioni che si erano candidate per accogliere gli stabilimenti, sarebbe intenzionata ad investire in Veneto o, appunto, in Puglia.
Il progetto di Intel riguarda la creazione di una fabbrica per il confezionamento dei microchip, ha un valore di 11 miliardi e prevede una ricaduta occupazionale di oltre un migliaio di posti di lavoro.
L’insediamento richiede la disponibilità di un’area di circa 300 ettari, libera da precedenti edificazioni e che non necessiti quindi di alcun intervento di bonifica.
L’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci ha confermato che il territorio è piamente in partita, che “segue il dossier da diverso tempo e ha candidato diverse aree industriali del territorio pugliese per ospitare l’insediamento della Intel.
Delli Noci avrebbe individuato e candidato due aree che rispondono a questi parametri: una in provincia di Bari e l’altra in provincia di Lecce, “entrambe al vaglio di Intel, che comunque riferirà la propria decisione, entro la fine dell’anno, non all’ente regionale ma ai dirigenti dei dicasteri due coinvolti”.
Le dichiarazioni di Delli Noci hanno scatenato polemiche.
Giannicola De Leonardis, vicepresidente del Consiglio regionale e consigliere regionale di Fratelli d’Italia, si è rivolto “pubblicamente all’assessore Alessandro Delli Noci per invitarlo a considerare le possibili, valide opzioni presenti anche nella provincia di Foggia, che al momento – secondo indiscrezioni giornalistiche – non sarebbero state valutate: la vasta zona industriale tra Foggia e Borgo Incoronata, che può anche contare su un casello autostradale nato proprio per favorire la logistica (l’altro casello è uno di punti di snodo più importanti lungo la dorsale adriatica), e sulla presenza di un’importante realtà di livello internazionale specializzata proprio nel trasporto e nella movimentazione delle merci; e l’area di Manfredonia che ha già vissuto la stagione della programmazione negoziata”.
Anche Fabiano Amati (PD), presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, chiede conto della scelta territoriale:
“Non sono, com’è noto, un campanilista. Però mi chiedo: come si fa a candidarsi per ospitare l’insediamento Intel, cosa buona, indicando aree non meglio specificate di Bari e Lecce, se nella realtà pugliese l’unica area di 300 ettari liberi da edificazione (quindi senza la necessità di bonifiche, richiesta esplicita della multinazionale) e con un aeroporto e un porto confinanti (elementi che certamente avvantaggerebbero la candidatura pugliese) si trova nell’Asi di Brindisi? L’amministrazione pubblica è una cosa seria e non un gioco di società di livello condominiale”.
“La notizia non è più riservata: ci siamo candidati a ospitare un insediamento industriale della Intel, finalizzato alla realizzazione di una fabbrica per il confezionamento di microchip, per un investimento pari a undici miliardi di euro e una disponibilità di circa mille posti di lavoro.
Mi risulta, tuttavia, che a fronte della necessità di insediare l’investimento in un’area di 300 ettari, non edificata e priva di necessità di bonifica, la Regione stia indicando un’alternativa localizzativa, non meglio precisata, tra Bari e Brindisi. Non escludo poi che possano essere pure avanzate altre proposte orientate dalle legittime aspettative di altri territori. Ottima cosa per tutti, indubbiamente; se non fosse che un’area con quelle caratteristiche, dotata di ciò che occorre e compatibile per mobilità via strada, mare e aria, qui in Puglia, si può trovare con facilità solo nell’area industriale di Brindisi.
Segnalo dunque tale circostanza alla Giunta regionale e preannuncio un’audizione in Commissione sull’argomento, così da offrire tutto il supporto possibile che ci consenta di vincere la concorrenza di altre regioni italiane; cosa assolutamente fattibile, ovvio! offrendo la soluzione tecnica migliore e più congeniale alle esigenze della multinazionale e dei suoi investimenti, invece che l’opzione più conveniente alle carriere politico-elettorali.
Spero che sul punto io possa trovare al mio fianco anche tutte le istituzioni e la classe politica brindisine, senza sudditanze di sorta o timidezze da carrierismo”.
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