May 7, 2025

Premessa
Pochi mesi ci separano, ormai, dal voto amministrativo per il rinnovo del Consiglio Comunale e l’elezione del Sindaco di Mesagne. L’approssimarsi di questo momento, cruciale nella vita di ogni comunità, rende necessario, e a nostro avviso non più rinviabile, l’avvio di un dibattito pubblico sulle traiettorie di sviluppo, presenti e future, che la nostra città dovrà seguire in tutti gli ambiti che ne caratterizzano la vita comunitaria. Un confronto partecipato – sollecitato, incoraggiato e animato dalle diverse espressioni della politica locale-, che coinvolga esperienze, saperi, professionalità presenti nel corpo sociale della nostra città, può e deve essere alla base delle scelte che delineeranno il profilo economico, sociale, culturale, urbanistico della Mesagne dei prossimi anni.

Il passato: l’origine del riscatto
Negli ultimi anni, la città è frequentemente balzata agli onori della cronaca regionale e nazionale come esempio di riscatto collettivo: da capitale della SCU a finalista nel concorso per il titolo di capitale italiana della cultura. Una esaltazione che ci rende certamente orgogliosi della realtà, che, tuttavia, non può essere circoscritta ad una stagione, ma è il frutto del cammino lungo e faticoso degli ultimi trent’anni. Una storia iniziata negli anni in cui la politica, ancora rappresentata da partiti radicati, forti di un grande consenso popolare e quindi capaci di esprimere dirigenti e amministratori autorevoli, è stata in grado di dare impulso al lodato percorso di rinascita. Un cammino virtuoso che ha liberato la città dall’asfissiante condizionamento della criminalità organizzata, che ha visto insieme le Istituzioni politiche, la Magistratura, la Chiesa, le Associazioni e la comunità cittadina, la quale, seppure non nella sua totalità, ha partecipato, scegliendo con coraggio la via della legalità, del riscatto, dell’orgoglio per la propria storia e della difesa dell’identità collettiva.
In quegli anni e negli anni a seguire, tanti hanno lavorato su una idea fondamentale: la cultura come asse portante dell’attività amministrativa. Era chiaro: il riscatto della Città passava attraverso la riscoperta delle sue origini e di una storia millenaria, che aveva lasciato ovunque tracce indelebili.
Il Centro Storico, che versava in uno stato di dissesto e di grave degrado con immobili fatiscenti, strade puntellate, e che anche per questo veniva abbandonato dalla gran parte dei residenti, fu oggetto di un Piano di Recupero di cui oggi godiamo finalmente i frutti. Diversi i monumenti recuperati e valorizzati insieme alle aree archeologiche dentro e fuori dal centro: fu avviato e completato il restauro della Chiesa Madre, del Castello – per il quale parte dei lavori furono addirittura effettuati dagli LSU -, del Teatro Comunale, recuperato e finalmente restituito alla città. Con le poche risorse disponibili fu incentivato l’associazionismo e furono realizzate tante iniziative come il Natale nel Cuore, l’Estate Mesagnese, il “Carnevale Mesagnese”, che anno dopo anno portava a Mesagne migliaia di persone. Infatti, anche da paesi vicini, si cominciava ad apprezzare il dinamismo, la vivacità e la voglia di riscatto della Città.
Partendo poi dal recupero e dalla realizzazione di nuovi edifici scolastici, molta attenzione fu posta alle politiche sociali, che si materializzavano con l’apertura di centri invernali ed estivi gratuiti per bambini e adolescenti, con straordinarie esperienze come la “città dei sogni”, con i soggiorni estivi e con l’apertura del centro polivalente per anziani, allora unica struttura di quel tipo presente nel territorio provinciale e punto di riferimento per diversi comuni.
Sul versante delle attività produttive, un forte impulso allo sviluppo economico locale fu dato dalla realizzazione del Piano per gli Insediamenti Produttivi (PIP), consentendo a molte attività di spostarsi dal certo abitato alla zona industriale e creando le condizioni per accogliere nuovi investimenti privati nel settore artigianale, industriale e commerciale.
Ricordare percorsi e protagonisti degli ultimi trenta anni di storia politica e amministrativa locale non è un esercizio teso a svilire e a scoraggiare l’ultima generazione di amministratori, ma farlo è necessario per impedire che venga spazzato via dalla memoria collettiva l’enorme lavoro compiuto – qui, per brevità, ripercorso solo parzialmente – per avere oggi la Mesagne candidata a capitale italiana della cultura e successivamente insignita del titolo di capitale pugliese della cultura.
Senza scelte lungimiranti, senza una classe dirigente – in particolare quella del centrosinistra che ha avuto responsabilità di governo per lunghi tratti nel corso degli ultimi decenni – la quale non era concentrata su un consenso immediato ed effimero, che fece della trasformazione della città una vera e propria missione, fino a mettere a repentaglio, in qualche caso, la propria vita e la sicurezza delle proprie famiglie, oggi Mesagne non potrebbe ospitare la mostra di Caravaggio e il flusso di turisti e visitatori che ne deriva.
Considerare questa storia come parte integrante del patrimonio politico e culturale della città, rifiutandone la rimozione, consapevole o inconsapevole che sia, è utile per chi già si cimenta con il governo locale, o si proporrà di farlo tra qualche mese, a cui è giusto evidenziare che è questo l’impegno sempre richiesto ad amministratori volenterosi di costruire oggi la città che immaginiamo e progettiamo per il futuro.

Il percorso politico per la costruzione di un nuovo centrosinistra
Ancora oggi, i valori, gli ideali, le tradizioni politiche e culturali sono il nutrimento delle scelte amministrative anche a livello locale. Non ci sarebbe stato il “miracolo mesagnese” senza amministratori attenti a garantire uguali opportunità e diritti per tutti, se non ci fossero stati Sindaci, Assessori, Consiglieri Comunali che consideravano la cultura elemento centrale nel percorso di riscatto e di crescita, anche economica, della Città, sensibili alla necessità di salvaguardare l’ambiente, tanto dal punto di vista della tutela e della rigenerazione del territorio, quanto dal punto di vista della valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico ed artistico della Città. È stato questo il nucleo di idee, di valori e di progetti alla base delle scelte che il centrosinistra ha compiuto negli anni in cui è stato al governo della città, determinandone l’innegabile sviluppo ormai riconosciuto da tutti.
Nel recente passato è prevalsa, invece, l’idea secondo cui sia possibile governare rinunciando ad avere riferimenti politici chiari.
Il PD locale non ha assecondato questa ondata, conservando l’idea che identità politiche e culturali siano indispensabili per il buon governo di una città, in quanto, lungi dall’essere elementi divisivi, possono alimentare confronti tra diversi punti di vista utili alla crescita di una collettività. Questa divergenza politica ha determinato divisioni nel centrosinistra, che, fino al 2015, aveva governato quasi ininterrottamente il Comune di Mesagne, ed ha visto il Pd all’opposizione di raggruppamenti civici prima guidati da Pompeo Molfetta poi da Toni Matarrelli.
Sulla base di questa esperienza, consapevoli delle sfide che aspettano la nostra città, dell’evolvere in senso autoritario e populista della situazione nel nostro Paese, in Europa e nel mondo, riteniamo che oggi si richieda, anche a Mesagne, un ritorno alla politica e a un nuovo centrosinistra.
Il Sindaco Matarrelli ha di recente rilasciato un’intervista al Fatto Quotidiano nella quale, intervistato nella veste di amministratore locale di centrosinistra, ha espresso il suo punto di vista su come riconnettere i partiti e le formazioni politiche progressiste al loro popolo di riferimento. Si è inoltre soffermato sui rapporti con il PD e sulla volontà di fare suo “il destino che abbiamo scelto”. Prendiamo atto di queste sue dichiarazioni, che a noi appaiono in discontinuità rispetto a scelte e percorsi del passato recente; tuttavia, precisiamo che, con il PD, il destino non è stato ancora scelto e, affinché sia comune, è necessario far seguire a queste impegnative dichiarazioni i fatti. Se c’è la necessità di riportare la politica e i partiti da Roma alla periferia, come egli stesso afferma a chiusura della sua intervista, riscostruire una coalizione politica di centrosinistra a livello locale, è anche una sua responsabilità.
Il Partito Democratico di Mesagne, con piena autonomia e dignità politica, è pronto a fare la sua parte e si dichiara aperto al confronto con tutte le espressioni politiche e civiche che intendono impegnarsi nella ricostruzione di una coalizione, che senta suo il perimetro di un centrosinistra largo, plurale, aperto a tutte le istanze che provengono dal tessuto sociale cittadino, ma chiaramente alternativo al centrodestra che governa il Paese.
Fermare l’avanzata di una coalizione che propone l’autonomia differenziata, una riforma costituzionale che priva di peso e funzione il Presidente della Repubblica e il Parlamento, avvicinando l’Italia alle democrazie illiberali sempre più diffuse nel mondo e allontanandola dai modelli di democrazia parlamentare a cui appartiene, che depenna sedici miliardi di risorse dal PNRR senza dare certezze ai comuni sulle fonti di finanziamento alternative, che vara una manovra facendo cassa sulle pensioni e riducendo gli investimenti nella sanità pubblica, rischiando di mandare definitivamente in frantumi il già precario patto sociale tra i cittadini e lo Stato, è un dovere persino morale anche di chi nei territori ritiene di non riconoscersi in un progetto che mina alle fondamenta l’Italia repubblicana e intende riaffermare con determinazione i valori dell’antifascismo da cui essa è nata.

Lo sviluppo della città

Da questo impegno politico plurale, può nascere una coalizione di governo capace di esprimere una rinnovata idea di sviluppo, che non lasci indietro nessuno, sia rispettosa del contesto urbano, valorizzandone sempre più la storia millenaria, tuteli il paesaggio e il territorio agricolo.
Negli ultimi venti anni la popolazione di Mesagne è invecchiata di sette anni e si è ridotta di 1500 abitanti, movimenti demografici certamente da contestualizzare e da considerare dentro tendenze più generali che riguardano il Paese, ma che, nondimeno, ci possono indicare molto della situazione economica e sociale della città.
Da qui la necessità di riaffermare vocazioni produttive, favorire gli investimenti e l’aumento di lavoro non precario, destagionalizzato, provando, con gli strumenti di cui un Comune può disporre, a rendere più solida la situazione economica delle famiglie e della città.
Dalle attività produttive all’urbanistica, dalla migliore organizzazione della mobilità urbana al potenziamento della sanità pubblica, noi indichiamo qui alcuni possibili terreni di iniziativa per lo sviluppo della città nel suo complesso e per il miglioramento delle condizioni materiali e non solo di tutti i cittadini.
È necessario tornare ad occuparsi di agricoltura, partendo dalla crisi del settore della olivicoltura e della vitivinicoltura, ma avendo anche la capacità di utilizzare al meglio le potenzialità ancora inespresse di questo settore. 1300 ettari dell’agro di Mesagne coltivati a vigneto ricadono nella zona della DOC Brindisi, ma sono pochissimi, ad oggi, gli ettari vitati registrati a DOC Brindisi. Insieme ai 2600 ettari ricadenti nell’agro del Capoluogo, questa è un’area che tanto può dare sia in termini di produzione, grazie ad una più efficace politica di valorizzazione dei vitigni autoctoni, che da un punto di vista dello sviluppo del turismo enologico.
Nell’indifferenza generale, è cambiata la proprietà della cantina di Mesagne, storico riferimento dell’economia agricola del territorio; stabilire un rapporto con la nuova proprietà, valutare sinergie e proposte di lavoro è certamente un dovere della politica e delle istituzioni locali.
Mesagne ricade, inoltre, nell’area di produzione del Carciofo Brindisino IGP. Dopo alcune lodevoli iniziative promosse dal GAL Terra dei Messapi in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, produttori e ristoratori locali, è fermo il percorso di valorizzazione e promozione della nostra specie di carciofi a cui è riservata l’indicazione geografica protetta. Incentivarne la produzione costruendo percorsi di collaborazione con l’industria di trasformazione insistente sul territorio può certamente portare enormi benefici al sistema di produzione agricola locale.
Il comune di Mesagne, ormai otto anni fa, ha approvato con una delibera del Consiglio Comunale l’ampliamento della zona per gli insediamenti produttivi (P.I.P). Individuare procedure e risorse per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, rendendo disponibili nuovi lotti, è un obiettivo che non può più essere ulteriormente procrastinato. Bisognerà ripensare il modello di sviluppo della nostra zona industriale nell’ambito della ZES unica per il sud Italia. Mesagne è la città che insiste tra due porti ed aeroporti (Brindisi e Taranto), che già per collocazione geografica, certamente, è portatrice in sé di interessi economici. Lo sviluppo industriale ed artigianale, che l’infrastrutturazione di quest’area potrebbe stimolare, va di pari passo con lo sviluppo occupazionale e quindi con una crescita socioeconomica della Città. E’ necessario ed urgente, inoltre, fare un’attenta riflessione sul futuro dell’area commerciale sorta nella nostra zona industriale, anche per evitare improvvise e possibili crisi.
La questione dello sviluppo urbanistico della città non può limitarsi all’ampliamento della zona P.I.P ma deve riguardare l’intero territorio urbano. Il Piano regolatore generale approvato nel 2005, dopo un lungo iter di approvazione, contiene una previsione ormai datata, che nell’ultima consiliatura ha richiesto diversi interventi in variante. Il rischio è che, senza un adeguamento dello strumento vigente o senza l’approvazione di un piano urbanistico generale, lo sviluppo del territorio sfugga dal controllo del Comune e sia modellato da interessi e iniziative private e particolari, pur legittime, che di volta in volta emergono e richiedono modifiche allo strumento vigente. Una nuova pianificazione, che ridefinisca lo sviluppo urbanistico ma anche economico e sociale della città, è quanto mai necessaria.
La realizzazione della circonvallazione a Sud, finalmente terminata, è una occasione unica per ripensare la mobilità urbana, con l’obiettivo di decongestionare il traffico veicolare e ridurre al minimo l’ingresso di mezzi pesanti nel centro urbano. Il tempo che è trascorso per la sua realizzazione, però, rende necessari oggi interventi che adeguino questa importante infrastruttura stradale alle attuali esigenze di sicurezza e di collegamento con altre importanti arterie. Eliminare i pericolosi incroci a raso con diverse strade comunali e collegare la circonvallazione con la SS7 sono due obiettivi da traguardare al più presto per poter considerare questa opera definitivamente compita.
La cura e la salute dei cittadini è una questione di cui è giusto che anche il Comune si occupi, essendo peraltro il Sindaco la prima autorità sanitaria locale. La realizzazione dell’Hospice nell’ex Ospedale De Lellis, sulla quale abbiamo sempre nutrito forti perplessità, non può certamente essere considerato un risultato sufficiente e molto impegno, a nostro avviso, va profuso nel potenziamento del Presidio territoriale assistenziale e dell’ospedale di comunità: due strutture a servizio della medicina del territorio, che molto possono dare in termini di riduzione delle liste d’attesa e accesso al sistema sanitario pubblico per tutti i cittadini, ma in particolare per quanti non sono nelle condizioni di rivolgersi alla sanità privata.
Su questi e su molti altri argomenti, il PD di Mesagne è pronto a fare la sua parte confrontandosi con le forze politiche e civiche del centrosinistra , nella convinzione che lo sviluppo economico e la crescita sociale della nostra Città passi anche dal recupero di valori, idee ed identità politiche, come elementi qualificanti di un’azione amministrativa che punti a traguardare nuovi e sfidanti obiettivi sul futuro dei giovani, sullo sviluppo economico, la crescita, la legalità e la sicurezza della nostra Città.

Il Partito Democratico di Mesagne

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