Gentile Direttore,
sul cretino e sulla sua prevalenza è già stato detto tutto; saggisti, studiosi, narratori, sociologi, osservatori responsabili, osservatori irresponsabili e finanche osservatori menefreghisti hanno analizzato, approfondito, esaminato, studiato, sviscerato ed osservato le caratteristiche di questo fenomeno sociale (ma anche i cretini stessi solitamente hanno scritto e scrivono su di loro).
Di lui sappiamo tutto o quasi; i luoghi che frequenta, le compagnie abituali, i discorsi in cui si avventura, le riflessioni che espone, ultimamente anche i club in cui si riunisce e tanta tanta altra roba utile all’immediato riconoscimento.
Si, ma … e lo scemo? Chi è? Dove sta? Che fa lo scemo?
Dove abita? Cosa pensa? Come si esprime? Di lui cosa sappiamo? Come lo riconosciamo? Come facciamo a difenderci?
E ancora: E se per caso non lo riconosciamo? E che numero ce ne sarà in giro? Sono pochi o tanti? E che danno possono fare? Vinceranno loro? Soccomberemo? E se anche noi lo fossimo senza averne cognizione?
Capirà direttore carissimo, che non sono certo domandine facili facili ; qui c’è da perderci il sonno, da uscire pazzi.
Mesi e mesi di questo arrovellamento, come certo intuirà, può portare conseguenze inimmaginabili: incubi che potrebbero sfociare in vere e proprie allucinazioni.
Potremmo addirittura cominciare a pensare che Renzi è il segretario del PD, che Alfano esiste davvero, che nel consiglio provinciale ci ritroveremo quelli che non vorremmo più neanche in quello comunale e altre strampalate e perniciose visioni … altro che i ghiacciai che si sciolgono ….
E allora? Che pesci prendere? Come faremo, una volta stabilito chi è cretino e chi non lo è, a definire lo scemo?
Per sottrazione? No di certo caro direttore.
Non tutti i non cretini sono scemi … magari fosse così semplice … e gli idioti? gli imbecilli? gli stronzi? i fessi? e tutte le altre mille sfaccettature del genere umano ….. no… non ci siamo …. non è così.
Lo scemo va stanato e per farlo dobbiamo studiarlo, codificarne i comportamenti, sviscerarne il linguaggio, analizzare i contenuti dei suoi discorsi, capire le sue pulsioni, approfondire il suo linguaggio.
“Già – mi dirà lei caro Direttore – caro Apunto, dirlo è facile; ma dove troverai tanti scemi tutti assieme così da poterli studiare?”
Ma caro Direttore, è naturale; sulla rete! E dove se no? Proprio qui, caro Direttore, qui sulla rete a lei e a me tanto cara; qui sui commenti ai suoi articoli, qui su FB, qui sui mi piace sparpagliati neanche fossero semenze frumentizie.
Direttore carissimo, se è vero che la mamma dello stupido è sempre incinta, sappia che la mamma dello scemo è sempre al computer … con il figlio.
E se la mamma del suddetto posso solo immaginarla seduta a fumare e a giocare convulsamente a Farmville 1 e a Farmville 2, di lui, invece, dello scemo, della sua presenza in rete, ne ho prove tangibili.
Per carità, non ti parlo della scemenza collettiva e organizzata dei grillini del “Condividi !”, “Clicca qui !”, “Diffondi !”, “Fai girare!”, no, sulla rete, caro Direttore, c’è anche lo scemo, per così dire, sfuso, solingo, sciolto, a tanto al chilo.
Anzi, possiamo dire che questo tipo di scemo è il vero padrone della rete.
Face book, per esempio ….
Vogliamo parlare dello scemo barzellettiere su Face book? Eccoti servito :
riprendo dal profilo di …..
“Sentite questa che è forte: Cosa fa un porco su una poltrona? I suoi porci comodi .”
Si, direttore, questa è la barzelletta ma senti un po’ i commenti:
“AHAHAHAHAH mi fai morire”
“Sei sempre fortissimo”
“Mi ricorda qualcuno di mia conoscenza”
“Anche a me”
“Si è proprio lui”
“I suoi comodi sono … suini”
E così via per 138 (centotrentotto) commenti sviluppati da una trentina di utenti amici dello scemo…. Fra i quali spiccano almeno due o trecento “mi piace”
Ma si può …?????
138 commenti e trecento mi piace, caro direttore, coprono l’arco di un paio d’ore come minimo … due o tre ore in cui l’homo sapiens ha smesso momentaneamente di crescere, di evolversi, di nutrirsi di cultura e di conoscenza …. Due o tre ore nelle quali trenta o quaranta esseri umani hanno deciso di non leggere, di non occuparsi dei figli, di non ascoltare musica, di on pensare ai loro problemi, di non studiare, di non … vivere …
Ma non è tutto e non è il peggio: passiamo al saggista.
Il suddetto tipo di scemo, in genere, fa così: si fa una bella ripassata sui siti “Frasi celebri”, “Aforismi per tutti”, “La tua frase preferita” e dopo dieci, quindici minuti, posta sul proprio profilo la seguente frase magari infiocchettata con tanto di cornice e di effetti speciali che possono spaziare dal fluo all’ombreggiato passando per il corsivo inglese:
“Le liti non durerebbero mai a lungo se il torto fosse da una parte sola. F. La Rochefoucauld.”
Ora, caro Direttore, a parte il fatto che questa frase l’avrebbe confezionata meglio mia nonna che in una gara di saggezza a quel La Rochefoucauld lo avrebbe stracciato alla grande, a parte il fatto che (te lo giuro) un concetto del genere l’ho sentito esporre dal nostro famoso Ettorino in piena crisi etilica durante una litigata per strada, a parte il fatto che a me che cazzo me ne frega delle puttanate di La Rochefoucauld, ma, dico io, perché un normodotato si alza una mattina e decide di riportare una frase manco tanto intelligente di un tizio di quattro cinque secoli fa?
Te lo dico io il perché caro Direttore: perché è inesorabilmente, compiutamente, consapevolmente, ineluttabilmente, totalmente SCEMO.
A. Serni
Caro Apunto, permettimi di chiosare con queste modeste osservazioni di corredo la sapida, stimolante analisi sul pianeta cretini& affini. La tua originale declinazione dei vari gradi di stupidità, dal cretino tout court allo stupido da P.C., distinto nelle due sottoclassi principali di 1) ebete semper connesso, 2) ebete sedicente colto (il saggista) che fa incetta di aforismi su Google. Queste acutezze rivelano anche la tua bella autoironia giacché tu sei il principe dei fancazzisti legato,novello Alfieri,alla poltroncina ergonomica della tua postazione. In quanto al logorio delle citazioni, credo che da oggi in avanti né io né tu, e forse neppure il buon Guido Giampietro, accanito citazionista, ci azzarderemo più ad entrare in questo territorio ormai bruciato for ever…Ma torniamo al tema principale. La tua tassonomia di cretini ha surclassato filosofi e intellettuali che in passato si erano cimentati sull’argomento. Nemmeno il prof. Cipolla, nel celebre “Allegro ma non troppo”, si era spinto fino a tanto pur avendo illustrato ben 5 leggi sulla stupidità. Comunque, Apunto mio, per non farla troppo lunga come sempre la fai tu, permetimi di concludere con qualche pensierino in difesa della Betise:Vediamo,in sintesi, se ci sono lati positivi:1) Intanto, come ci insegnano le Scritture, Dio la consentì per svergognare i sapienti, allora come oggi sempre molto presuntuosi;2) Spesso gli idioti danno filo da torcere ai dotti, persino ai Re (Bertoldo); 3)Anche il Casanova osservava nelle sue memorie che è più facile raggirare un intelligente,che ragiona, e non uno stupido testardo che non ragiona e non vuole intendere…4) Neanche uno scienziato può ripondere alla domanda posta da uno sciocco;5)Una massima popolare (non una CITAZIONE!)recita “La stupidità è come il torto:sempre degli altri.” E’ sbagliata!!! In ognuno di noi albergano salvifici sprazzi di imbecillità! Non ci sono persone, normali,di media intelligenza o geni, che a volte non si comportino da cretini. Ecco allora l’inutilità di disquisire su una caratteristica umana(la stupidità) che in fondo solo un autentico stupido integrale potrebbe conoscere e quindi spiegare. Ma,ecco il paradosso, se esistesse uno stupido in grado di far questo, sarebbe un intelligente! Lasciamo quindi perdere la teorizzazione della stupidità e limitiamoci a viverla. Magari anche iscrivendoci al Club dei cretini, ma senza maliziosi snobismi, perché un po’ cretini lo siamo davvero tutti. Gabriele