April 30, 2025

… Parte I…

Per il mio viaggio in Grecia non ho pianificato rigidamente un itinerario; ho stabilito due o tre mete fisse dalle quali, se mi andrà, mi muoverò alla bisogna per vedere il più possibile.
Sai, direttore, dico “vedere” ma in realtà non è quello che voglio fare.

Questa volta voglio fare “altro”: come ti ho già detto, voglio ritrovare la lentezza.
Qui non vorrei tessere un elogio della pigrizia, quanto, piuttosto, suggerire una certa revisione della tavola delle virtù, così come è stata sviluppata nel mondo occidentale, per il quale solo l’agire vale come atteggiamento legittimo e concepibile, mentre la contemplazione, la meraviglia, il raccoglimento e il silenzio appaiono come comportamenti insostenibili, o perlomeno bisognosi di giustificazione. Così, però, si atrofizzano delle energie umane in verità essenziali”.
Ecco, io voglio fare esattamente ciò che ci dice di fare Benedetto XVI : riscoprire la contemplazione, la meraviglia, il raccoglimento o il silenzio.
E credo che la Grecia sia il posto giusto per farlo.
Prima tappa, naturalmente, Corfù.
E, naturalmente, il traghetto lo prenderò da Brindisi.
Spero di partire di sera; voglio vedere le luci di questa bellissima città allontanarsi piano fino quasi a sparire.
Mentre gli ultimi rumori cittadini piano piano spariranno al loro posto rimarrà solamente il rumore della massa d’acqua spostata dalle eliche e il monotono pompare del motore.
Sarà magnifico … e anche se i primi “Lestrigoni” potrebbero presentarsi sotto forma di sporche e malridotte poltrone sul ponte oppure potrebbero prendere le sembianze di una cabina che, dopo un rapido sopralluogo, deciderò di non usare per motivi precauzionali legati alla sopravvivenza, io li ignorerò.
E non temerò nemmeno i “Ciclopi” che si materializzeranno in una famiglia di napoletani dai modi cavernicoli ed in un gruppo di ragazzi romani indefessamente dediti a scherzi imbecilli.
Tantomeno mi farò condizionare dalla “ furia di Nettuno” nel riflettere sulla sfiga di aver incocciato una serata di tramontana che ci accompagnerà per tutta la notte sconvolgendo un numero spropositato di organi interni …
no… in Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell’irato Nettuno incapperò
se non li porto dentro
se l’anima non me li mette contro
e, dal momento che sono ben disposto, sicuramente passerò una bellissima notte.
Berrò un caffè greco caldo, fumerò una sigaretta sul ponte in giacca a vento in compagnia di mia moglie, dirò a mia figlia di aver intravisto un delfino ogni volta che lei distoglierà lo sguardo dall’oblò finchè non capirà lo scherzo e mi manderà a quel paese e cercherò di stare un po’ a ridere e a scherzare con mio figlio per fargli dimenticare l’amichetta lontana.
Dormiremo poco, male e scomodamente e ci riprometteremo di farlo meglio una volta tornati a casa, per adesso invece …
devo augurarmi che la strada sia lunga
che i mattini d’estate siano tanti
quando nel porto, finalmente e con che gioia,
toccherò terra io per la prima volta…
e infatti voglio che per me sia una vera e propria prima volta; non andrò a scatenarmi nelle discoteche e non andrò a mangiare nei ristoranti dei villaggi turistici.
L’alberghetto che ho prenotato sorge nella parte antica di Kerkira,; forse mia moglie e mia figlia andranno in giro per negozietti mentre io e mio figlio siederemo ai tavolini dei bar vicino al Liston dove i greci sono capaci di “incantare un pomeriggio” con un bicchierino di ouzo e pochi pistacchi.
Di Corfù vedrò poco o niente ma ne respirerò l’aria, mangerò la moussakà, berrò il kokkineli, visiterò il museo Mesopotamico e, forse, una mattina, andrò a fare il bagno nelle freddissime acque di Paleokastritsa.
Quando lasceremo l’isola porteremo con noi un piccolo crocifisso ortodosso di bronzo che non sarà il ricordo di Corfù ma servirà come memoria di quei tre quattro giorni di puro cazzeggio.

 

(…continua)

 

A.Serni

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