“Ti amo anche quando vinci”.
No, non è un errore di battitura o le parole di un uomo in preda ai fumi dell’alcool, ma è la sintesi perfetta di ciò che io e qualche altro malato come me prova.
Marcelo Alberto Bielsa Caldera, “el loco” o come tutti noi lo conosciamo Marcelo Bielsa, è uno tra i più grandi allenatori della storia del calcio, forse il più grande, una volta a Siviglia lesse uno striscione che recitava “ti amo anche se vinci”, beh Marcelo come me che scrivo questo articolo e come tutti voi del resto, rimase quantomeno confuso da quelle parole.
Come può un tifoso rinunciare alla vittoria, l’obiettivo, la speranza, che ogni uomo vuole raggiungere o provare quando guarda la sua squadra del cuore?
La risposta è in una chiacchierata che “el loco” ebbe qualche anno prima in Messico, in uno dei suoi innumerevoli viaggi nel Sud America alla ricerca di nuovi talenti, con un esiliato Basco, “Cos’è la cosa più importante per un uomo?” chiese Marcelo, “Essere amato senza condizioni” rispose l’uomo.
Ricordandosi quella conversazione, “el loco” capì tutto.Il tifoso è colui che tifa la propria squadra, che la sostiene, che compra i biglietti per lo stadio e le magliette del suo giocatore preferito, ma quell’uomo che quella sera a Siviglia alzò quello striscione non era un tifoso, ma molto di più.
Amare, amare la propria squadra a prescindere dal risultato ottenuto sul campo rasenta la follia, lo so, per noi Italiani, Brindisini in particolare è una frase al limite del T.S.O, ma questo a me e a qualche altro folle in giro per Brindisi poco importa.
Semifinale di Coppa Italia 13/14 contro Siena, persa.Prima serie scudetto 13/14 contro Sassari, persa.
Semifinale di Coppa Italia 14/15 contro Milano, persa.Prima serie scudetto 14/15 contro Reggio Emilia, persa.
Prima serie scudetto 16/17 contro Milano, persa.Finale Coppa Italia 18/19 contro Cremona, persa.
Prima serie scudetto 18/19 contro Sassari, persa.Finale Coppa Italia 19/20 contro Venezia, persa.
Semifinale Coppa Italia 20/21 contro Pesaro, persa.
E la serie scudetto 20/21?Ancora in corso, prima serie vinta, ora, arrivati alla seconda ci troviamo sotto di due partite contro la Virtus Bologna.
L’imperativo è vincere, a tutti i costi, in tutti i modi, per provare a ribaltare la serie o quantomeno mantenere alto l’orgoglio della città, ma non per tutti, non per i malati, non per quelli come me.
Essere come me e come tanti altri e tifare Brindisi non è descrivibile, a grandi linee potremmo dire che è come il primo amore, ma questa volta è impossibile che finisca o che ti lasci con il cuore spezzato, questa volta il primo amore lo porti all’altare, ti ci sposi, vai a conviverci in una villa sul mare, ci fai due figli e ci prendi un cane e molto probabilmente chiederai anche di esserci seppellito accanto.
Brindisi è Davide contro Golia, la squadra della gente contro quelle dei fatturati, il Palapentassuglia contro i grandi palazzetti, è Robin Hood che riesce finalmente a rubare tutto l’oro dei ricchi per darlo ai poveri.
Per me, mercoledì 2 Giugno contro Bologna, mio caro Brindisi, puoi fare ciò che vuoi, a me non importa, per nulla.
Perché tanto, io, ti amo anche quando vinci.
Riccardo Celli, malato Happycasa Brindisi
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