May 2, 2025

Ostuni, Teatro Roma

Venerdì 7 aprile, ore 21.00

Tuck & Patti

 

TUCK & PATTI: Una coppia inossidabile, nell’arte e nella vita (sono insieme dal ’78) quella formata dal chitarrista Tuck Andress e dalla cantante Patti Cathcart. Lui chitarrista jazz padrone di una tecnica che gli permette di suonare contemporaneamente accordi, linee di basso e melodie; lei vocalist di scuola gospel che sa viaggiare con vibrante intensità fra soul, R&B e jazz grazie alle sue grandi doti liriche. Insieme costituiscono una formidabile macchina musicale dalle trame fluide ed eclettiche, in grado di avventurarsi fra i generi più diversi, dal rock alla bossanova, fino al pop (celeberrime le loro versioni di “Time AfterTime” di Cindy Lauper ed “Europa” di Santana) con un approccio originale e coinvolgente.

 

Il duo americano ha nel nostro Paese un gran numero di meritati estimatori, ben consapevoli di quel che può venir fuori da una line-up così essenziale se a formarla sono due assoluti virtuosi dalla collaudata complementarietà come Tuck & Patti.

 

Biografia

Nei primi anni Ottanta San Francisco e la Bay Area sono stati la palestra per memorabili e in qualche caso epocali esperimenti nell’area del canto jazzistico. Una particolare risonanza la fluida e brillante trama vocale-strumentale di Tuck & Patti, un duo dalla rara complementarità che ha rappresentato e continua a rappresentare in una chiave insieme ariosa e minimalista l’elegante eclettismo musicale della città nordcaliforniana.

Tuck Andress è un chitarrista radicato nel fertile terreno blues e country del Sud-Ovest (è originario di Tulsa, Oklahoma) che ha saputo però evolversi nel segno stilistico di Wes Montgomery, sino a giungere a una complessa
dimensione armonico-ritmico-melodica: da solo, intrecciando linee di basso, accordi e controcanto, diventa una intera, articolatissima sezione ritmica. Patti Cathcart, creatura di San Mateo, nell’area del San Francisco, ha conosciuto esperienze formative tra rock’n’roll e Rhythm &Blues, in particolare alcuni mesi (gli ultimi di vita del grande bluesman) trascorsi con la band di T-Bone Walker. Il suo contralto vibrante e umorale, ombreggiato ma screziato da liquide tonalità di testa (quasi-folk), sobrio e insieme accorato nel suo abbandono lirico, conserva tuttavia la sensuale e elettrica comunicativa e la tensione descrittiva del gospel delle sue radici – in una luce prevalentemente serena e solare – anche a confronto di materiale jazz e pop. Lungamente meditato (la totalità dei brani è stata sperimentata e raffinata per anni sui palcoscenici di club e festival della California del Nord), l’album di esordio è uscito nel 1988, per la Wyndham Hill.
Tears Of Joy testimonia della mirabile integrazione del duo: la loro è una dialettica contagiosa, studiata (anche se l’impressione è del dialogo che si sviluppa per osmosi, istintivamente) sin nei più minuti dettagli del bilanciamento sonoro, nella cangiante e ingegnosa trama ritmica. E illustra la peculiare visione spirituale e ottimistica di Tuck e Patti: una sorta di gioiosa contemplazione del bello terreno, una celebrazione (tra carnale e religiosa) dell’esistenza, un
messaggio di amore e di armoniosa letizia che si apprezza nei brani di loro composizione, dalla struttura dinamica e dal colore e dal respiro di fondo gospelizzanti (“Everything’s Gonna Be Alright”, “Tears Of Joy”, l’assorto “Takes My Breath Away”, con le sue sospensioni, i suoi stupori: e la ballata “Love Is The Key”, perfetto veicolo per i bruni, variegati riflessi di Patti), come pure nelle personalizzate versioni di standard jazzistici quali “My Romance” di Rodgers e Hart, il sorridente “I’ve Got Just About Everything” di Bob Dorough, lo swingante e luminoso “Better Than Anything”, legato al ricordo di una delle più evocative (e sottovalutate) voci del dopoguerra, quella della chicagoana Irene Kral. L’irrequieto palpito emozionale di Patti, la sua capacità di penetrazione, la solidità e grazia del suo timing, e l’immaginazione armonica di Tuck, inoltre, trasformano due recenti canzoni pop quali il lentissimo e arioso “Mad Mad Me” (originariamente interpretato da Maria Muldaur) e “Time After Time” (quello di Cyndi Lauper, con
i suoi crescendo accortamente modulati) in esperienze musicali toccanti e sorprendenti. Love Warriors del ’89 e Dream del ’91 (sempre per la Wyndham Hill), Learning How To Fly del ’95 (su Epic), Paradise Found del ’98 (di nuovo su Wyndham Hill, con svariati ospiti), hanno via via consolidato l’immagine del duo – attivissimo in patria e oltreoceano – e ampliato il ventaglio del repertorio, che ha toccato Jimi Hendrix e Jon Hendricks, Stevie Wonder, Joni Mitchell e Laura Nyro, il rustico blues di J.B.Lenoir e le sofisticate canzoni di Lerner e Loewe, lo Al Green di “Let’s Stay Together” e il Dan Hicks del meraviglioso “Walkin’ One And Only”. In particolare l’ispirato disco del ’95 ha messo l’accento sulla scrittura di Patti (dal pensoso clima latino del brano del titolo all’eccitante “Live In The Light”, in un formidabile parlando ritmico dalle singolari variazioni di passo e tensione) e sottolineato l’evoluzione in senso percussivo della sua
enunciazione e della sua improvvisazione scat, che in più occasioni mostra di sapersi eloquentemente integrare allo stesso sviluppo lirico del brano.
Nella primavera del 2004 è uscito il loro ultimo lavoro per la T&P Records, il CD “A GIFT OF LOVE” e nella Primavera del 2006 E’ Uscito il Primo “Live” DVD registrato a GRONINGEN, Olanda “LIVE IN HOLLAND” per la Universal. A Febbraio 2008 e’ uscito sempre per la Universal L’Ultimo CD “I REMEBER YOU”, un tributo ad Ella Fitzgerald e Joe Pass.

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