Le uniche occasioni da non mancare sono quelle che contano. Il Tavolo regionale per la crisi della Chimica convocato dalla Regione Puglia per il prossimo giovedì 6 febbraio non è – a nostro avviso – fra le occasioni immancabili. Di conseguenza non parteciperemo. Le ragioni che ci portano ad assumere questa posizione sono state già rese note in altri interventi pubblici ma le riassumiamo volentieri.
Prima ragione: la Regione Puglia ha convocato un Tavolo per la Crisi della Chimica mentre ve ne è in corso un altro, ben più competente per poteri e campo d’azione, a livello nazionale presso il Ministero. La Regione avrebbe potuto esprimere il suo parere sul Tavolo già in corso senza la necessità di convocare un nuovo Tavolo nel proprio giardino, dove può interpretare la parte da protagonista a favore di microfoni e telecamere locali.
Seconda ragione: la crisi della Chimica di Base è una crisi di Settore e necessità di Strategie quanto meno Nazionali se non Comunitarie. Il livello locale-regionale, da solo, è assolutamente ininfluente per raggiungere l’obiettivo finale di dialogo con player del calibro di Eni-Versalis per salvaguardare i posti di lavoro diretti e dell’indotto.
Terza ragione: la Regione ha convocato il suo incontro estendendo l’invito ai soli Sindacati. Ma l’attuale fase è talmente complessa, ed oramai in stato avanzato che i Sindacati, da soli, non possono nulla in questa fase se non affiancati da poteri decisionali nazionali. Il confronto con i Rappresentanti dei Lavoratori è sempre ottima prassi…in tempo di pace! O quando si ravvisano le prime avvisaglie di crisi. Non quando i Piani Industriali sono oramai operativi.
Quarta ragione: Eni-Versalis, ad oggi, non ha annunciato ne esuberi, né ricorso a Casse Integrazioni. Pertanto risulta ancora più inutile che la Regione dialoghi con i soli Sindacati. Di quale argomento che già non sia noto? Ci incontriamo perchè si ribadisca la difesa di ogni singolo posto di lavoro diretto e dell’indotto? Ci sembra un dato piuttosto scontato, rivendicato in tutte le occasioni senza la necessità di Tavoli paralleli e dedicati.
In definitiva: l’iniziativa della Regione ci sembra più l’ennesima trovata da visibilità pre-elettorale fuori tempo massimo che una reale volontà politica di dare il proprio contributo ad una Crisi delicata.
Al pari della Regione ci sembrano fuori sincrono alcuni Rappresentanti Istituzionali Locali, a diversi livelli, che in questi giorni stanno invocano lo stop alla annunciata fermata dell’impianto di Cracking. Ci è sembrato di ricordare che i medesimi rappresentanti solo pochi mesi (!) addietro hanno votato a favore di delibere e Ordini del Giorno di passate Amministrazioni Comunali che consideravano il medesimo impianto di Cracking, proprio lo stesso che oggi si vorrebbe salvare, come “dannoso per la salute”, “da dismettere in fretta”. Avranno forse contributo loro stessi con queste posizioni a creare un clima ostile a tale insediamento industriale? Questo atteggiamento si chiama, in ogni caso, incoerenza.
La UIL e la UILTEC di Brindisi condividono la necessità che siano rivisti i tempi di fermata degli attuali impianti in attesa che i nuovi investimenti siano realmente concretizzati. La continuità di ogni posto di lavoro diretto e dell’indotto è fondamentale, questa è stata la nostra posizione da sempre. Così come è fondamentale che nel futuro i lavoratori rimangano all’interno del «perimetro Eni» e che quindi la governance della nuova joint venture sia a guida Eni.
Ciò che non condivideremo mai è la strumentalizzazione del «tema del momento» per meri scopi propagandistici. Significa giocare con il destino dei lavoratori diretti e dell’indotto e di centinaia di famiglie ed a questo gioco non siamo interessati. Per noi, no grazie. Preferiamo essere presenti in momenti come la grande manifestazione in piazza di oggi a Bruxelles per chiedere reali politiche industriali di prospettiva.
Carlo Perrucci (Segretario Regionale UILTEC con delega per Brindisi) Fabrizio Caliolo (Coordinatore Provinciale UIL Brindisi)
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