Mercoledì 24 Settembre l’Arpa ha presentato la Valutazione del Danno Sanitario relativa alla centrale a carbone Enel di Cerano, con la quale si valuta in meno di 1 persona su diecimila il rischio di contrarre un tumore.
Ma oltre al risultato, la cosa che non ci convince è il metodo su cui si basa una valutazione sanitaria così importante. Questo studio è tutto basato su modelli matematici che partendo dai dati di emissione della centrale calcola la dispersione nelle aree circostanti di tali inquinanti, passaggio già incerto, per poi arrivare ad associare ad una esposizione di inquinanti tramite un calcolo matematico il rischio di contrarre una patologia tumorale, un passaggio molto critico e per sua natura altamente incerto.
In definitiva questa valutazione altro non è l’applicazione di modelli matematici, ovvero un esercizio di simulazione che a nostro avviso non ha nulla di scientifico, ma fornisce con tutte le imprecisoni del caso una probabilità di rischio.
Ricordiamo che da Galileo in poi la scienza segue una semplice regola: Ogni Teoria o modello previsionale per essere validato deve essere confrontato con la realtà, ovvero con i dati certi in nostro possesso.
Nel nostro caso i dati certi sono i malati e i morti che in questi anni ci sono stati. Occorrono quindi confronti con i dati del registro tumori, che l’ASL ancora non ha rilasciato, indagini epidemiologiche che il Comune da oltre due anni nega alla città, dati di mortalità, cartelle di dimissioni e tanti altri dati posseduti dall’ASL.
Tutti abbiamo nella nostra vita esperienza di modelli previsionali come le previsioni del tempo. Se in base a tali previsioni qualcuno dice che tra venti giorni nevica a Brindisi prima di accettarlo dobbiamo verificare che realmente nevica.
Ci sembra quindi che per la metodologia scelta nella Valutazione del Danno Sanitario non si vada da nessuna parte e siamo sempre al punto di partenza: Vogliamo fare delle indagini epidemiologiche che ci dicano qual è lo sato di salute dei Brindisini a partire dai neonati per i quali già esistono evidenze scientifiche di malfomazioni cardiache in eccesso oltre il 48% sulla media europea?
Perché di fronte alle previsioni siano esse del tempo o delle malattie ci sembra opportuno partire dal dato reale e concreto che le indagini epidemiologiche possono fornire. Invece sembra evidente che nessuno vuole queste indagini e si preferisce affidarsi alle previsioni.
Visto che piacciono le previsioni ne facciamo una facile anche noi: tra cento anni saremo tutti morti, lo abbiamo scoperto con un nostro modello matematico.
COMUNICATO STAMPA BRINDISI BENE COMUNE
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