May 2, 2025

La scorsa settimana, non a caso ho affrontato il tema della plastica. Questo materiale, sempre più diffuso, dall’aspetto inoffensivo, si sta dimostrando molto pericoloso per noi e per gli animali, soprattutto se essa viene buttata in mare. Infatti, molti pesci scambiandola per cibo la ingoiano rischiando la vita. Ricordiamoci che la plastica deriva dal petrolio; pertanto, quando comincia a degradarsi diventa petrolio e, quindi, un elemento molto tossico per tutti.

 

Il modo odierno di trattare la plastica non è per niente sicuro. Infatti, se viene bruciata nei termovalorizzatori rilascia nell’aria particelle di diossina che è molto tossica per uomini, animali e piante. Non saprei dire se è peggio bruciarla che versarla in mare, si cadrebbe dalla pentola alla brace! Intanto, si potrebbe scegliere la plastica completamente compostabile anche se costa, attualmente, di più. Inoltre, con la tecnologia attuale è possibile riciclarla in modo che se ne riduca la produzione in attesa che tutta la plastica in futuro derivi dalle piante.

 

Il consumo della plastica è incentivato dalle nostre abitudini quotidiane come l’acquisto di prodotti alimentari confezionati piuttosto che quelli sfusi e il non riuso delle buste e delle bottiglie, dei bicchieri e delle posate di plastica. Oggi la tecnologia sarebbe in grado di difenderci dai pericoli della plastica; facciamo in modo tale da spingere le aziende ed i governi a trovare al più presto soluzioni alternative sane dal momento che non possiamo rinunciare alla comodità dell’uso della plastica.

 

In attesa che le aziende ci propongano soluzioni alternative nel confezionamento degli alimenti e degli oggetti, noi limitiamo l’uso della plastica sostituendola con la carta o con il vetro, quando si tratta di contenitori. Una cosa che possiamo fare subito è quello di non usare bicchieri, piatti e posate di plastica. Oggi ci sono soluzioni ecologiche non solo per piatti e bicchieri ma anche per le posate. Se un piatto riciclabile costa di più rispetto al piatto di plastica, basta usare lo stesso piatto (nello stesso pasto) anziché utilizzare un piatto per ogni portata come si è solito fare.

 

Pensate che un tempo, prima dell’avvento del consumismo, a tavola c’era un’unica grande scodella o un piattone con il pasto, ed ogni commensale, dal proprio lato, prendeva il cibo da magiare. Ovviamente, c’era il rischio che il commensale più svelto mangiasse più cibo di quello più lento, e l’eventuale ritardatario rischiava di rimanere a digiuno. Purtroppo, i nostri ragazzi, oggi, non riescono ad immaginare lontanamente una situazione del genere. In quell’epoca non esistevano piatti, bicchieri e posate usa e getta; e non c’era nemmeno la consuetudine di buttare nella spazzatura il cibo avanzato; si riciclava tutto. Addirittura, ricordo che certi cibi riscaldati erano più saporiti ma, certamente, non erano altrettanto sani di quelli appena cucinati.

 

Spero di riuscire a far passare un messaggio importante cioè non sprecare niente di quello che abbiamo ricevuto o ci siamo guadagnato. Questo messaggio dovrebbe essere applicato in ogni campo senza, per questo, andare contro l’economia e lo sviluppo. Dovremmo orientarci verso la qualità piuttosto che verso la quantità. Personalmente, preferisco mangiare 250 grammi di cibo sano spendendo 1 euro piuttosto che 500 grammi di cibo spazzatura spendendo sempre 1 euro.

 

Voi che fareste? Se ci pensate bene, è più giusto quello che farei io! Inizialmente, dovreste impegnarvi a non cedere alla tentazione di riempire lo stomaco.

 

Continua…

 

Rocco Palmisano

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