Operazione “fenus unciarum”: così è stata denominato il blitz che alle prime luci dell’alba di oggi ha portato gli uomini della DDA ad eseguire 16 ordini di arresto, in particolar modo nei confronti di una frangia mesagnese della Scu.
L’operazione ha portato al sequestro di beni mobili ed immobili per un valore complessivo di un milione di euro nella disponibilità di uno degli indagati e del suo nucleo familiare.
Il blitz interessa le provincie di Brindisi, Bari e Pavia ed è basato su una ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Dr.ssa Annalisa De Benedictis, G.i.p. presso il Tribunale di Lecce, nei confronti di 16 soggetti.
Tra di essi vi sono alcuni esponenti della Sacra Corona Unita (tra i quali il boss Francesco Campana, 41 anni, e Piero Soleti, 39 anni), un ex consigliere comunale di Mesagne, alcuni imprenditori ed un commercialista di Torre S. Susanna.
Gli altri arrestati sono Roberto Antoniolli, 35 anni, Angelo Bellanova, 37 anni, Francesco Lavino, 48 anni, Alessandro Molfetta, 28 anni, Luca Patricelli, 32 anni, Luigi Poci, 41 anni, Vincenzo Primiceri, 57 anni.
I reati contestati a vario titolo vanno dall’associazione di stampo mafioso, all’usura, all’estorsione e riciclaggio (questi ultimi reati aggravati dalle modalità mafiose).
I DETTAGLI:
L’operazione è coordinata dal dr. Alessio Coccioli, Sostituto Procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, ed ha avuto origine dalla denuncia sporta da un professionista di Mesagne che aveva contratto debiti con banche e finanziarie.
Non riuscendo a ripianare l’esposizione debitoria con gli istituti di credito, nel 2009, il professionista aveva fatto ricorso all’intermediazione di uno degli arrestati che, a sua volta, l’aveva messo in contatto con dei personaggi di Mesagne, alcuni legati anche alla S.C.U. al fine di ottenere dei prestiti a tassi usurai.
Nel 2010 l’uomo aveva assunto impegni di spesa per ulteriori 150 mila euro, rivolgendosi agli stessi usurai e pattuendo un aumento significativo dei tassi di interesse che dal 600% su base annua sono arrivati al 1000% su base annua.
Dopo la denuncia della vittima, la DDA ha posto in atto numerosi servizi di ascolto, osservazione ed esame dei conti correnti e le odierne misure cautelari sono proprio il frutto di tali indagini.
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