May 28, 2025

L’altro giorno la CGIA di Mestre aveva premiato Brindisi per essere tra le città in cui i cittadini pagano di meno sul fronte della Tasi. Davanti a Brindisi c’era solo Siena.

Secondo i calcoli dell’autorevole centro studi, i cittadini di Brindisi che possiedono un appartamento di proprietà ed hanno figli risparmieranno oltre 300 euro rispetto al 2012. Ancora più risparmio avranno i brindisini che sono proprietari della prima casa ma non hanno figli: se nel 2012 erano costretti a versare 375 euro di IMU, per il 2014 pagheranno un bollettino di 16 euro di Tasi, risparmiando quindi oltre 350 euro.

 

Oggi, invece, la CGIA di Mestre inserisce Brindisi tra le città in cui è maggiore l’aumento di IMU e TASI. Lo fa in relazione agli opifici industriali (categoria catastale D1).

In termini percentuali l’incremento percentuale del versamento dovuto dalle imprese per i capannoni industriali insediati a Brindisi (+ 18 per cento) è meno pesante solo rispetto a quello registrato a Pisa (+ 31%). Più o meno simile a quello di Brindisi è l’aumento per città industriali come Treviso (+ 17%), Varese e Verona.

La situazione di aumento è comunque generalizzata: in tre comuni capoluogo di provincia su quattro la tassazione sui capannoni è aumentata rispetto al periodo precedente.
Insomma, in tempo di restrizioni finanziarie e spending review i comuni sono costretti con una mano a dare e con l’altra a prendere. Ed a Brindisi appare chiaro che si è effettuata una scelta “popolare” e di “sinistra” optando di non penalizzare le abitazioni principali e i cittadini a basso reddito a discapito dei proprietari di seconde/terze case e, in parte, degli immobili ad uso della media e grande industria.
Da sottolineare, inoltre, che mentre i cittadini non possono dedurre la Tasi dalle proprie imposte, le imprese possono dedurre dal proprio reddito il 30% dell’Imu e tutta la Tasi versata al Comune.

 
Angela Gatti
Pubblicato il: 27 Set, 2014 @ 14:50
 
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