Mercoledì 21 ottobre 2015 alle ore 18.30 presso la Chiesa del Cristo lettura del Canto XXII del Paradiso di Dante. L’introduzione critica è affidata alla professoressa Liliana Caponetto, la lettura all’attore brindisino Adriano Dagnello e la musica allo studente di chitarra classica Antonio Sacchi.
Il canto è strutturato in due parti: nella prima Dante si trova ancora nel cielo di Saturno, l’ultima delle sfere celesti che ruotano insieme ad un proprio pianeta e che ospitano schiere distinte di beati.
Dante incontra l’anima di San Benedetto da Norcia che fondò il monastero di Montecassino, dando origine all’ordine dei Benedettini e liberando dal paganesimo le terre circostanti; con lui in questo cielo si trovano Macario di Alessandria e Romualdo fondatore dell’ordine dei Camaldolesi.
San Benedetto ha parole di grande biasimo per la decadenza dei vari ordini monastici e, in particolare, di quello benedettino: sulla terra, ora, i monaci, diventati avidi e simoniaci, sembrano inseguire solo il lusso, i piaceri, la ricchezza tradendo la Regola benedettina e l’insegnamento di san Pietro e san Francesco.
Spetterà, dunque, a Dio intervenire in soccorso della Chiesa e degli uomini punendo tutti i corrotti. Il definitivo distacco è il motivo conduttore della seconda parte: la solenne e commossa invocazione di Dante-autore alle gloriose stelle della costellazione dei Gemelli, che ha presieduto alla sua nascita, segna l’importanza del passaggio ai cieli superiori. Dal cielo ottavo, quello delle Stelle Fisse, il poeta rivolge lo sguardo all’ingiù ed osserva il cammino percorso: vede “quanto sono grandi e quanto son veloci” i sette cieli ed anche tutta la Terra, “l’aiuola che ci fa tanto feroci”, piccolo pianeta rispetto all’immensità dei cieli, ma conteso da uomini feroci e violenti.
Si ringrazia Don Rocco Ivone per l’ospitalità e la sensibilità dimostrata nei confronti degli artisti e dell’arte. Sabrina Amorella
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