Torna a farci compagnia per le strade del paese la vecchia moglie del Carnevale. Puntuale come ogni anno, arriva la tradizionale e ormai attesa Quaremma.
La donna, un fantoccio di cencio vestito a lutto, è nota nella tradizione popolare latianese come una brutta vecchia con in mano lu fusu e la macennula. Due caratteristici strumenti da lavoro carichi di valenze simboliche come l’operosità e il passare del tempo. Un legame con la mitologia classica che rimanda alla leggenda di Cloto, figlia di Zeus e Temi. Essa è ricordata nella storia come una delle tre Parche, il cui ruolo è proprio quello di tessere il filo della vita degli uomini.
Tuttavia il significato della nostra Quaremma non è solo un richiamo ai riti pagani, al contrario ha un significato tutto religioso simboleggiando i quaranta giorni di penitenza e astinenza che precedono la festa.
Passata la Quaresima, il sabato antecedente la Pasqua, a mezzogiorno le Quaremme erano appese ad una corda e date pubblicamente alle fiamme in segno di purificazione dell’anima.
Il periodo di moderazione era quindi giunto al termine e tutto il cibo preparato e messo da parte durante il tempo di astinenza era consumato il giorno di Pasquetta. Una volta era una festività molto sentita dalla popolazione contadina, soprattutto in Contrada Coltura, ove si trova tuttora la cappella di S. Maria della Selva, celebrata e festeggiata proprio il Lunedì di Pasqua.
/c.s.
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