AUTOSTRADA
FESTIVAL DEI SENSI 2022- 18,19,20,21 agosto
andando
Si prendeva l’autostrada fino all’autogrill Pavesi, più che una stazione di servizio un nuovo mondo sospeso su due carreggiate. Dall’alto, sorseggiando qualcosa osservare e contare quante auto e autotreni sfrecciano nelle opposte direzioni, e chissà dove arriveranno.
E’ l’Italia del miracolo economico che fa viaggiare velocemente merci, idee, stili di vita, rappresentanti di commercio, uomini d’affari e tecnici, pregiudizi, famigliole automunite variamente felici per raggiungere vacanze e spensieratezza.
E’ l’Italia del boom economico, delle speranze, del riscatto da antiche arretratezze.
Dopo la Milano–Laghi, la Milano-Torino, la Serenissima la nuova grande scommessa dello sviluppo e dell’integrazione nazionale è l’Autostrada del Sole: verso il Sud a col/legare l’Italia nel destino comune del progresso, ma per alcuni dello sviluppo, degli affari e della scomparsa delle lucciole.
Quest’anno la dodicesima edizione del Festival dei Sensi in Valle d’Itria, dal 18 al 21 agosto, propone di esplorare “vie e strade” che nella storia hanno fatto da lievito e transito alla Storia stessa.
La strada come “media” fisico, mitico e metafora d’ogni attività e processo, e scontro, conoscitivo dell’intera umanità, in ogni latitudine e civiltà.
Metallurgia arcaica, ruota, animali da traino, archimedici gusci galleggianti con cordami e vele, fino al vapore che muove bielle e alberi di trasmissione, immaginazioni ingegneristiche, trafori, ponti, velocità sempre aumentate.
Di fatto sono inscindibili le scoperte, le tecnologie, le istituzioni, le grandi narrazioni e gli errori, le discontinuità logico formali, che hanno, infine, fatto, quanto è sotto i nostri occhi e chiamiamo mondo ma anche vita. Vita di singoli, di popoli, di nazioni, di inter-connessioni imprescindibili della contemporaneità, nel cambiamento continuo, del futuro prossimo e venturo.
Strade fluviali sul Nilo per la grandezza egizia e tracciati di filosofia e politica per fondare la civilizzazione, post greca, occidentale. Strade per fare l’impero romano e strade per merci, incenso ambra seta gemme oro e in seguito zucchero e caffè.
Come omettere, avendo fondato scrittura e modo di stare al mondo, l’avventura sul mare, ancora senza nome, di Odisseo alla scoperta di altri popoli; prassi divenuta nel tempo occasione per sopraffazioni ed eccidi di massa, usa ad imporre oppressione, modi di vivere e di credere predando ricchezze.
Strade per guerre di conquista dove sono avanzati, come ancor oggi nell’est europeo, eserciti e distruzioni a conferma della parabola del “Deserto dei Tartari”.
Andarono in tanti: furono prima viandanti, poi pellegrini sulla via Crucis dall’alba al tramonto e incontri, e scontri, nelle stazioni di posta; altri col favore del vento e stasi invernali, ma anche carrozze (Leopardi oltre la siepe) e quindi vapore e petrolio.
Con le autostrade, pensate già ad inizi ‘900, si ebbero le prime linee aeree, le subway, le linee telefoniche e poi radio e TV.
Sulle strade ancora, tra città e villaggi, s’avviano nomadi ed “erranti” che inverano antiche profezie, precristiane: vie di salvezza? Oggi città e stazioni delle lunghe vie ferrate danno precario asilo ai senza dimora e apolidi disaffiliati socialmente.
Puntuali domande pone il Festival sull’incerto tempo presente.
I flussi di finanziamenti del PNRR, verso Sud, arriveranno per quale nuovo progresso?
Diverremo automi su auto automatiche e velocipedi volanti?
I piccoli giocano ancora vicino a casa ai giochi di strada? E’ possibile tirare di pallone col rischio di rompere il vetro della casa vicina?
Come si percorrono le strade dell’arte, del teatro, del cinema?
Si può fare il Viaggio in Italia andando a piedi lungo regine viarum, francigene e tratturi delle transumanze?
Andare è trovare il bivio ad ogni momento? Come apparirà: come nel giardino borghesiano dei sentieri che si biforcano?
Sarà utile continuare a “duplicare il mondo”, fotografandolo? Cosa svelerà la mostra fotografica dall’Archivio Publifoto?
Da qualche anno, d’estate, sulle autostrade si annunciano giorni da “bollino rosso o nero” per il traffico dei vacanzieri.
Ma anche le strade “culturali” sono intasate in ingorghi di festival, eventi, raduni, appuntamenti da tramonti ad albe, e da mare a fiumi, laghi, colline, montagne: insomma, di fatto, la recente autostrada della spettacolarizzazione dell’esistente, sub specie culturale.
Frenesie d’appuntamenti impongono, pur d’esserci, approssimati abbigliamenti a molti “consumatori” occasionali di cosiddetta cultura, che nutre botteghini più che l’anima.
Viene da dire: ma chi tiene attive le Fortezze Bastiani?
Ecco: il Festival dei Sensi ci prova per altre, e nuove, strade: meno formali e istituzionalizzate. Ai miopi possono apparire minori e/o secondarie. Sono invero inusuali sentieri di ricerca e talora di scoperta, e a volte si “inciampa”.
E’ l’artificio del provare a guardare dove non ci sono migliaia di watt ad illuminare simulacri e fantocci di certezze; dove provare a scostarsi dagli standardizzati e ovvi rituali dell’esserci, generando cortocircuiti e aure inaspettate sinapsi.
Tante nuove vie della conoscenza ci attendono, anche per altra conoscenza? Per andare dove?
Teniamo con noi la dedica di Cortazar e Dunlop, per la spedizione autostradale da Parigi a Marsiglia? “Dedichiamo questa spedizione e la sua cronaca a tutti gli svitati del mondo, specialmente a quel gentiluomo inglese di cui non ricordiamo il nome e che nel diciottesimo secolo percorse la distanza da Londra a Edimburgo camminando all’indietro e intonando inni anabattisti”.
Brindisi-Tumbinno, 13 agosto 2022
emanuele amoruso
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