Ciò che sta accadendo in questi giorni nella città di Brindisi merita alcune riflessioni, soprattutto per evitare che si scriva una “storia” diversa rispetto a quella reale, peraltro certificata da fatti concreti.
Al di là delle polemiche e dei confronti serrati tra maggioranza e opposizione, l’unica cosa certa è che il commissario ad acta (come risulta dai verbali) ha certificato che il bilancio che voleva allestire il sindaco Rossi era sostanzialmente da bocciare.
Il documento finale predisposto dal funzionario di Prefettura, infatti, ricalca per grandi linee la posizione del dirigente al bilancio Simeone e sbugiarda chi lo ha attaccato ferocemente in queste settimane. Il che si traduce in una autentica delegittimazione nei confronti di Sindaco e Giunta.
Una conseguenza logica, a questo punto, sarebbe quella di rassegnare le dimissioni per consentire alla città di ripartire con una nuova guida, con l’unico obiettivo di rimettere insieme i cocci di un ente che ormai vive in uno stato comatoso.
E invece Rossi che fa? Interviene a gamba tesa, scaricando le colpe sempre sugli altri e raccontando una bugia colossale, con il chiaro intento di far passare la versione secondo cui il commissario ad acta avrebbe dato ragione a lui e non a Simeone. E fa tutto questo per rassicurare tutti i consiglieri comunali di maggioranza che in aula dovranno alzare la mano per consentire a Rossi di continuare a fare il sindaco. La realtà, purtroppo, è questa. Tutto il resto non conta.
Ciò che meraviglia, in ogni caso, non è il tentativo di non perdere la poltrona, quanto il fatto che una persona colta e intelligente come Rossi si sia fatta trascinare in un clima di veleni, tagliando i ponti con tutti, fatta eccezione per i suoi fedelissimi di BBC e per il segretario cittadino del PD Cannalire.
Questa Amministrazione, infatti, ormai vive sulle azioni e sulle scelte del duo Rossi-Cannalire. E’ come se entrambi avessero scelto la strada dell’isolamento, tagliando i ponti con le associazioni di categoria, con le organizzazioni sindacali, con movimenti e associazioni cittadini, ma soprattutto con le stesse forze politiche di maggioranza e opposizione. Manca il dibattito, manca il confronto, manca soprattutto la consapevolezza che, di questo passo, non andranno soltanto a sbattere entrambi contro un muro, ma trascineranno nel limbo l’intera città.
Oggi più che mai, quindi, è necessaria una operazione-verità che metta a nudo le tante domande a cui Rossi-Cannalire non forniscono risposte.
Perché il sindaco non dice alla città che tutte le opere pubbliche che si stanno realizzando sono frutto dell’utilizzo di mutui stipulati dalle precedenti amministrazioni e, in particolare, da quella guidata da Mennitti e da quella guidata da Consales? In questi due anni, infatti, Rossi non è riuscito a portare a casa alcun finanziamento significativo, men che meno è stato nelle condizioni di stipulare nuovi mutui.
Perché Rossi non spiega i motivi per cui – dopo tanti anni di crescita dell’offerta di servizi sociali a beneficio dei cittadini – in questi ultimi due anni sono stati praticati solo dei tagli?
Perché quando parla degli alloggi realizzati nel rione Paradiso non ricorda ai cittadini che lui non ha fatto praticamente nulla e che i finanziamenti rivengono dalle amministrazioni Mennitti e Consales?
Perché, pur in presenza di una situazione disastrosa dal punto di vista finanziario, Rossi non si priva del suo staff? Perché non lo fa? Cosa gli impedisce di essere coerente con quello che ha sempre detto in passato, criticando le scelte dei suoi predecessori?
Perché continua a scaricare responsabilità sul passato di questa città quando lui si regge sull’accordo di ferro stipulato con Cannalire (ex assessore ed ex consigliere comunale nell’amministrazione-Consales) e sui voti di Prete (ex assessore giunta-Consales), Manfreda (ex assessore giunta-Consales), D’Onofrio (ex consigliere di maggioranza nell’Amministrazione Consales), Valentino (ex consigliere di maggioranza nell’Amministrazione Consales) e, fino a poco fa, di Elefante (consigliere comunale e segretario cittadino del PD durante l’Amministrazione Consales).
E perché non dice realmente cosa è accaduto con l’ex vice sindaca Rita De Vito e con l’ex assessore al bilancio Cristiano D’Errico? Perché sono andati via? E cosa dirà quando gli verrà chiesto conto dei due anni trascorsi inutilmente per l’approvazione del Piano Urbanistico Generale e per il Piano della costa? Se la prenderà con l’assessore Borri?
Perché non dice chiaramente alla città che sta uccidendo la Brindisi Multiservizi, portandola direttamente verso il fallimento? Piuttosto che effettuare tagli sui trasferimenti alla società partecipata, infatti, il sindaco farebbe bene a compiere delle verifiche sui sistemi di attribuzione di appalti e commesse dalla BMS verso l’esterno.
E, visto che ci siamo, consiglierei al sindaco di dare una occhiata anche a qualche bando sulle vendite di immobili comunali. Del resto, verificare se sono stati fatti tutti con le stesse regole non costa nulla…
Insomma, Rossi avrebbe davvero tanto da fare e tanto da chiarire. Ma ormai appare sempre stretto in una morsa che lo rende irriconoscibile rispetto a quando era un bravo consigliere di opposizione.
Lino Luperti
ex assessore comunale all’Urbanistica
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