La nave Ocean Viking ha attraccato questa notte al porto di Brindisi, completando lo sbarco di 48 persone soccorse nei giorni scorsi in acque internazionali al largo della Libia. Tra i naufraghi, il 90% sono minori non accompagnati, tratti in salvo da un gommone sovraffollato in condizioni di estrema precarietà.
Durante le operazioni di soccorso, l’equipaggio ha dovuto fronteggiare pericolose manovre della guardia costiera libica, che ha generato tensioni inutili e rischiose, secondo quanto riportato da SOS Mediterranee, l’organizzazione che gestisce la nave.
Le operazioni, coordinate dalla Prefettura, hanno visto la partecipazione delle Forze di Polizia, della Capitaneria di Porto, dell’Ufficio di Sanità Marittima, del 118, dei Vigili del Fuoco, nonchè dei volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana.
I migranti sono stati tutti trasferiti, con un pullman messo a disposizione dalla Brigata Marina San Marco, al CARA di Brindisi per le operazioni di fotosegnalamento a cura della Questura.
La nave era stata inizialmente diretta al porto di Ravenna, a oltre 1.500 km di distanza, una decisione che SOS Mediterranee ha definito “ingiustificata” e fonte di ulteriore sofferenza per persone già provate. “Ogni ora in mare è un peso enorme da sopportare, soprattutto per chi è già stremato fisicamente e psicologicamente,” ha dichiarato l’organizzazione, evidenziando inoltre come tali scelte compromettano la capacità di soccorso nel Mediterraneo centrale, lasciando l’area scoperta per giorni.
Nel 2024, le lunghe trasferte imposte alle navi umanitarie hanno già sottratto 76 giorni di operatività, con un bilancio potenzialmente drammatico in termini di vite non salvate.
Il soccorso dei 48 naufraghi rappresenta l’ennesima testimonianza delle difficoltà nel Mediterraneo e delle sfide poste da una gestione che, secondo SOS Mediterranee, “manca di umanità e pragmatismo.”
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