March 28, 2025

Lo screenshot de L’Edicola del Sud di ieri fotografa impietosamente la crisi che sta travolgendo la provincia di Brindisi.

Un territorio già fragile si trova ora sotto attacco da più fronti: il cracking di Versalis si avvia alla chiusura, Basell mette in vendita l’impianto PP2, Tecknoservice lancia un grido d’aiuto, Enel ridimensiona le attività. In un simile contesto, il fatto che Dema possa mantenere i suoi livelli occupazionali suona quasi come una notizia da festeggiare.

Ma la realtà è ben più cupa. Oltre ai posti di lavoro direttamente a rischio, ci sono le conseguenze sull’indotto, con ripercussioni a catena su piccole e medie imprese locali. Tra le tantissime situazioni da attenzionare, vale la pena ricordare che EuroApi (ex Sanofi) vive da anni nell’incertezza e che Brindisi Multiservizi rischia di perdere 150 dipendenti.

Un recente studio parla chiaro: la crisi economica si ripercuoterà sull’intero sistema e quasi 200 attività commerciali potrebbero chiudere nei prossimi mesi.

E mentre la città sprofonda, assistiamo al triste spettacolo della politica, locale e nazionale, che si divide su temi di pura autoconservazione, lottando per i propri equilibri di potere invece di affrontare la catastrofe occupazionale ed economica in corso.
Dibattiti infiniti, tavoli inconcludenti, passerelle istituzionali: un teatrino che non offre mai soluzioni concrete e tangibili, mentre i sindacati cominciano già a frammentarsi in sterili divisioni anziché unirsi in una battaglia comune per il lavoro.

E il popolo? Senza alcun dibattito pubblico, senza alcun coinvolgimento, sembra narcotizzato, rassegnato, quasi in attesa di essere travolto dal peggio.
Ma il tempo dell’attesa è finito.
Serve una scossa, una mobilitazione vera, una protesta che costringa chi ha potere decisionale a smettere di fare melina.
Perché nessuno difenderà Brindisi, se Brindisi stessa non si alza in piedi per difendersi.


Ore.Pi.

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