Unione degli Studenti Puglia:
Negli scorsi mesi abbiamo denunciato le carenze nella riorganizzazione del sistema formativo. Con la crescita dei contagi il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha disposto la chiusura delle scuole per rallentare la circolazione del virus.
“Valutiamo l’ordinanza di chiusura del Presidente Emiliano come una scelta giusta e necessaria in un momento in cui la priorità di tutti e tutte è quella di abbassare la curva dei contagi per evitare un nuovo lockdown generalizzato per tempi prolungati” dichiara Stefano Mariano, Coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia.
“Noi studenti e studentesse comprendiamo le necessità di questi tempi difficili ma pretendiamo che nessuno di noi venga lasciato indietro. Adesso si deve subito garantire un dispositivo digitale e la connettività a tutti e tutte. Per chi vive in aree con connessione ad internet scarsa o nulla va trovata una soluzione alternativa immediatamente” prosegue il Coordinatore del sindacato studentesco pugliese.
“Abbiamo bocciato la didattica a distanza e ci siamo impegnati affinché si scongiurasse questo momento fino all’ultimo. Serve un cambio di passo di tutti i livelli istituzionali, dalle singole scuole fino all’Assessorato regionale ed il Governo centrale. Speriamo di poter tornare presto a vivere tra i banchi di scuola, adesso sappiamo che la tenuta del sistema sanitario nazionale passa anche da noi e ci assumiamo questa responsabilità davanti alla storia ed al Paese” conclude Mariano.
Nota del gruppo consiliare del M5S:
“Da domani le scuole pugliesi chiuderanno fino al 24 novembre. Una decisione quella presa da Emiliano e Lopalco che non sembra giustificata dai dati: nei nostri istituti sono stati registrati 417 casi positivi su 562mila studenti. In questi mesi sono state stanziate importanti risorse dal Governo per prepararsi alla riapertura delle scuole e per adeguare gli edifici scolastici alla normativa anti Covid. Il nostro grazie e un grande sostegno va agli operatori scolastici, dai dirigenti ai docenti, dagli amministrativi ai collaboratori. Per questo mese però le famiglie torneranno a dover sopportare il peso sociale delle scuole chiuse. Una decisione comunicata dal presidente Emiliano prima in tv e poi all’Ufficio Scolastico regionale, alimentando confusione sia tra chi nella scuola ci lavora che tra le famiglie. Prima di annunciarla sarebbe servito un confronto preventivo con le parti sociali, i rappresentanti dei genitori e quelli della scuola per capire quale fosse la soluzione migliore. Da un giorno all’altro non si possono togliere a bambini e ragazzi momenti di socialità, studio e confronto, che costituiscono le basi per il loro futuro, per questo non possiamo che condividere in toto quanto scritto dalla ministra Azzolina. La scuola non può essere ‘un problema’: la scuola è una conseguenza del problema. I nodi veri sono due e non abbiamo mai mancato di sottolinearli: i trasporti e la sanità territoriale. Il professor Lopalco parla di ‘grido di dolore’ di pediatri e medici del territorio, dei dipartimenti di prevenzione e degli ospedali. È vero, non riescono a star dietro alla montagna di burocrazia, di certificati, di esami, di tamponi. Ma questo è un problema solo amplificato dal COVID. Serviva dare da tempo più strumenti e più fiducia alla medicina territoriale, invece di inseguire solo e soltanto la politica dei reparti ospedalieri. E poi i trasporti, la vera croce della nostra Regione: aumentare le flotte e le corse non è cosa di pochi mesi, certo, però è da marzo scorso che non vediamo provvedimenti seri in materia. I casi di contagio aumentano in tutto il mondo. Oggi più di ieri occorre arrivare prima sulle questioni. L’impegno dei prossimi mesi dovrà essere centrato sull’aumento dei posti letto destinati ai reparti COVID, a potenziare il personale già esausto, senza il quale possiamo fare poco. Lavorare di più e meglio sui trasporti. Questo è il momento di impegnarsi di più. Ma, la scuola non è il problema”.
Luigi Caroli Consigliere Regionale Eletto di Puglia
Con ordinanza n. 407 il 27 ottobre scorso, il Presidente della Regione Puglia, ha disposto, a partire dalla giornata odierna del 30 ottobre e sino al 24 novembre, l’adozione della didattica digitale integrata per la scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado, riservando alle attività in presenza esclusivamente i laboratori e la frequenza degli alunni con bisogni speciali. Il provvedimento, al quale sono seguiti giudizi negativi dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, dall’ANP, Associazione Nazionale Presidi, dai Sindaci dei Comuni Pugliesi, che, increduli, hanno appreso la notizia a mezzo social come fossero privati cittadini e dai genitori, in seria difficoltà soprattutto con i loro figli più piccoli, che stanno rischiando di imparare a leggere e scrivere le loro prime parole connessi da casa tramite dispositivo mobile, è la più triste rappresentazione dell’incapacità del Governo Regionale, il quale continua ad affermare tutto e il contrario di tutto, facendone pagare le conseguenze più incisive al mondo della scuola.
Una gestione a dir poco approssimativa e impacciata, che purtroppo non lascia spazio all’unica possibilità che abbiamo di combattere l’emergenza sanitaria: una strategia pensata, studiata, condivisa con amministratori locali, enti pubblici e privati. Dalle considerazioni che l’epidemiologo, Pier Luigi Lopalco, neo assessore alle Politiche della Salute, ha rilasciato agli organi di stampa, non è tutt’ora ben chiara la ratio dell’ordinanza: sta di fatto che ad oggi la decisione di limitare quasi fino ad annullare l’attività didattica in presenza di tutte le scuole, ad eccezione degli asili nido e scuola dell’infanzia, è stata presa sulla base di una non dimostrata relazione che intercorrerebbe tra l’esercizio di una tale attività e il preoccupante aumento dei contagi da Covid-19 nella nostra regione.
E proprio all’esponenziale aumento dei casi positivi, si sarebbe dovuto rispondere con politiche incisive che tutelassero maggiormente i diritti e non li annientassero. In primis, come già più volte ribadito, c’era e c’è bisogno del potenziamento del trasporto pubblico, al cui utilizzo fa seguito un concreto rischio di contagio, considerato l’afflusso di passeggeri al quale ogni giorno assistiamo. Più mezzi, più corse e più fasce orarie per il trasporto locale, aumentare il controllo sul tempo libero dei nostri ragazzi e non privarli della tradizionale modalità di godere del diritto all’istruzione: sarebbero stati questi gli impegni che il Governo Regionale avrebbe dovuto prendere e per i quali avrebbe dovuto lavorare già da luglio scorso.
Ancora. In questa lunga serie di decisioni che paiono non seguire alcuna logica, l’ordinanza n. 407 prevede, come supra scritto, la possibilità dell’attività in presenza per i laboratori, non prendendo in considerazione che molti di questi, in particolare negli istituti alberghieri, vengono svolti con l’ausilio di alimenti e utensili. Risulta alquanto ovvia la maggiore rischiosità di dette attività rispetto allo svolgimento delle lezioni in aula.
Ci auguriamo che, realmente, dopo il 24 novembre, i nostri ragazzi possano tornare nelle proprie classi. E, qualora, a tale data, la situazione a livello nazionale, non lo potesse permettere, si invita il Presidente Michele Emiliano, a rivedere il provvedimento in vigore, permettendo almeno alla scuola prima o alle sue prime classi di poter godere dell’attività in presenza.
La responsabilità di ciascun cittadino dipende anche dal modo in cui la politica agisce e spiega le sue decisioni.
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