Nei giorni scorsi ha destato curiosità e scalpore la notizia della grande partecipazione di giovani (e meno giovani) alla selezione per il Corso di Operatore Socio Sanitario.
A fronte di un totale di 36 posti da allievo per un Corso che forma operatori da impiegare nel settore socio-assistenziale e socio-sanitario, gli enti chiamati a gestire la selezione per disoccupati hanno ricevuto un totale di circa 2.200 domande di partecipazione.
Tant’è che, per far fronte all’enorme richiesta, Ecipa ed Amcol hanno deciso di far svolgere la prova all’interno dei maggiori teatri cittadini: la selezione di Ecipa si è svolta al Nuovo Teatro Verdi, mentre quella di Amcol al Teatro Impero.
Più che le consuete proteste di chi ha dovuto sorbirsi la fila alla consegna della domanda oppure all’ingresso della selezione, il concorso era approdato agli onori della cronaca proprio l’altissimo numero di partecipanti.
Per molti è stata la dimostrazione effettiva di un territorio in sofferenza, nel quale gli effetti della fase negativa del ciclo economico si è riflessa in un peggioramento diffuso della condizione giovanile.
In effetti non si può negare che siamo messi davvero male quando 2.200 persone si candidano, non per un posto di lavoro che porterà lauti guadagni, bensì per partecipare ad un corso di formazione che – nella migliore delle ipotesi – potrà agevolare una futura collocazione lavorativa in una posizione di medio/bassa qualifica.
Una situazione avvilente e, sotto certi versi, davvero allarmante!
Ma siamo sicuri che la “colpa” di questa situazione sia sempre e solo dello Stato, della Crisi e di un territorio maledetto?
Insomma, siamo sempre e solo vittime oppure ci mettiamo qualcosa di nostro?
E’ questo il dubbio che assale riflettendo sui risultati della prova scritta.
Infatti, dalla correzione degli elaborati è emerso che soltanto 1 su 16 degli aspiranti corsisti è riuscito a superare la prova.
Nel corso di Ecipa sono stati ammessi 101 candidati su un totale di 1.600, in quello di Amcol addirittura 47 sulle 600 domande presentate.
Per i patiti delle statistiche, al lordo di chi non ha partecipato alla selezione pur avendo presentato domanda, parliamo di una percentuale che non raggiunge il 7% degli iscritti.
Giova ricordare che la prova scritta consisteva in un test a risposta multipla su domande di cultura generale, test psicoattitudinali ed educazione civica.
Si trattava di 40 domande con quattro opzioni di risposta, di cui una soltanto esatta.
In pratica, una di quelle prove in cui non reggono le scuse di raccomandazioni o sfortuna.
Se sei preparato e rispondi esattamente alle domande, non ci sono santi: superi la prova e passi avanti. Se sbagli più del consentito, sei fuori.
Come è abitudine, qualche escluso se la prenderà con le Commissioni troppo severe, con i quiz errati, con la calca, con le sedie scomode, etc. etc…
Ma riformulo la domanda di sopra.
Siamo sicuri che la colpa è sempre e solo di qualcun altro?
Certo, la situazione nazionale non è rose e fiori e nelle nostre zone va ancora peggio.
Ma non viene da pensare anche che è arrivato il momento di ammettere con franchezza che la gente di questo territorio spesso tende a nascondere dietro gli alibi, la propria indolenza, la propria negligenza, la propria superficialità, se non proprio una sostanziale inadeguatezza di fondo ad affrontare le prove che è chiamata a sostenere?
Ore.Pi.
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