“Considerazioni sullo stato dell’immobile sede degli Uffici Finanziari di Brindisi e dichiarazione dello stato d’agitazione del personale” è all’oggetto di una comunicazione inviata dall’USB Pubblico Impiego Puglia al Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate, al Direttore Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Brindisi e per conoscenza ad Direttore dell’Ufficio Territoriale dell’Agenzia di Brindisi ed al Direttore della Commissione Tributaria di Brindisi.
Di seguito riportiamo integralmente la nota.
La USB Pubblico Impiego Puglia, confederazione maggiormente rappresentativa e componente del CNEL,
– verificate le preoccupazioni e l’indignazione dei Lavoratori che svolgono la propria attività nello stabile alla Via Nazario Sauro 7, in Brindisi, ormai stanchi di attendere invano quei provvedimenti, già da tempo prospettati come imminenti e risolutori delle gravissime criticità del luogo di lavoro;
– considerato il clima di esasperazione provocato dalla pigrizia con cui si stanno affrontando dei problemi vitali per i Lavoratori degli Uffici finanziari di Brindisi;
– ravvisata l’improcrastinabile necessità di porre in rilievo tale situazione;
DICHIARA
lo stato di agitazione dei Lavoratori della Direzione Provinciale, dell’Ufficio Territoriale dell’AE e della Commissione Tributaria Provinciale di Brindisi.
Tale iniziativa è determinata dalla urgenza di intervenire per garantire la sicurezza degli utenti e del personale che nonostante tutto, continua ad operare presso gli uffici predetti.
A causa degli ultimi avvenimenti, riportati dalla relazione del monitoraggio del primo semestre 2014, i Lavoratori, oggi, sono ancor più allarmati.
Il progressivo peggioramento della situazione è, infatti, sotto gli occhi di tutti e sia il sensore posto su una trave del vano scala, all’altezza del 4° piano, che la caduta dei calcinacci o l’infiltrazione di acqua ed il gocciolamento dal soffitto, ne sono palese prova.
E’ chiaro che il fabbricato, di vecchia costruzione, posto su un terreno argilloso, privo delle caratteristiche edili antisismiche, si stia muovendo. Alla luce, quindi, di un simile fenomeno non è né sufficiente tanto meno tollerabile che gli interventi si limitino a ridicole misure di prevenzione, come il posizionamento di una rete di contenimento dell’eventuale caduta di calcinacci ovvero l’interdizione dell’accesso al predetto vano scala, visto che quest’ultimo, per esempio, costituisce l’unica uscita di sicurezza per il personale della Commissione Tributaria oltre che essere utilizzato dai dipendenti dell’Agenzia del Territorio.
La superficialità con cui ci si illude di dare risposte all’annoso problema è segno di una visione fatalista e, soprattutto, di una colposa negligenza. E’ bene ricordare a se stessi, che l’allegato IV del D. Lgs. 81/2008 stabilisce che “Gli edifici che ospitano i luoghi di lavoro devono essere stabili e possedere una solidità che corrisponda al tipo di impiego ed alle caratteristiche ambientali“.
Se le caratteristiche ambientali mutano (movimento del sottosuolo) occorre valutare la stabilità del luogo di lavoro in relazione alle variazioni sia già avvenute che a quelle prevedibili in futuro.
Appare opportuno precisare, che le caratteristiche ambientali, citate nel TUSL, comprendono non solo, ad es. un evento sismico o la sola azione meccanica della spinta del vento ma, anche, gli effetti indotti dagli agenti che degradano i materiali e la struttura, rendendoli non più idonei ad adeguarsi proprio a quelle caratteristiche ambientali del luogo in cui è collocato l’immobile.
Si fa notare, altresì, che solitamente si considerano inabitabili o inagibili i fabbricati con:
– strutture orizzontali, solai e tetti compresi, lesionati in modo tale da costituire pericolo per cose o persone, per il potenziale rischio di crollo;
– strutture verticali, quali muri perimetrali o di confine, lesionati in modo tale da costituire pericolo per cose o persone, per il potenziale rischio di crollo;
– edifici per i quali è stata emessa ordinanza di demolizione o ripristino, finalizzata ad evitare danni a cose o persone.
Sicché non è comprensibile l’ambigua ordinanza del Sindaco di Brindisi, del 6 settembre 2004, prot. 9627/87654, in cui si dichiara che: “A seguito dell’intervento effettuato dal personale tecnico del settore urbanistico ed Assetto del Territorio, in data 3/9/2004, congiuntamente al Comando dei Vigili del Fuoco e dietro loro richiesta, presso il fabbricato in Brindisi alla via Nazario Sauro civ. 7, dove sono stati riscontrate delle lesioni pregresse in corrispondenza delle pareti della costruzione che fanno presumere dei movimenti di assestamento in atto … Ritenuta la necessità, nonché il dovere di intervenire con estrema urgenza affinché venga salvaguardata la pubblica e privata incolumità sia dei lavoratori e sia dei cittadini ; … ORDINA di accertare o fare accertare immediatamente, eventuali movimenti in atto della struttura e che potrebbero creare pregiudizio alla staticità del fabbricato e che comunque risultino pregiudizievoli per la pubblica e privata incolumità…“.
E’ evidente l’ambiguità : il Sindaco “ordina” di accertare quanto già riscontrato dai tecnici del Settore Urbanistico del proprio Comune e conferma quanto “presunto” da quest’ultimi.
Continuando “Considerato che questa Amministrazione (Comune di Brindisi n.d.r.) in passato, per la medesima situazione, ha già emesso un provvedimento di Diffida Dirigenziale, prot. 15471 del 26/02/2002, intimando all’Agenzia del Demanio, in qualità di rappresentante dell’istituzione proprietaria dello stabile, l’accertamento di eventuali movimenti in atto delle strutture e quindi la presenza di eventuali pericoli per la pubblica e privata incolumità, con obbligo di presentare a questa Amministrazione le risultanze di detto accertamento, e di sgombrare da persone e cose l’intero stabile in caso di accertato pericolo.”
Lo scetticismo dello stesso firmatario dell’ordinanza è, poi, chiaramente espresso in chiusura quando dispone che l’ordinanza medesima è trasmessa alla “Polizia Municipale per la puntuale verifica dell’ottemperanza ed in caso di accertata inosservanza di dare sia esecuzione coatta sia comunicazione all’Ufficio competente affinchè vengano adottati tutti i provvedimenti consequenziali previsti dalle normative vigenti“.
Pertanto tra la Diffida Dirigenziale del 26/02/2002 , l’Ordinanza del Sindaco del 06/09/2004 , la nota del luglio 2014 con cui l’ing. Sandro Lauciello relazionava sul monitoraggio effettuato nel primo semestre 2014 ed indicava gli avvenimenti esposti ecc … sono passati 12 anni, anni di immobilismo e presunti interventi atti solo a monitoraggio ed accertamento.
E’ troppo, ora Basta!
Lo stato di inabitabilità o inagibilità potrebbe essere constatato anche a seguito di sopralluogo tecnico della Protezione Civile, nei casi di presunto ed imminente pericolo della incolumità pubblica.
Non è chiaro perché sia l’Agenzia del Demanio, proprietaria dell’immobile, sia la D.R. dell’Agenzia delle Entrate che la Direzione della Commissione Tributaria, non intervengano per garantire la sicurezza del personale e degli utenti.
A causa di tale inattività ed al fine di sollecitare iniziative atte a risolvere, in tempi brevissimi, l’intollerabile situazione esposta, la scrivente O.S., come innanzi detto, dichiara lo stato di agitazione, nelle forme e nei tempi successivamente indicati, e si riserva di chiedere che venga attivato il formale procedimento di raffreddamento e conciliazione tra le parti presso l’Ufficio del Prefetto di Brindisi.
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