… dopo mezzogiorno questo luogo perde tutta la propria armonia …
la pressione dei vacanzieri è inesorabile …
senza violenza, senza determinazione ma egualmente senza scampo …
ogni angolo di questa spiaggia è sovraffollato …
l’unico rimedio, l’estremo tentativo che ci rimane di abbracciare almeno con gli occhi un brandello di libertà, è quello di guardare verso il mare aperto che, adesso , se ha iniziato a soffiare il maestrale, è una distesa di onde dalla cresta bianca e spumosa …
l’aria fresca arriva da nord ovest carica di storie sconosciute di porti e terre lontane …
il “mistral” …
menomale! …
il caldo afoso e opprimente dello scirocco per oggi è solo un ricordo …
poggiati con i gomiti alla transenna di legno su, in alto, ci sembra di abbracciare l’intero Adriatico …
siamo la costa dell’est …
quella dei fichi neri da mangiare col pane …
cercando di capire cosa sia quella cosa nera che ogni tanto intravediamo …
è un nuotatore in difficoltà ?
sparisce e riappare sballottato da quest’ultima onda che lo aveva ricoperto … è una boa ? …
o un sub che riemerge e che non ce la fa a ritornare? …
o una busta di plastica o un altro detrito di quella nave che appena intravediamo apparentemente ferma lì al largo? …
e può essere che quasi ci dimentichiamo di sorseggiare l’inutile spritz oramai inesorabilmente annacquato …
e che cerchiamo, allargando le spalle, di ripararci nel tentativo di accendere l’ennesima sigaretta che non gusteremo …
e che ci rattristiamo, chissà perché, osservando la stizza dei vacanzieri per questi loro selfie con mare sullo sfondo rovinati dal vento che riporta i capelli sul viso …
chiedendoci ancora una volta, inutilmente, se questa compulsione di pubblicazioni di storie instagram, questi inesauribili selfie, questa ricerca continua di gradazione alcoolica elevata, questa richiesta di musica ritmata e selvaggia a decibel improponibili, questo mostrarsi sempre e comunque adeguati e sicuri …
se tutte queste cose messe assieme non siano la rappresentazione di un disagio che nessuno riesce più a percepire come tale o se, invece, siamo noi ad aver perso quel gusto feroce e innocente che ci permetteva di gustare tanti piccolissimi brandelli di vita apparentemente inutili e banali … intanto la sigaretta si è consumata …
il vento non ci ha permesso di inoculare neanche un miliardesimo di grammo di nicotina …
niente intossicazione da fumo …
sarà per la prossima volta …
per ora i saluti e le strette di mano di chi passa da qui vicino al bar ci riportano alla realtà …
mi accorgo ora che qui, a pochi metri davanti a me, L. si sbraccia per salutarmi …
guardavo oltre lei e non l’avevo vista …
la saluto come arrivassi in questo momento …
inutile dirle da dove …
scendo ad abbracciarla …
L. è simpatica, positiva, ostenta goliardia …
è fra le più abbronzate della spiaggia …
trascorre qui quasi tutti i suoi momenti liberi da un lavoro poco femminile e duro …
L. è disponibile all’aiuto, pronta ad ascoltare, efficace nel consolare e sostenere …
sembra l’amica di roccia che tutti vorremmo …
sembra …
ma a me no …
non a me …
(continua)
Apunto Serni
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